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mercoledì 2 luglio 2025

Via Dinosauri alla Cima alle Coste ad Arco di Trento

Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Dinosauri" alla Cima alle Coste di Arco di Trento effettuata in data 01 maggio 2025 da Toso e LaChi@rini


Ma le difficoltà non mi smontano; 
lungi dallo scoraggiarmi, mi eccitano. 
[Camillo Benso Conte di Cavour, 
da una lettera a Melanie Waldor del 1939, 
in Cavour: l’uomo e l’opera di Italo De Feo] 



Itinerario automobilistico: Da Dro (Vedi "luogo" al termine di questo post) seguire le indicazioni per il campo sportivo ed ivi parcheggiare. 

Avvicinamento: Dirigersi in direzione della parete, imboccando l'ampia sterrata. Immediatamente prendere in direzione Nord (destra in leggera salita) seguendo le indicazioni per Pietramurata e lago Bagatol. Percorrere la carrareccia sterrata sino a quando si incontra una sbarra in legno che ne ostruisce il passaggio ed imboccare, immediatamente prima, una traccia di sentiero che sale, a sinistra, nel bosco. Si passa davanti agli attacchi di Mercurio Serpeggiante e alla Parete di Sherwood, con le vie Sceriffo, ecc. Si sale ancora per ripida traccia fino a rinvenire l'attacco della via, scritta blu alla base (30 minuti dal parcheggio).  

Dislivello di avvicinamento: 150 m. circa;

Tempistica di avvicinamento: 30 minuti;

Lunghezze: 13;

Dislivello in arrampicata: 400 m. circa;

Quota di partenza (avvicinamento): 100 m.s.l.m. circa;

Quota di partenza (arrampicata): 250 m.s.l.m. circa;

Quota di arrivo: 650 m.s.l.m. circa;

Difficoltà: 6b (6a obbligatorio);

Soste: Su spit;

Esposizione: Sud-Est;

Vie di fuga: In doppia dalla via;

Tipo di roccia: Calcare;

Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie multipitch plasir. Friend pressochè inutili

Tempo di arrampicata: 5 ore;

Punti di appoggio: Tutta la zona della Val Sarca offre ampie possibilità ricettive;

Discesa: A piedi lungo una traccia di sentiero che, inizialmente, può essere difficile da individuare;

Attacco: Alla base di una parete lavorata con scritta "Dinosauri" alla base;

L'attacco della via Dinosauri


Relazione:

Primo Tiro (5a, 50 m.): Risalire la parete lavorata seguendo la linea degli spit. Un solo passo più impegnativo (5a), ma ben protetto, in prossimità di un cambio di pendenza visibile dalla base. Sosta su spit e albero.

Sul primo tiro

Alla fine della prima lunghezza

Secondo Tiro (5b, 40 m.): Proseguire sulla bella placca che sovrasta la sosta. Al termine tenere la sinistra (non andare a destra in direzione di spit visibili, in quanto si finisce sulla via Luca Franz Franceschini) e affrontare alcune balze rocciose che portano alla sosta (spit e albero).

La placca del secondo tiro

L'ultima parte della seconda lunghezza

Terzo Tiro (4a, 40 m.): Proseguire su terreno facile alla sinistra della sosta, poi rimontare un muro più impegnativo (4a) e poi proseguire in verticale per roccia più appoggiata, fino ad incontrare una scritta blu "Dinosauri" con la freccia che indica di andare verso sinistra. Andare in direzione della freccia e sostare su uno spit e pianta con cordone.

