Catena dell'Aroletta, Valle di Crete Seche, Valpelline, Valle D'Aosta
Relazione attinente alla scalata sulla via di roccia "Spigolo Bozzetti" alla Punta J. Charrey nel gruppo della Vierge dell'Aroletta. Ascensione effettuata in data 16 luglio 2017 da Toso, PMI e Fedez.
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In montagna non metto gli spit dentro lo zaino,
nemmeno per precauzione.
Se incontro un passaggio inchiodabile,
che non sono in grado di superare in arrampicata,
preferisco aggirarlo o al limite tornare indietro…
perché qualcuno più forte di me, prima o poi,
potrebbe essere in grado di superarlo senza gli spit.
[Roberto Mazzilis,
su Alpinismo 250 anni di storia e di cronache,
Vol. II, p. 235]
Itinerario automobilistico: Da Dzovenno (vedi ubicazione alla fine di questo post), provenendo da Aosta, si raggiunge la frazione Ru ove si posteggia la macchina nell'ampio parcheggio posto proprio alla base del sentiero che conduce al Rifugio Crete Sèche (cartelli indicatori). Imboccare il sentiero che sale dietro la struttura dei servizi igienici;
Qui trovi la Traccia GPS dal posteggio della macchina fino al Rifugio Crete Sèche;
Dislivello di avvicinamento: 750 m. dal parcheggio al Rifugio Crete Sèche + 100 m. circa (dal Rifugio Crete Sèche all'attacco dello Spigolo Bozzetti);
Lunghezze: 12;
Dislivello in arrampicata: 320 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 1696 m.s.l.m. Frazione Ru, 2410 m.s.l.m. Rifugio Crète Seche;
Quota di partenza (arrampicata): 2500 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2800 m.s.l.m. circa Punta J. Charrey;
Difficoltà: VI+ (V obbligato e A0);
Soste: Tutte attrezzate a spit, alcune con catena, altre con cordini (a volte marci);
Esposizione: Sud-Est prevalente;
Vie di fuga: Nessuna;
Tipo di roccia: Gneiss granitoide;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per vie di stampo classico, portare, quindi, tutto il necessario per integrare;
Tempo di arrampicata: Noi c'abbiamo impiegato 5 ore per la salita e 4 per le calate in corda doppia;
Discesa: In corda doppia dalla via "Brontolo-Balakov", discesa un po' laboriosa e lunga;
Attacco: L'attacco dello Spigolo Bozzetti alla Punta J. Charrey si trova alla sinistra del canale che separa la Vierge de l'Aroletta dalla punta Charrey. L'attacco è identificato da una evidente fessura, un po' erbosa, che risale lo spigolo. Le foto aiutano ad identificare l'attacco;
Dislivello di avvicinamento: 750 m. dal parcheggio al Rifugio Crete Sèche + 100 m. circa (dal Rifugio Crete Sèche all'attacco dello Spigolo Bozzetti);
Lunghezze: 12;
Dislivello in arrampicata: 320 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 1696 m.s.l.m. Frazione Ru, 2410 m.s.l.m. Rifugio Crète Seche;
Quota di partenza (arrampicata): 2500 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2800 m.s.l.m. circa Punta J. Charrey;
Difficoltà: VI+ (V obbligato e A0);
Soste: Tutte attrezzate a spit, alcune con catena, altre con cordini (a volte marci);
Esposizione: Sud-Est prevalente;
Vie di fuga: Nessuna;
Tipo di roccia: Gneiss granitoide;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per vie di stampo classico, portare, quindi, tutto il necessario per integrare;
Tempo di arrampicata: Noi c'abbiamo impiegato 5 ore per la salita e 4 per le calate in corda doppia;
Discesa: In corda doppia dalla via "Brontolo-Balakov", discesa un po' laboriosa e lunga;
Attacco: L'attacco dello Spigolo Bozzetti alla Punta J. Charrey si trova alla sinistra del canale che separa la Vierge de l'Aroletta dalla punta Charrey. L'attacco è identificato da una evidente fessura, un po' erbosa, che risale lo spigolo. Le foto aiutano ad identificare l'attacco;
