Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Boomerang" detta anche "via della nuova generazione" al Monte Brento ad Arco di Trento effettuata in data 23 giugno 2020 da Toso ed Edo
Sarei potuto diventare un milionario,
ma ho scelto di essere un vagabondo
[John Muir, Andare in montagna è tornare a casa,
piano B ed., p. 8, 2020]
Itinerario automobilistico: Da Arco di Trento seguire le indicazioni per Padaro (Vedi Ubicazione al termine di questo post). Da Padaro continuare in salita per diversi chilometri fino a raggiungere la frazione di San Giovanni. Si tratta, sostanzialmente, di alcune case sparse sistemate nel bosco. Appena trovato il cartello stradale San Giovanni, imboccare la prima strada sterrata sulla destra e parcheggiare appena possibile;
Avvicinamento: Dal parcheggio della macchina imboccare la strada sterrata a destra (quella a sinistra la percorreremo, a ritroso, al ritorno)e seguire le indicazioni per Dro. Abbandonare la sterrata quando volge decisamente a destra ed imboccare la sterrata che prosegue dritta caratterizzata da qualche bollo rosso. Proseguire su questa sterrata, in discesa, ignorando alcune deviazioni e svoltando a sinistra solamente quando, nei pressi di una soluzione di continuità della discesa, si incontra un bivio a sinistra. Imboccare la sterrata a sinistra e proseguire in falsopiano in direzione Nord/Nord-Est. Continuare sempre in falsopiano evitando deviazioni in salita o in discesa fino a quando la sterrata diventa un sentiero che inizia a scendere, ripido nel bosco. A quel punto, tra le fronde degli alberi, guardando verso Nord, si vedrà la nostra parete. Scendere su ripido e disagevole sentiero fino a quando, si incontrerà un anello di calata per attrezzare una doppia che depositerà sul colatoio dietetico del Monte Brento. A questo punto, attraversare tutta la pietraia, puntando verso la parete dove si individua, facilmente, il famoso "boomerang". Arrivati nei pressi della parete, s'incontra un grande ed evidente canale che interrompe l'incedere. Scendere lungo il canale fino ad individuare una comoda ed invitante cengia sulla sinistra che, dopo averla percorsa per 30 m. circa, conduce nei pressi di un anello di sosta. Consiglio di utilizzare la traccia GPS di seguito per l'avvicinamento;
Traccia GPS: Scarica qui la traccia GPS dell'avvicinamento;
Dislivello di avvicinamento: -300 m. circa;
Tempistica di avvicinamento: 1 ora;
Lunghezze: 20;
Dislivello in arrampicata: 600 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 1000 m.s.l.m. circa;
Quota di partenza (arrampicata): 800 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 1300 m.s.l.m. circa;
Difficoltà: VI (V obbligatorio);
Soste: Anello spittato (su un solo spit), alberi e chiodi;
Esposizione: Sud;
Vie di fuga: Nessuna. Dopo il boomerang, risulta complicato calarsi in doppia;
Tipo di roccia: Calcare;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;
Tempo di arrampicata: 6-8 ore;
Punti di appoggio: Nessuno;
Discesa: Lungo una traccia di sentiero che conduce ad una carrabile e da qui al parcheggio. 1 ora circa;
Attacco: Attacco di non facile individuazione. Dal canale di avvicinamento, si incontra una evidente e comoda cengia che si dirama sulla sinistra (faccia a valle), la si percorre per qualche decina di metri e si individua l'anello trapanato che rappresenta la sosta di partenza;
Attacco: Attacco di non facile individuazione. Dal canale di avvicinamento, si incontra una evidente e comoda cengia che si dirama sulla sinistra (faccia a valle), la si percorre per qualche decina di metri e si individua l'anello trapanato che rappresenta la sosta di partenza;
La cengia con l'attacco della via indicato dal punto rosso |
Il punto rosso indica l'anello d'attacco della via Boomerang. La freccia indica il tetto ad orecchio, che rappresenta un ottimo punto di riferimento per individuare l'attacco |
Relazione:
Primo Tiro (IV, 50 m.): Risalire lo speroncino posto sopra l'anello di sosta che presenta roccia lavorata e facile. Tendere leggermente a destra (alcuni chiodi), vincere un breve e facile tettino (IV) e proseguire sulla placca successiva, con direzione destrorsa, fino ad incontrare la sosta (anello spittato) su una cengia posta immediatamente sotto ad una placca che conduce al tettino a forma di orecchio;
La prima parte del primo tiro |
Il tettino della prima lunghezza |
Secondo Tiro (VI - oppure V e A0 -, 35 m.): Si affronta la placca liscia sopra la sosta. Roccia nera molto scivolosa. Si raggiunge il tetto, dove ci sono diversi chiodi, e si arrampica verso sinistra, contornando il tetto che poi diventa diedro. Il passo di VI si trova nella parte bassa, mano e mano che ci si alza, invero, le difficoltà diminuiscono attestandosi sul V. Sosta su anello spittato posto al termine del diedro;