La prima parte della terza lunghezza

Sul passo chiave del terzo tiro

Quarto Tiro (5b, 50 m.): Proseguire in diagonale sinistra con facile arrampicata, poi risalire il soprastante diedro erboso arrampicando sulla placca alla sua destra (5b) fino ad incontrare la sosta su due spit;

La placca di 5b alla destra del diedro erboso

Il quarto tiro visto dall'alto


Quinto Tiro (II, 55 m.): Traversare a sinistra camminando su traccia di sentiero inoltrandosi nella vegetazione, poi risalire per balze rocciose in direzione della soprastante parete. Sosta su albero;

Dalla sosta traversare a sinistra su traccia di sentiero

Per facili balze andare in direzione della parete



Sesto Tiro (collegamento, 10 m.): Andare a sinistra su traccia di sentiero, si trova una scritta "dinosauri" alla base di una rampa destrorsa dove si sosta su singolo spit;

Per traccia di sentiero alla sx della sosta




Settimo Tiro (5a, 20 m.): Dalla sosta andare verso destra sulla rampa e poi rimontare le rocce seguendo gli spit fino a giungere in sosta su due spit su comodo terrazzo;

La prima parte del settimo tiro

Ottavo Tiro (6a, 25 m.): Affrontare la placca alla destra della sosta, poi proseguire per un sistema di successive placche che oppongono un'arrampicata tecnica e ben protetta con passi che arrivano al 6a. Sosta su due spit. Arrampicata che richiede di muoversi cercando i punti deboli della parete;

L'ottavo tiro visto dall'alto

L'ultima parte dell'ottavo tiro

Nono Tiro (5c, 20 m.): Arrampicare sopra la sosta seguendo l'articolazione della roccia che oppone passi che non superano mai il 5c, ma che richiedono un'arrampicata bella, ma fisica. Sosta su due spit.

Il nono tiro

Il nono tiro visto dall'alto


Decimo Tiro (6a, 25 m.): Arrampicare in direzione del visibile diedro fessurato che risulterà protetto benissimo e che regalerà una bellissima arrampicata atletica (6a). Sosta su due spit al termine della lama-fessura, sulla sinistra. 

Lo splendido diedro del decimo tiro visto dall'alto

L'uscita dal decimo tiro

Undicesimo Tiro (6b, 20 m.): Trattasi del tiro chiave della via. Affrontare la fessura che si staglia sopra la sosta. Passo di 6b (A0) posto all'inizio della fessura, sul cambio di pendenza. Poi proseguire lungo la fessura con arrampicata fisica e faticosa (6a+) fino a giungere alla sosta con due spit che si trova sulla sinistra.

La fessura sopra la sosta (6b)


  
La parte finale dell'undicesima lunghezza

Dodicesimo Tiro (5b, 20 m.): Proseguire in verticale sopra la sosta arrampicando su roccia che presenta buone prese fino ad uscire in sosta (2 spit).

La prima parte della dodicesima lunghezza



Il dodicesimo tiro visto dall'alto



Discesa: Dal termine della via seguire la traccia di sentiero sulla sinistra (faccia a monte) presenza di ometto. Si attraversa una zona di grandi massi su cui spiccano gli ometti. Giunti in prossimità di un masso più grande in cui spicca la scritta "Sas de Franz", prendere la traccia di sentiero in leggera salita alla sinistra del sasso (guardando la scritta) prestando attenzione ad ignorare gli ometti che portano in discesa. Raggiunta una placca detritica, superare un vecchio cavo metallico e proseguire seguendo gli ometti che portano ad una traccia di sentiero che s'intrufola nel bosco. Seguire il sentiero, privo di segni, districandosi all'interno del bosco fino ad incontrare una traccia di sentieri più marcata, con qualche ometto e molto ripida, a tratti insidiosa. Seguirla in discesa fino ad incontrare i primi segni blu e rossi che conducono al Sentiero delle Cavre. Da qui, in discesa fino al parcheggio. Circa 45 minuti dalla fine della via all'auto.




