Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11:

Dislivellometro stagione Ski-alp 2014-15: 11.250 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2013-14: 28.750 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2012-13: 16.400 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2011-12: 5.600 m.

Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11: 20.890 m.


sabato 14 maggio 2011

Torrione Lomasti - via La Rossa e il Vampirla

Bassa Valle d'Aosta - alpi pennine - gruppo del Monte Rosa

Salita effettuata mercoledì 11 maggio 2011 da Edo e Toso.
Ripetizione: sabato 23 giugno 2012 da Toso e B.C. (iniziato ad arrampicare alle 09.15 in vetta alle 12.50)


La linea de "La rossa e il Vampirla"



Dati tecnici salita:
Itinerario automobilistico: Autostrada TO-AO, uscita Pont-Saint-Martin, seguire la SS 26, superare il Forte di Bard e salire verso Arnad. Da qui proseguire seguendo le indicazioni che portano al santuario di Machaby. La strada termina su un piccolo parcheggio.

Il santuario di Machaby

Avvicinamento: Dal posteggio salire lungo la sterrata che conduce in 15 minuti al Santuario di Machaby e all'agriturismo Dzerby, poi in  30 minuti si arriva alla base del Torrione Lomasti (ci sono  i cartelli escursionistici).
Dislivello di arrampicata: 200 metri circa - 6 lunghezze
Difficoltà: 6b max - 6a obbligatorio
Soste: attrezzate con spit e catena;
Esposizione: Sud-Ovest;
Tipo di Roccia: Gneiss

Materiale: Normale dotazione alpinistica per arrampicata sportiva su via moderna di più tiri (plasir);


Lo splendido Torrione Lomasti

Relazione salita:






Prima lunghezza (40 m. 6a): L'attacco non può essere confuso. Si risale per una placca piuttosto liscia su cui spiccano tre rinvii ravvicinati. (Troppi?? direi di no...) Poi la via prosegue sull'evidente spigolo per poi piegare a sinistra su roccia appoggiata. (Qui il grado si abbassa... e i rinvii si allungano...) Si sosta su una cengia dietro ad un castano. Si può sostare su una sosta "inventata" su due spit uniti da un vecchio cordino oppure fare ancora due chiodi e sostare su catena. Non cambia nulla.
L'unico dato di fatto è che la cengia terrosa su cui sorge il castano è l'unica soluzione di continuità dell'intera via.


La B.C. al termine del primo tiro




Seconda Lunghezza (35 m. 6a): Dalla sosta la via prosegue salendo verso destra. Dopo il 4° spit la via piega a sinistra, con un traversino da brivido... In realtà il movimento è anche abbastanza facile (ben appigliato), ma la distanza dallo spit (in traverso) io l'ho trovata impressionanate, anche per il fatto non secondario che ci si trova in esposizione e verticalità tipici del Lomasti. Subito dopo le mani agguantano una bella lama che consenete di respirare per alcuni passi. Purtroppo l'ossigeno non dura a lungo e al termine della lama ci si ritrova nella peculiare placca lavorata e fessurata che conduce alla sosta.
Il passo chiave di questo tiro si trova nei pressi di una spaccatura orizzontale della roccia. Si tratta di un solo movimento con il piede sinistro molto aleatorio...
 Questo tiro (come tutta la via) l'ho fatto da secondo, bravissimo Edo a superarlo con sicumera. Dietro a noi c'era una cordata che proprio su questa lunghezza si è bloccata per parecchio tempo... Si sono anche dovuti avvicendare al comando  per poter vincere il passaggio chiave.
Terza Lunghezza (6a):  Proseguire in verticale seguendo la linea degli spit. Il passaggio duro del tiro si trova poco sotto un muretto leggermente strapiombante. Paradossalmente sono riusciuto ad interpretare meglio l'uscita da questo muretto che tutto il resto del tiro.








