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domenica 1 luglio 2012

Bec Raty (2383 m.) - Via ex articolo 18

Valle di Champorcher - Bard - Valle d'Aosta

Ascensione effettuata in data 16 giugno 2012 da Toso e B.C. (in alternata con partenza del Toso)


Il Bec Raty





Itinerario automobilistico: Dal paese di Champorcher, nei pressi di una farmacia, si sale a sinistra per una piccola stradina secondaria che conduce alle frazioni di Gran e Petit Mont Blanc (Vedi Ubicazione alla fine di questo post). Si prosegue sulla strada anche quando diventa sterrata sempre seguendo le indicazioni per Rifugio Dondena. La macchina verrà lasciata in prossimità di un bivio che a destra conduce al Lago de ratè (indicazioni).

In blu evidenziato il percorso di avvicinamento
Avvicinamento: Lasciata la macchina nei pressi del bivio del sentiero che, sulla destra, conduce al Lago di Ratè, si risale quest'ultimo sentiero contrassegnato 9A. Dopo una decina di minuti scarsi s'incontrano sulla sinistra delle baite, si prosegue ancora per qualche metro e si incontra una traccia che, sulla sinistra, abbandona il sentiero principale e prosegue in direzione del Bec Raty. Si supera un torrente e, sempre per tracce ed ometti si arriva, in altri 10 minuti, all'attacco. Come indicato nella foto.


In evidenza i primi due tiri della via




Dislivello di avvicinamento: 100 m. scarsi;
Lunghezze: 10 tiri;
Dislivello in arrampicata: 300 m. circa;

Quota di partenza (avvicinamento): 1900 m.s.l.m. circa;
Quota di partenza (arrampicata): 2000 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2382 m.s.l.m.;
Difficoltà: 6a+;
Soste: 
Non tutte le soste sono con spit e catena. Alcune hanno gli spit uniti da vecchi cordini. Conviene, pertanto, portare seco il necessario per unire i chiodi di sosta;
Esposizione: Sud-Est;

Vie di fuga: probabilmente in doppia dalla via;
Tipo di roccia: Gneiss;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per arrampicata di tipo plasir. Non credo che sia necessario integrare, noi non l'abbiamo fatto. La spittatura è da falesia;
Tempo di arrampicata: abbiamo iniziato alle 12.30 e siamo arrivati al termine della via alle 16.30;
Discesa: Dapprima per tracce e poi per il sentiero 9A che riporta alla macchina; 

Attenzione: Roccia buona ma non ottima, può rimanere in mano qualcosa!
Attacco: Guardando attentamente nei pressi del diedro indicato dalla foto si vedono molto bene i due spit che proteggono l'abbrivio del primo tiro. Questo è l'attacco. Le foto aiutano.
Relazione:
Primo Tiro (4a, 20m.): Si risale il facile salto roccioso iniziale e si supera senza grossi problemi il successivo diedro che tende a destra. Chiodi nei posti giusti. Non occorre integrare. Via logica ben appigliata.

Il Toso in partenza


Secondo Tiro (5c, 25m.): Si risale la facile rampa (4a) sulla destra ove troneggia uno spit. Poi la roccia diventa verticale e ci si deve spostare a sinistra seguendo un'evidente spaccatura orizzontale. La progressione  avviene sulla direttrice diagonale sinistra in direzione di un evidente diedrino. Gli spit sono molto vicini e credo che si possa azzerare agevolmente. Le relazioni gradano questi due-tre metri 6a. Io li ho trovati un po' più facili. Arrivati al diedrino le difficoltà si abbattono leggermente e si prosegue per alcuni metri ancora fino in sosta. Siamo sul 5b.

La B.C. all'inizio del passo chiave della seconda lunghezza


Terzo Tiro (4c, 15m.): L'arrampicata prosegue sulla direttrice logica e verticale. Non oppone particolari difficoltà ma non regala neppure indimenticabili emozioni. Lunghezza corta.
Quarto Tiro (5b, 30 m.): Si affronta l'evidente fessura, la si risale per tutta la sua lunghezza e si supera un tetto ben appigliato(5b). Passaggi molto belli. Poi la via prosegue leggermente a sinistra su gradi più bassi fino ad arrivare in sosta.