Considerazioni finali: La via Dinosauri alla Cima alle Coste di Arco di Trento è una bella via di stampo plasir. Si sostanzia in due parti, la prima, quella bassa, priva di difficoltà, ma anche priva di particolari emozioni, la seconda, quella alta, più impegnativa ma con diverse lunghezze interessanti. In particolare, il decimo tiro (6a) è davvero spettacolare. Il tiro chiave della via, l'undicesimo (6b) oppone un'arrampicata piuttosto fisica e faticosa, ma la difficoltà di 6b si concentra solamente in un breve tratto iniziale e, presumibilmente, dovrebbe essere azzerabile. Le protezioni, in tutta la via (compresi quindi i tiri più impegnativi), sono a spit ravvicinati (quasi da falesia) che permettono una progressione senza preoccupazioni, plasir appunto. Via consigliata, divertente, che permette anche una eventuale ritirata calandosi in doppia.


Riferimenti Bibliografici:
F. Kluckner, Arco Plasir, Idea Montagna ed. (2022), pp. 196, 197.



lunedì 30 agosto 2021

Via Caldo Inverno alla parete di San Paolo ad Arco di Trento

Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Caldo Inverno" alla parete di San Paolo ad Arco di Trento, scalata effettuata in data 25 maggio 2021 da Toso & Ste


Troppo spesso dimentichiamo che l'esistere, 
andandocene in giro per queste magnifiche crode,
è un privilegio di per sé stupefacente.
[Diego Cason, su Le Alpi Venete, 
autunno-inverno 2020-21, Cinquant'anni dell'alta via 2]







Itinerario automobilistico: Da Arco di Trento (Vedasi Luogo al termine di questo post) seguire le indicazioni per campeggi, piscina e Ceniga. Si imbocca una strada stretta che costeggia la parete San Paolo a sinistra e degli uliveti a destra. Proseguire fino al ristorante "La Lanterna". Parcheggiare la macchina nel parcheggio del locale (obbligo di consumazione);

Avvicinamento: Dal parcheggio de "La Lanterna" ripercorre a ritroso la strada appena fatta con la macchina. Dopo circa 100 m. imboccare un'evidente traccia di sentiero che sale a destra nella boscaglia. Raggiungere la parete ed iniziare a cercare la scritta alla base della via. La via Caldo Inverno si trova a destra (faccia alla parete) della via La Cengia Rossa. Se trovate le vie Elda o Linda, sappiate che dovete tornare sui vostri passi in quanto la via Caldo Inverno si trova a destra (faccia a monte) di queste vie;

Dislivello di avvicinamento: 50 m. circa;

Tempistica di avvicinamento: 20 minuti;

Lunghezze: 6;

Dislivello in arrampicata: 150 m. circa;

Quota di partenza (avvicinamento): 100 m.s.l.m. circa;

Quota di partenza (arrampicata): 150 m.s.l.m. circa;

Quota di arrivo: 300 m.s.l.m. circa;

Difficoltà: 6a (5c obbligatorio);

Soste: Su due spit (da unire con cordino) e su albero;

Esposizione: Sud;

Vie di fuga: In doppia dalla via;

Tipo di roccia: Calcare;

Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie sportive, portare, eventualmente, qualche friend medio piccolo per rare integrazioni; 

Tempo di arrampicata: 3 ore;

Punti di appoggio: La via è a pochi minuti dal paese di Arco;

Discesa: Seguire la cengia verso destra (faccia a monte) e poi per sentiero fino alla base;

Attacco: Scritta alla base della parete. La via Caldo Inverno si trova alla destra (faccia alla parete) della via La Cengia Rossa. Se trovate le vie Elda o Linda, sappiate che dovete tornare sui vostri passi in quanto la via Caldo Inverno si trova a destra (faccia a monte) di queste vie.