Nelle due foto precedenti la B.C. in azione sul terzo tiro






Quarta Lunghezza (6b): Proprio sopra la sosta si trova la lama che rappresenta il passaggio chiave dell'intera via, opponendo il famigerato passaggio di 6b (che comunque si riesce ad azzerare). Il tutto è molto ben protetto. Superata la lama si riprende ad arrampicare su microtacche fino alla sosta. Il passaggio di 6b, a mio avviso, è l'ultimo dei problemi riscontrabili sul Torrione Lomasti.  


Il quarto tiro, si noti la fessura che caratterizza il passo chiave




La B.C. in uscita dal quarto tiro. Si noti l'impressionante esposizione




Quinta Lunghezza (6a): Il tiro è caratterizzato da arrampicata di difficoltà costante su 6a sempre su placca con micro fessure. Dopo il primo muretto ci si tiene leggermente a sinistra. Fare attenzione che, una volta vinto il primo sbalzo verticale e spostatisi leggermente a sinistra, si vede, sempre a sinistra, una sosta. Non è quella della via. Per completare il tiro bisogna ignorare quella sosta e proseguire sugli spit di destra che risalgono lo spigolo. La sosta è dopo questo secondo sbalzo roccioso, proprio sotto un aggetto.

La B.C. da prima sul quinto tiro
Si noti la linea della quinta lunghezza

Sesta Lunghezza (6a): Il passaggio chiave dell'ultima lunghezza si trova poco dopo la sosta sotto un piccolo tettino. Vinto il muretto ci si sposta a sinistra , si supera lo spigolo e, finalmente, la roccia si abbassa e in pochi passi si arriva alla sosta finale.

Discesa: Dall'ultima sosta noi ci siamo calati in doppia fermandoci ogni due soste (avevamo due mezze corde da 60 m.) Con tre calate siamo arrivati alla base del torrione. Così facendo, però, non ci siamo calati lungo la via di salita, ma su quelle che sono le vie Lomasti (via del '94) e Verde Milonga. Non cambia pressochè nulla in quanto comunque si arriva alla base del pilastro, poco distante da dove si lasciano gli zaini.

La B.C. in vetta al Torrione Lomasti




Considerazioni finali: Le vie sportive non mi dicono granchè, ma il Pilastro Lomasti è proprio una cosa completamente diversa. Fare questa torre (e questa via) è munifico di soddisfazione alla pari di una via d'ambiente.
Appena arrivato alla prima sosta ho subito detto ad Edo che non me la sentivo di proseguire in alternata, ma che preferivo continuare da secondo. L'arrampicata ha una difficoltà costante di 6a dall'istante in cui si staccano i piedi da terra, al momento in cui si arriva all'ultima sosta. Oltre a ciò ci sono alcuni passaggi, sparsi più o meno casualmente lungo i tiri, di difficoltà superiore (6a+, 6b). E già questo sarebbe sufficiente per chiarire di cosa stiamo parlando, ma non finisce qui... Dalla seconda lunghezza in poi ci si trova su verticalità ed esposizione veramente impressionanti, la roccia, che alpinisticamnete viene considerata eccellente, è liscia, compatta e verticale. Micro tacchettine per le mani e piccole concrezioni per i piedi, sono le uniche possibilità che ci tengono attaccati alla parete (chiodi ovviemente esclusi). Non ci sono rifugi mentali, come amo definirli io, ovvero gradini, fessure, camini, cenge o qualsiasi altra soluzione di continuità rispetto al grigio e liscio gneiss. Per dare un'idea del tipo di ambiente, si consideri che anche durante le calate in doppia non sono mai stato tranquillo, anche in questo caso le soste sono sempre in esposizione totale.
Detto questo, ritengo di aver arrampicato, seppur da secondo, discretamente bene e credo che, come cordata, siamo stati anche abbastanza veloci (iniziato alle 09.00 e arrivati in cima alle 12.30). Si consideri che mentre facevamo le doppie, la cordata che ci stava dietro era poco dopo metà via.
Si tratta qiundi di una via di grande bellezza e soddisfazione. Ora credo che sarei in grado di tirarla da primo.

Riferimenti Bibliogarfici:
Pubblicazioni:
J. von Kanel, Plasir sud, Edition Filidor, Reichenbach (CH), 2003, p. 74