Relazione:
Primo Tiro (III, 30 m.): Risalire l'evidente fessura destrorsa ed un po' erbosa, fino ad incontrare una sosta su due spit uniti da catena alla base di una bella placca fessurata;
La fessura d'attacco della via |
La nostra cordata sulla prima lunghezza (Foto Thomas) |
La PMI in azione sul primo tiro |
Secondo Tiro (IV+, 30 m.): Affrontare la bella placca fessurata che sovrasta la sosta. Nessun chiodo ma proteggibile a friend. Al termine della placca fessurata proseguire su diedro un po' erboso. Prima del suo termine uscire a sinistra rimontando un verticale salto roccioso. Chiodo poco visibile che protegge il risalto, ma, comunque, possibilità d'utilizzo di blocchetti ad incastro. Sosta su spit uniti da catena;
La bella fessura del secondo tiro |
La nostra cordata in azione sulla seconda lunghezza (Foto Thomas) |
La Fedez + la PMI in azione sul secondo tiro |
Terzo Tiro (III+, 50 m.): Lunghezza non difficile tecnicamente ma che richiede un po' di orientamento e di esperienza. Si prosegue con percorso libero seguendo, più o meno, quello che è il filo dello spigolo. Poche possibilità di proteggersi. Dopo 50 m., ove le corde fanno un forte attrito, si incontra la sosta su due spit uniti da catena. (Non è da escludere che si possa incontrare una sosta intermedia che io non ho trovato, valutare, quindi, se spezzare il tiro in due);
In blu la linea del terzo tiro seguita dal Toso, in rosso una possibile variante |
In blu la linea della terza lunghezza seguita dalla nostra cordata, in rosso una possibile variante |
Quarto Tiro (IV+, 35 m.): Proseguire arrampicando in direzione dello spigolo. Dopo qualche metro si noterà, a sinistra, lontano una decina di metri, una sosta con cordoni, ignorarla, non andare assolutamente in quella direzione, ma proseguire sulla parete che, con arrampicata mai impegnativa, ma con difficoltà costante di IV+, conduce verso lo spigolo. Proseguire con arrampicata sempre più atletica, ma logica, fino ad incontrare la sosta. Due spit uniti da catena;
La nostra cordata in azione sul quarto tiro (Foto Thomas) |
La Fedez sullo spigolo della quarta lunghezza |
La PMI in uscita dalla quarta lunghezza |
Quinto Tiro (IV+, 30 m.): Proseguire scavalcando lo spigolo e arrampicando sul versante di sinistra (Sud), poi la via, logicamente, richiede di spostarsi sul versante di destra(N/E), fino a quando si incontra la sosta su due spit uniti da vecchie cordini e fettucce;
Sesto Tiro (V+, 30 m.): Dalla sosta progredire facilmente (sempre sul lato destro-N/E) fino ad intercettare la bellissima placca che richiede un'arrampicata tecnica e delicata (protetta da qualche chiodo). Progressione diagonale destra fino a raggiungere e doppiare lo spigolo. Sul lato di sinistra (Sud) le difficoltà si abbattono e si procede più facilmente fino in sosta;
La Fedez sta doppiando lo spigolo, portandosi sul lato Sud (sinistra), infatti, le difficoltà diminuiscono |
La PMI in uscita sullo spigolo |
La meravigliosa settima lunghezza |
Particolare del passaggio chiave del settimo tiro. Si noti lo spit alla destra della fessura |
La PMI sul passo chiave |
La Fedez in uscita sullo spigolo |
Ottavo Tiro (V+, 20m.): Arrampicare in direzione della bellissima bastionata strapiombante che s'erge sopra la sosta (si dovrebbe notare un chiodo). Arrampicata atletica ed esposta, difficoltà V+, protetta abbastanza bene, ma integrabile. Proseguire in diagonale destra fino a sostare sul filo di cresta. Sosta su spit uniti da cordino. Lunghezza molto divertente;
Il meraviglioso ottavo tiro |
L'uscita dell'ottava lunghezza |
La PMI nei pressi dell'ottava sosta |