Traccia GPS per l'attacco: Scarica qui

Relazione:

Primo Tiro (6a, 25 m.): Salire seguendo linea degli evidenti spit. I primi metri la roccia potrebbe risultare viscida e presenta una difficoltà tra il 5c e il 6a, richiedendo dei movimenti delicati. Poi, dopo essere andata verso sinistra, la verticalità si abbatte e si affronta una sorta di diedro più facile (5a) che porta alla cengia di sosta (due spit con anello da unire);

La partenza impegnativa

Lo Ste alla fine della difficoltà del primo tiro

L'accennato diedro finale


Secondo Tiro (5c, 20 m.): Affrontare l'evidente diedro che oppone difficoltà costanti di 5c. L'entrata nel diedro e il primo rinvio sono un po' faticosi, alcuni passi successivi sono un po' unti. Uscita su facili rocce che conducono alla sosta (due spit con anello da unire);

Il meraviglioso diedro della seconda lunghezza

L'uscita dal diedro della seconda lunghezza

Terzo Tiro (4a, 20 m.): Risalire le facili rocce poste sopra la sosta, poi imboccare il sentiero e sostare su un albero alla base della successiva parete;

La prima parte del terzo tiro

Il sentiero che sosta sull'albero

Quarto Tiro (5c, 20 m.): Si sale sulle rocce iniziali con percorso logico e indicato da spit e cordoni. Si approda in questo modo nella sezione centrale del tiro che presenta una bella placca, protetta da spit, che richiede un'arrampicata tecnica (5c). In questa parte, ci si sposta dapprima a sinistra, sfruttando delle labili fessure, per poi rientrare verso destra. Roccia un po' unta. L'uscita dal tiro è più facile, ma un po' più atletica (5b). Sosta su due spit (con anello) da unire, alla sinistra di un invitante diedro;

La bella placca del quarto tiro

Lo Ste in azione sul passo chiave della quarta lunghezza

Quando le cose riescono


Quinto Tiro (5a, 30 m.): Dirigersi a destra verso l'invitante diedro che oppone difficoltà sul 5a, ma ben protette. Vinto il diedro, si prosegue con arrampicata, via via, più facile fino ad una traccia di sentiero che conduce alla sosta (due spit con anello da unire) alla base della successiva parete;


Lo Ste affronta il quinto tiro

Sul diedro

La parte finale della quinta lunghezza


Sesto Tiro (6a, 20 m.): Andare a destra, e poi salire verso il tetto fessurato che, per essere vinto, richiede un passo fisico (6a). Dopo il tetto, proseguire per un paio di metri in verticale, su tacche delicate e poi iniziare un bel traverso sinistrorso, ben protetto, ma non banale (5c). Al termine del traverso, scalare gli ultimi metri verticali fino ad uscire sulla cengia rossa e sostare al termine della via (2 spit da unire); 

Il tetto dell'ultimo tiro


Lo Ste sul traverso della sesta lunghezza

L'uscita della via


Discesa: Proseguire sulla cengia verso destra (faccia a monte) fino al suo termine, valutare se progredire in conserva protetta. Ci sono circa 100 m. lineari. Al termine della cengia seguire una traccia di sentiero verso l'alto che ben presto s'intrufola in un bosco e da qui in una carrareccia in discesa che, in 20 minuti, conduce al ponte di Ceniga. Qui, imboccare la strada che a destra, costeggiando il Sarca (sulla sinistra), conduce, in altri 20 minuti, al parcheggio della macchina. Lungo la discesa c'è la possibilità di abbandonare la carrareccia e seguire un sentiero scorciatoia che consente di risparmiare tempo. Il sentiero, che scende ripido verso destra nel bosco, è indicato da un ometto.  