Terzo Tiro (IV, 50 m.): Andare a destra della sosta per alcuni metri e poi affrontare verticalmente le soprastanti placche, con percorso logico ed intuitivo, sfruttando i punti deboli della parete. Nessun chiodo e pressoché nessuna possibilità di proteggere. Sosta su due spit, uno dei quali con anello di calata, nei pressi du una cengia detritica;
Quarto Tiro (V, 35 m.): Proseguire in verticale sopra la sosta inizialmente su placca e poi per rocce più articolate, fino giungere ad una cengia ove si trova la sosta su anello spittato;
Quinto Tiro (IV+, 30 m.): Salire in verticale sopra la sosta puntando ad un cordino posto qualche metro più in alto. Proseguire su rocce più articolate tendendo verso sinistra. La sosta (spit con anello + chiodo a pressione) si trova proprio sotto ad un evidente diedro/tetto;
Sesto Tiro (V, 40 m.): Dalla sosta si rimontano le soprastanti placche in direzione dell'evidente diedro. Lo si vince con una bella arrampicata atletica (V) protetta a chiodi e che richiede oculatezza perché alcune rocce si muovono. Vinto il diedro si prosegue in verticale, su percorso logico, fino ad incontrare la sosta (spit con anello) su un diedro erboso;
Settimo Tiro (V, 40 m.): Risalire l'accennato diedro alla destra della sosta, poi abbandonarlo e risalire direttamente la soprastante placconata solcata da alcune spaccature con direzione leggermente destrorsa. Al termine delle difficoltà, s'incontra la sosta su due chiodi posta all'inizio di una grande placca;
La linea di salita della settima lunghezza |
Ottavo Tiro (IV, 20 m.): Dalla sosta girarsi verso sinistra e risalire un diedro erboso e sporco percorrendolo tutto fino ad incontrare la sosta (anello con spit) sotto ad una enorme placca a sua volta posta sotto il grande diedro del boomerang;
Nono Tiro (V+, 40 m.): Dalla sosta salire verso i pochi chiodi che si riescono a vedere che spuntano dalla liscia placca soprastante. Raggiunto il primo chiodo si inizia a traversare a destra, con arrampicata impegnativa (V+) su microtacche, pressoché sprotetta e di difficile integrazione. Al termine del traverso si sale su rocce un po' più lavorate e si sosta su anello con spit;
L'impegnativa placca della nona lunghezza |
Il nono tiro visto dall'alto |
Decimo Tiro (V+, 40m.): Dalla sosta andare in traverso destro su facile cengia erbosa fino a quando il tetto del boomerang soprastante finisce. Poi si sale in verticale su roccia lavorata e un po' instabile, passando alla sinistra di una prominenza con arrampicata impegnativa (V+) presenza di chiodi. Poi piegare a destra, su rocce più semplici fino a smistare sulle radici di una pianta;
La prima parte della decima lunghezza |
La seconda, impegnativa, parte del decimo tiro |
Undicesimo Tiro (III, 50m.): In traverso destrorso, inizialmente su cengia accennata e poi su rocce rotte, verso un gruppo di alberi. Lunghezza facile e poco interessante. Sosta su albero;
L'accennata cengia in direzione degli alberi |
L'uscita dalla undicesima lunghezza |
Dodicesimo Tiro (III, 60m.): Salire sulla placca posta sopra l'albero di sosta, con direzione destrorsa scegliendo i punti deboli della roccia. Arrivati ad una cengia un po' erbosa, andare decisamente a destra verso un gruppo di alberi dove si sosta al termine della corda;
La prima parte del dodicesimo tiro |
Tredicesimo Tiro (IV+, 40m.): Continuare in traverso a destra, inizialmente boscoso e poi su placca facile anche se un po' sporca di erba e piante. Dopo 10-15 metri di traverso a destra, s'incontra una sezione di roccia lavorata. Risalirla (IV+) puntando ad un gruppo di alberi posizionati 20 m. più in alto. Si trova 1-2 chiodi sulla sezione di IV+, poche possibilità di integrare. Sosta sul tronco di uno degli alberi dove si è arrivati;
Il primo tratto: un traverso a destra su placca facile, ma un po' sporca (visto dal primo di cordata) |
Risalire la roccia lavorata puntando agli alberi |
Quattordicesimo Tiro (III, 60m.): Infilarsi nel bosco e puntare ad alcune evidenti placche in alto a sinistra senza, tuttavia, raggiungerle. Al termine della corda sostare su tronco di albero all'interno del boschetto che si affaccia sulla placca;
Quindicesimo Tiro (IV+, 50m.): Affrontare la placca che si dipana davanti al bosco traversando verso sinistra. Inizialmente l'arrampicata è facile (III), poi, mano a mano che si traversa a sinistra, le difficoltà aumentano fino al IV+ e l'esposizione diventa importante. Oltre ad un paio di chiodi, ci sono molte difficoltà a trovare posizioni per protezioni veloci. Verso la fine del tiro si trova roccia anche un po' friabile. Attenzione, la sosta (a chiodi) si vede solo all'ultimo momento in quanto nascosta da una piega della roccia. Su questa lunghezza è importante traversa a sinistra seguendo il punto debole e facile della parete.