Nono Tiro (VI+ oppure A0 e V+ sostenuto, 30m.): Tiro cattivo. Procedere alla destra della sosta affrontando la severa parete, solcata da fessure e aggetti. Intercettato il primo chiodo iniziare a salire in verticale seguendo i successivi chiodi e una linea di salita logica, obbligata anche se impegnativa. Arrampicata atletica, fisica e faticosa con difficoltà crescenti che si destreggia tra camini, lame e diedri leggermente aggettanti. Possibilità di azzerare. Dall'ultimo chiodo procedere in verticale verso lo spigolo con arrampicata decisa e convinta (V+). Vinto lo spigolo le difficoltà si abbattono e si raggiunge la sosta (2 spit uniti da cordino) agevolmente;
Decimo Tiro (V+, 20m.): Andare alla destra dello spigolo e affrontare la placca con arrampicata tecnica e delicata in diagonale destrorsa, presenza di chiodi. Raggiungere il filo dello spigolo e sostare su due spit uniti da cordino (marcio). Lunghezza molto bella che ricorda molto il sesto tiro;
Undicesimo Tiro (V, 20m.): Andare alla destra della sosta su placca con progressione non impegnativa (IV+), poi affrontare l'evidente muretto verticale solcato da una fessura (chiodo alla base) ed uscire, con un passo di V (forse V+) da proteggere, sullo spigolo. Da qui, alla sosta(due spit uniti da cordino), una formalità.
Dodicesimo Tiro (IV, 45m.): Andare alla sinistra della sosta con arrampicata in traverso (IV, da proteggere), raggiunto lo spigolo, aggirarlo e, per terreno più facile (III) progredire in direzione della linea degli spit della via Brontolo-Balakov. Progredire verso la vetta ignorando eventuali soste intermedie (IV). Ultima sosta a pochi metri dall'acme della Punta J. Charrey, su due spit uniti da cordino e con anello di calata. Per raggiungere la vetta vera e propria per la foto di rito basta, una volta giunti in sosta, allungare di qualche metro l'autosicura;
La severa parete del nono tiro |
La PMI in uscita dalla nona lunghezza |
L'impegnativa placca della decima lunghezza |
La Fedez in uscita dall'undicesima lunghezza |
Dodicesimo Tiro (IV, 45m.): Andare alla sinistra della sosta con arrampicata in traverso (IV, da proteggere), raggiunto lo spigolo, aggirarlo e, per terreno più facile (III) progredire in direzione della linea degli spit della via Brontolo-Balakov. Progredire verso la vetta ignorando eventuali soste intermedie (IV). Ultima sosta a pochi metri dall'acme della Punta J. Charrey, su due spit uniti da cordino e con anello di calata. Per raggiungere la vetta vera e propria per la foto di rito basta, una volta giunti in sosta, allungare di qualche metro l'autosicura;
L'ultimo tiro, dalla sosta andare a sinistra |
La seconda parte dell'ultima lunghezza |
Verso la fine della via |
Discesa: Dall'ultima sosta fare una calata da 50m. fino all'intaglio tra lo spigolo appena scalato e l'avancorpo ove si sviluppa la via Brontolo-Balakov. In questo modo si arriva ad una cengia comoda ove è possibile stare anche slegati (sempre molta attenzione). Da qui risalire (ovviamente legati) per una decina di metri la parete rocciosa che conduce all'avancorpo ove si sviluppa la Brontolo-Balakov. Per non incorrere in errori, una volta giunti alla cengia dopo la prima calata, dovremo dare le spalle alla punta J. Charrey ed arrampicare in direzione Est. Presenza di cordini che eventualmente agevolano la progressione. Sulla cuspide di questo avancorpo è presente un cordino incastrato in una clessidra con anello di calata.
Dall'acme dell'avancorpo roccioso ove si sviluppa la via Brontolo-Balakov, calarsi sul cordino e anello di calata in direzione Est, seguendo la linea degli spit, fino ad intercettare la successiva sosta. Questa seconda calata in corda doppia ha una lunghezza di circa 30m.