Considerazioni finali: La via Caldo Inverno alla parete San Paolo di Arco è una via bella, corta, caratterizzata da alcuni tiri non banali che richiedono un minimo di allenamento e preparazione. Tutti i passaggi difficili (1°, 4° e 6° tiro) sono ben protetti e possono essere azzerati. Il primo tiro, proprio nei primi metri, oppone un acuto di difficoltà che potrebbe scoraggiare, soprattutto se la roccia è umida o viscida. L'ultimo tiro è una vera goduria e l'intera via è molto divertente, alcune prese sono un po' unte, soprattutto nel secondo e quarto tiro, però, nel complesso, la via è senz'altro consigliata.






giovedì 15 ottobre 2020

Via Boomerang al Monte Brento


Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Boomerang" detta anche "via della nuova generazione" al Monte Brento ad Arco di Trento effettuata in data 23 giugno 2020 da Toso ed Edo


Sarei potuto diventare un milionario, 
ma ho scelto di essere un vagabondo
[John Muir, Andare in montagna è tornare a casa,
piano B ed., p. 8, 2020


L'imponente parete del Monte Brento

Itinerario automobilistico: Da Arco di Trento seguire le indicazioni per Padaro (Vedi Ubicazione al termine di questo post). Da Padaro continuare in salita per diversi chilometri fino a raggiungere la frazione di San Giovanni. Si tratta, sostanzialmente, di alcune case sparse sistemate nel bosco. Appena trovato il cartello stradale San Giovanni, imboccare la prima strada sterrata sulla destra e parcheggiare appena possibile;

Avvicinamento: Dal parcheggio della macchina imboccare la strada sterrata a destra (quella a sinistra la percorreremo, a ritroso, al ritorno)e seguire le indicazioni per Dro. Abbandonare la sterrata quando volge decisamente a destra ed imboccare la sterrata  che prosegue dritta caratterizzata da qualche bollo rosso. Proseguire su questa sterrata, in discesa, ignorando alcune deviazioni e svoltando a sinistra solamente quando, nei pressi di una soluzione di continuità della discesa, si incontra un bivio a sinistra. Imboccare  la sterrata a sinistra e proseguire in falsopiano in direzione Nord/Nord-Est. Continuare sempre in falsopiano evitando deviazioni in salita o in discesa fino a quando la sterrata diventa un sentiero che inizia a scendere, ripido nel bosco. A quel punto, tra le fronde degli alberi, guardando verso Nord, si vedrà la nostra parete. Scendere su ripido e disagevole sentiero fino a quando, si incontrerà un anello di calata per attrezzare una doppia che depositerà sul colatoio dietetico del Monte Brento. A questo punto, attraversare tutta la pietraia, puntando verso la parete dove si individua, facilmente, il famoso "boomerang". Arrivati nei pressi della parete, s'incontra un grande ed evidente canale che interrompe l'incedere. Scendere lungo il canale fino ad individuare una comoda ed invitante cengia sulla sinistra che, dopo averla percorsa per 30 m. circa, conduce nei pressi di un anello di sosta. Consiglio di utilizzare la traccia GPS di seguito per l'avvicinamento;

Frecce rosse indicano l'avvicinamento;
Punta A: inizio del sentiero ripido e disagevole;
Punto B: calata in corda doppia;
Punto C: attacco della via;
Punto D: Uscita dalla via;
Frecce blu, discesa al parcheggio



Traccia GPS: Scarica qui la traccia GPS dell'avvicinamento;

Dislivello di avvicinamento: -300 m. circa;

Tempistica di avvicinamento: 1 ora;

Lunghezze: 20;

Dislivello in arrampicata: 600 m. circa;

Quota di partenza (avvicinamento): 1000 m.s.l.m. circa;

Quota di partenza (arrampicata): 800 m.s.l.m. circa;

Quota di arrivo: 1300 m.s.l.m. circa;

Difficoltà: VI (V obbligatorio);

Soste: Anello spittato (su un solo spit), alberi e chiodi;

Esposizione: Sud;

Vie di fuga: Nessuna. Dopo il boomerang, risulta complicato calarsi in doppia;

Tipo di roccia: Calcare;

Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;

Tempo di arrampicata: 6-8 ore;

Punti di appoggio: Nessuno;

Discesa: Lungo una traccia di sentiero che conduce ad una carrabile e da qui al parcheggio. 1 ora circa;