Sedicesimo Tiro (IV+, 40m.): Continuare in netto traverso a sinistra, con arrampicata non difficile (IV+), ma esposta. Sosta su anello spittato.
Diciassettesimo Tiro (V+, 30m.): Salire in verticale sopra la sosta seguendo i punti deboli della parete, affrontando un sistema di diedri e placche dove si trovano un paio di chiodi (passo di V+). Proseguire con arrampicata più facile, ma sprotetta e di difficile integrazione con direzione tendente a destra fino a raggiungere la sosta (anello con spit);
Diciottesimo Tiro (IV+, 30m.): Proseguire in verticale sopra la sosta con direzione destrorsa affrontano un articolato sistema di fessure, canali e tettini (a tratti anche roccia instabile) fino ad arrivare alla sosta con anello spittato, posizionata a fianco di una fessura con due chiodi di sosta;
Diciannovesimo Tiro (IV+, 30m.): Andare in netto traverso a destra per un paio di metri e poi risalire l'evidente camino che presenta della roccia instabile. Proseguire con attenzione su passaggi che non superano mai il IV+, ma che possono essere insidiosi per la friabilità della roccia, fino a quando s'incontra la sosta su albero. Sulla destra della sosta, si trova una scatola metallica con all'interno il libro della via;
Il camino friabile del 19esimo tiro |
Ventesimo Tiro (IV, 40m.): Dalla sosta salire con direzione sinistrorsa su roccia instabile, poi piegare con deciso traverso a sinistra passando sotto un accennato aggetto protetto con cordone ed uscire su traccia di sentiero nel bosco dove si sosta su albero;
Discesa: Valutare se fare ancora qualche decina di metri nella traccia di sentiero legati in cordata, poi seguire le tracce di sentiero che tende in salita verso sinistra (faccia a monte) fino ad individuare un segno blu su una roccia. Al primo bivio che s'incontra seguire la traccia in discesa che successivamente diventa pianeggiante e segue un percorso in costa (presenza anche di rari segni rossi e blu). Il sentiero conduce, dopo una mezz'oretta, su una ampia carrozzabile sterrata che, in discesa, conduce al nucleo abitativo di San Giovanni. Dalla fine della via ci vuole circa un'ora di camminata;
Considerazioni finali: La via del Boomerang, detta anche via della nuova generazione, al Monte Brento è un vero e proprio viaggio tra le placche dell'imponente parete calcarea. Pur non opponendo difficoltà tecniche eccessive (i pochi passi di VI sono azzerabili) è una via che richiede un importante impegno (sia fisico che psicologico), velocità, intuito e capacità di lettura della via, resistenza ed esperienza nel fare anche lunghi tratti sprotetti. I rari chiodi in via sono posizionati nei punti strategici, anche se, alcune volte, si gradirebbe ce ne fosse qualcuno di più. Le protezioni veloci non sempre si riescono a posizionare, considerando che si tratta di una via costituita, soprattutto, da placche. Forse potrebbe tornare utile avere un martello e qualche chiodo per qualsiasi emergenza. Le soste sono quasi tutte nuove (singolo spit con anello di calata), ma l'impossibilità di una ritirata dopo il boomerang impongono grande consapevolezza, soprattutto alla luce del fatto che nella parte alta è piuttosto facile perdersi. Si rischia di uscire dalla via sia perché la lettura della stessa, a volte, non è banale, sia perché ci sono molti chiodi e soste (probabilmente di abbandono) di precedenti alpinisti che sono andati fuori via. La via richiede, inoltre, una oculata scelta di quello che può essere considerato il periodo migliore per affrontarla. Le giornate devono essere sufficientemente lunghe, ma si deve escludere l'estate in quanto il caldo potrebbe risultare insopportabile. Quando l'abbiamo fatta noi (23 giugno) era proprio al limite. Nel complesso, quindi, si tratta di una via di grande soddisfazione, che non deve mancare nel curriculum di ogni alpinista.
La via del Boomerang al Monte Brento |
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