A questo punto fare tutte le calate seguendo pedissequamente le soste della Brontolo-Balakov. Ci saranno altre 7 calate da fare, tutte su soste molto buone, due spit uniti con anello di calata. Conviene fare calate da 30m. per evitare problemi.
Complessivamente, quindi, per calarsi dalla vetta della Punta J. Charrey ci vogliono 9 calate in corda doppia ed una scalata (10m.) di un risalto roccioso.
Discesa, quindi, piuttosto lunga e laboriosa.La discesa può anche avvenire per le soste della via Oriana (vedi relazione) ma prima si deve risalire alla Vierge de l'Aroletta, soluzione non provata da chi scrive.
Dall'acme dell'avancorpo roccioso ove si sviluppa la via Brontolo-Balakov, calarsi sul cordino e anello di calata in direzione Est, seguendo la linea degli spit, fino ad intercettare la successiva sosta. Questa seconda calata in corda doppia ha una lunghezza di circa 30m.
A questo punto fare tutte le calate seguendo pedissequamente le soste della Brontolo-Balakov. Ci saranno altre 7 calate da fare, tutte su soste molto buone, due spit uniti con anello di calata. Conviene fare calate da 30m. per evitare problemi.
Complessivamente, quindi, per calarsi dalla vetta della Punta J. Charrey ci vogliono 9 calate in corda doppia ed una scalata (10m.) di un risalto roccioso.
Discesa, quindi, piuttosto lunga e laboriosa.La discesa può anche avvenire per le soste della via Oriana (vedi relazione) ma prima si deve risalire alla Vierge de l'Aroletta, soluzione non provata da chi scrive.
Considerazioni finali: Via di stampo classico, che si sviluppa sull'evidente spigolo della Punta J. Charrey. Arrampicata che, pur non opponendo mai difficoltà eccessive (i passi di VI sono tutti azzerabili) richiede impegno, velocità, consapevolezza, concentrazione, resistenza ed esperienza. Via non adatta a neofiti. Da fare con tempo stabile perché una ritirata da questa via risulta sicuramente laboriosa. Per il resto la via descritta si sviluppa in un ambiente straordinario e sono molteplici, pertanto, le soddisfazioni e le emozioni di cui è prodiga.
Per quanto riguarda le due socie che mi hanno accompagnato in questa avventura occorre, sicuramente, spendere alcune parole. La Fedez, oramai, è una macchina da guerra. Il virus dell'arrampicata le è entrato nel sangue e non c'è alcuna cura per debellarlo. A ciò si aggiunga la sua precisione, la sua attenzione, la sua meticolosità… Insomma, un compagno di scalata ideale. Ancora pochi mesi e sarà in grado di fare una via come questa da capocordata.
Pe quanto riguarda la PMI, che dire? Oramai sono diversi anni che, insieme, affrontiamo le terre verticali. Questa, relazionata, è solo una delle tante vie impegnative (non solo di roccia) che ha scalato. Ha delle potenzialità di cui neppure lei è consapevole.
Per quanto riguarda le due socie che mi hanno accompagnato in questa avventura occorre, sicuramente, spendere alcune parole. La Fedez, oramai, è una macchina da guerra. Il virus dell'arrampicata le è entrato nel sangue e non c'è alcuna cura per debellarlo. A ciò si aggiunga la sua precisione, la sua attenzione, la sua meticolosità… Insomma, un compagno di scalata ideale. Ancora pochi mesi e sarà in grado di fare una via come questa da capocordata.
Pe quanto riguarda la PMI, che dire? Oramai sono diversi anni che, insieme, affrontiamo le terre verticali. Questa, relazionata, è solo una delle tante vie impegnative (non solo di roccia) che ha scalato. Ha delle potenzialità di cui neppure lei è consapevole.
Riferimenti Bibliografici:
Articoli: L’Aroletta superiore di Daniele Pieiller su La Rivista del Cai n. 4/2010 pp. 42, 43 – itinerari di arrampicata (Vedi articolo su Archivioteca della Montagna
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