Attacco: Attacco di non facile individuazione. Dal canale di avvicinamento, si incontra una evidente e comoda cengia che si dirama sulla sinistra (faccia a valle), la si percorre per qualche decina di metri e si individua l'anello trapanato che rappresenta la sosta di partenza;


La cengia con l'attacco della via indicato
dal punto rosso

Il punto rosso indica l'anello d'attacco
della via Boomerang. La freccia indica
il tetto ad orecchio, che rappresenta un
ottimo punto di riferimento per individuare
l'attacco


Relazione:

Primo Tiro (IV, 50 m.): Risalire lo speroncino posto sopra l'anello di sosta che presenta roccia lavorata e facile. Tendere leggermente a destra (alcuni chiodi), vincere un breve e facile tettino (IV) e proseguire sulla placca successiva, con direzione destrorsa, fino ad incontrare la sosta (anello spittato) su una cengia posta immediatamente sotto ad una placca che conduce al tettino a forma di orecchio;

La prima parte del primo tiro
Il tettino della prima lunghezza


Secondo Tiro (VI - oppure V e A0 -, 35 m.): Si affronta la placca liscia sopra la sosta. Roccia nera molto scivolosa. Si raggiunge il tetto, dove ci sono diversi chiodi, e si arrampica verso sinistra, contornando il tetto che poi diventa diedro. Il passo di VI si trova nella parte bassa, mano e mano che ci si alza, invero, le difficoltà diminuiscono attestandosi sul V. Sosta su anello spittato posto al termine del diedro;

L'evidente e duro tetto ad orecchio
 che caratterizza il II tiro

Il secondo tiro visto dall'alto


Terzo Tiro (IV, 50 m.): Andare a destra della sosta per alcuni metri e poi affrontare verticalmente le soprastanti placche, con percorso logico ed intuitivo, sfruttando i punti deboli della parete. Nessun chiodo e pressoché nessuna possibilità di proteggere. Sosta su due spit, uno dei quali con anello di calata, nei pressi du una cengia detritica;

All'inizio del terzo tiro
traversare a destra


Poi risalire la soprastante placca
 priva di protezioni 


Quarto Tiro (V, 35 m.): Proseguire in verticale sopra la sosta inizialmente su placca e poi per rocce più articolate, fino giungere ad una cengia ove si trova la sosta su anello spittato;

Le placche della quarta lunghezza

L'uscita dal quarto tiro



Quinto Tiro (IV+, 30 m.): Salire in verticale sopra la sosta puntando ad un cordino posto qualche metro più in alto. Proseguire su rocce più articolate tendendo verso sinistra. La sosta (spit con anello + chiodo a pressione) si trova proprio sotto ad un evidente diedro/tetto;

Salire in verticale sopra la sosta



Sesto Tiro (V, 40 m.): Dalla sosta si rimontano le soprastanti placche in direzione dell'evidente diedro. Lo si vince con una bella arrampicata atletica (V) protetta a chiodi e che richiede oculatezza perché alcune rocce si muovono. Vinto il diedro si prosegue in verticale, su percorso logico, fino ad incontrare la sosta (spit con anello) su un diedro erboso;

Verso l'evidente tetto

Settimo Tiro (V, 40 m.): Risalire l'accennato diedro alla destra della sosta, poi abbandonarlo e risalire direttamente la soprastante placconata solcata da alcune spaccature con direzione leggermente destrorsa. Al termine delle difficoltà, s'incontra la sosta su due chiodi posta all'inizio di una grande placca;

La linea di salita della settima lunghezza

Ottavo Tiro (IV, 20 m.): Dalla sosta girarsi verso sinistra e risalire un diedro erboso e sporco percorrendolo tutto fino ad incontrare la sosta (anello con spit) sotto ad una enorme placca a sua volta posta sotto il grande diedro del boomerang; 

Il diedro erboso dell'ottava lunghezza

Edo in uscita dall'ottavo tiro


Nono Tiro (V+, 40 m.): Dalla sosta salire verso i pochi chiodi che si riescono a vedere che spuntano dalla liscia placca soprastante. Raggiunto il primo chiodo si inizia a traversare a destra, con arrampicata impegnativa (V+) su microtacche, pressoché sprotetta e di difficile integrazione. Al termine del traverso si sale su rocce un po' più lavorate e si sosta su anello con spit;

L'impegnativa placca della nona lunghezza

Il nono tiro visto dall'alto

Decimo Tiro (V+, 40m.): Dalla sosta andare in traverso destro su facile cengia erbosa fino a quando il tetto del boomerang soprastante finisce. Poi si sale in verticale su roccia lavorata e un po' instabile, passando alla sinistra di una prominenza con arrampicata impegnativa (V+) presenza di chiodi. Poi piegare a destra, su rocce più semplici fino a smistare sulle radici di una pianta;

La prima parte della decima lunghezza

La seconda, impegnativa, parte del decimo tiro

Undicesimo Tiro (III, 50m.): In traverso destrorso, inizialmente su cengia accennata e poi su rocce rotte, verso un gruppo di alberi. Lunghezza facile e poco interessante. Sosta su albero;

L'accennata cengia in direzione degli alberi


L'uscita dalla undicesima lunghezza

Dodicesimo Tiro (III, 60m.): Salire sulla placca posta sopra l'albero di sosta, con direzione destrorsa scegliendo i punti deboli della roccia. Arrivati ad una cengia un po' erbosa, andare decisamente a destra verso un gruppo di alberi dove si sosta al termine della corda;

La prima parte del dodicesimo tiro

Tredicesimo Tiro (IV+, 40m.): Continuare in traverso a destra, inizialmente boscoso e poi su placca facile anche se un po' sporca di erba e piante. Dopo 10-15 metri di traverso a destra, s'incontra una sezione di roccia lavorata. Risalirla (IV+) puntando ad un gruppo di alberi posizionati 20 m. più in alto. Si trova 1-2 chiodi sulla sezione di IV+, poche possibilità di integrare. Sosta sul tronco di uno degli alberi dove si è arrivati;

Il primo tratto: un traverso a destra su placca
facile, ma un po' sporca (visto dal primo di cordata)

Risalire la roccia lavorata puntando agli alberi

Quattordicesimo Tiro (III, 60m.): Infilarsi nel bosco e puntare ad alcune evidenti placche in alto a sinistra senza, tuttavia, raggiungerle. Al termine della corda sostare su tronco di albero all'interno del boschetto che si affaccia sulla placca; 

Entrare nel boschetto puntando alle
placche a sinstra


Quindicesimo Tiro (IV+, 50m.): Affrontare la placca che si dipana davanti al bosco traversando verso sinistra. Inizialmente l'arrampicata è facile (III), poi, mano a mano che si traversa a sinistra, le difficoltà aumentano fino al IV+ e l'esposizione diventa importante. Oltre ad un paio di chiodi, ci sono molte difficoltà a trovare posizioni per protezioni veloci. Verso la fine del tiro si trova roccia anche un po' friabile. Attenzione, la sosta (a chiodi) si vede solo all'ultimo momento in quanto nascosta da una piega della roccia. Su questa lunghezza è importante traversa a sinistra seguendo il punto debole e facile della parete.

Risalire la placca andando a sinistra

Inizia il lungo traverso a sinistra

Sedicesimo Tiro (IV+, 40m.): Continuare in netto traverso a sinistra, con arrampicata non difficile (IV+), ma esposta. Sosta su  anello spittato. 

La 16esima lunghezza vista dall'alto

La parte finale del 16° tiro

Diciassettesimo Tiro (V+, 30m.): Salire in verticale sopra la sosta seguendo i punti deboli della parete, affrontando un sistema di diedri e placche dove si trovano un paio di chiodi (passo di V+). Proseguire con arrampicata più facile, ma sprotetta e di difficile integrazione con direzione tendente a destra fino a raggiungere la sosta (anello con spit);

La linea di salita del 17° tiro

La parte finale della 17^ lunghezza

Diciottesimo Tiro (IV+, 30m.): Proseguire in verticale sopra la sosta con direzione destrorsa affrontano un articolato sistema di fessure, canali e tettini (a tratti anche roccia instabile) fino ad arrivare  alla sosta con anello spittato, posizionata a fianco di una fessura con due chiodi di sosta;

La linea del 18° tiro

La 18^ lunghezza vista dall'alto

Diciannovesimo Tiro (IV+, 30m.): Andare in netto traverso a destra per un paio di metri e poi risalire l'evidente camino che presenta della roccia instabile. Proseguire con attenzione su passaggi che non superano mai il IV+, ma che possono essere insidiosi per la friabilità della roccia, fino a quando s'incontra la sosta su albero. Sulla destra della sosta, si trova una scatola metallica con all'interno il libro della via;

Dalla sosta andare in traverso a destra
 per un paio di metri




Il camino friabile del 19esimo tiro


Ventesimo Tiro (IV, 40m.): Dalla sosta salire con direzione sinistrorsa su roccia instabile, poi piegare con deciso traverso a sinistra passando sotto un accennato aggetto protetto con cordone ed uscire su traccia di sentiero nel bosco dove si sosta su albero;

La prima parte del 20esimo tiro

L'uscita dalla via

Discesa: Valutare se fare ancora qualche decina di metri nella traccia di sentiero legati in cordata, poi seguire le tracce di sentiero che tende in salita verso sinistra (faccia a monte) fino ad individuare un segno blu su una roccia. Al primo bivio che s'incontra seguire la traccia in discesa che successivamente diventa pianeggiante e segue un percorso in costa (presenza anche di rari segni rossi e blu). Il sentiero conduce, dopo una mezz'oretta, su una ampia carrozzabile sterrata che, in discesa, conduce al nucleo abitativo di San Giovanni. Dalla fine della via ci vuole circa un'ora di camminata;

La traccia da seguire per la discesa.
Il pallino blu è disegnato
su un sasso del sentiero

 

Considerazioni finali: La via del Boomerang, detta anche via della nuova generazione, al Monte Brento è un vero e proprio viaggio tra le placche dell'imponente parete calcarea. Pur non opponendo difficoltà tecniche eccessive (i pochi passi di VI sono azzerabili) è una via che richiede un importante impegno (sia fisico che psicologico), velocità, intuito e capacità di lettura della via, resistenza ed esperienza nel fare anche lunghi tratti sprotetti. I rari chiodi in via sono posizionati nei punti strategici, anche se, alcune volte, si gradirebbe ce ne fosse qualcuno di più. Le protezioni veloci non sempre si riescono a posizionare, considerando che si tratta di una via costituita, soprattutto, da placche. Forse potrebbe tornare utile avere un martello e qualche chiodo per qualsiasi emergenza. Le soste sono quasi tutte nuove (singolo spit con anello di calata), ma l'impossibilità di una ritirata dopo il boomerang impongono grande consapevolezza, soprattutto alla luce del fatto che nella parte alta è piuttosto facile perdersi. Si rischia di uscire dalla via sia perché la lettura della stessa, a volte, non è banale, sia perché ci sono molti chiodi e soste (probabilmente di abbandono) di precedenti alpinisti che sono andati fuori via. La via richiede, inoltre, una oculata scelta di quello che può essere considerato il periodo migliore per affrontarla. Le giornate devono essere sufficientemente lunghe, ma si deve escludere l'estate in quanto il caldo potrebbe risultare insopportabile. Quando l'abbiamo fatta noi (23 giugno) era proprio al limite. Nel complesso, quindi, si tratta di una via di grande soddisfazione, che non deve mancare nel curriculum di ogni alpinista.


La via del Boomerang al Monte Brento