La B.C. sulla quarta lunghezza. Si noti la fessura
che ne caratterizza la prima parte
La B.C. al termine della lunghezza


Quinto Tiro (4a, 25 m.): La via prosegue inizialmente per sassi ed erbe con un breve tratto di collegamento fino a raggiungere un'evidente placca appoggiata. Si prosegue sulla placca (3a) in direzione del diedro fessurato che oppone difficoltà sul 4a. In cima al diedro si sbuca su un'altra placca-cengia. Qui ci si deve spostare a sinistra e sostare sulla sosta i cui due fix sono uniti da una vecchia fettuccia. Fare attenzione, qui si vedono almeno tre soste diverse. La nostra (nel caso la fettuccia un giorno dovesse venir a mancare) è quella posizionata proprio sotto lo spigolo su cui è evidente una lunga serie di spit.

Il tratto iniziale della quinta lunghezza è un collegamento erboso con
l'evidente diedro
Il Toso in azione sul facile diedro


Sesto Tiro (6a+, 30 m.): Si risale la roccia in direzione dello spigolo. C'è un diedrino proprio sotto un aggetto su cui spicca un ancoraggio. Le protezioni sono piuttosto vicine. Il grado è sul 6a. Vinto il tettino si prosegue lungo lo spigolo portandosi il più possibile a destra, verso il filo esterno dello spigolo. Qui si devono fare un paio di metri di arrampicata su tacchettine rovescie e sfuggenti. Il grado è sul 6a+ ma credo che si riesca ad azzerare dato che gli spit sono proprio vicini. Vinto lo spigolo, l'arrampicata prosegue più facile per alcuni metri fino alla sosta.

La B.C. all'inizio del sesto tiro. Il passaggio duro è più in alto


Settimo Tiro (5c, 25 m.): Si affronta il primo balzo roccioso piuttosto facile (4c). Poi si supera una seconda rampa che conduce proprio sotto un grosso tetto aggettante. Fin qui nulla di impossibile. Poi la via prosegue in traverso a destra, sotto il grande tetto, per alcuni metri fino in sosta. L'inizio del traverso, soprattutto la prima rinviata, all'uscita della seconda rampa proprio sotto il tetto, l'ho trovata piuttosto delicata. Il grado non è altissimo, saremo sul 5c, ma è da fare attenzione! Il traverso non rappresenta un grosso ostacolo (5a). Si arriva in sosta proprio sotto un pilastrino nero che caratterizza il tiro successivo.

Il Toso tra la prima e seconda rampa della settima lunghezza
Il Toso prima del traverso


Ottavo Tiro (6a+, 20 m.): Il percorso è logico. Gli spit, vicini e ben visibili, indicano la via. Si tratta di un'arrampicata tecnica e delicata su microtacche. Il tutto è molto ben protetto. Credo che si riesca ad azzerare agevolmente. Usciti dal pilastrino si fa sosta su una placca appoggiata.

La B.C. sta per affrontare il passaggio chiave del tiro


Nono Tiro (5a, 45 m.): Si prosegue con una facile camminata in direzione della vetta del Bec Raty (Sud). Ad un tratto si incontra, sulla destra, un camino su cui spicca evidente un lungo cordone. Si risale il camino per tutta la sua lunghezza (5m. 5a). Fare attenzione perché un grosso masso è piuttosto mobile. Si esce in placca appoggiata. Si fa qualche metro ancora in direzione della vetta del Bec Raty (Sud) e si trova la sosta. Alla nostra destra è presente un bel larice, credo che volendo si potrebbe fare sosta anche su questo albero.

La B.C. sulla placca finale dell'ultimo tiro. Si noti a sx il larice
che caratterizza un punto di riferimento
Giochi di bruma sulla cresta sommitale


Decimo Tiro (3a, 40 m.): Volendo si può proseguire ancora verso la vetta del Bec, su placca appoggiatissima fino ad incontrare l'ultima sosta nei pressi della vetta. In realtà quest'ultimo tiro è piuttosto inutile. La vetta è un piatto panettone di sfasciumi.

In vetta


Discesa: Si seguono le tracce e gli ometti che conducono in 15 minuti al sentiero 9a. Da qui in 30 minuti al parcheggio.


Considerazioni finali: Via bella e non particolarmente difficile in ambiente spettacolare. La spittatura è da falesia il che conferisce a tutta l'arrampicata una notevole sicurezza. Sbagliare via è veramente difficile. Alcune relazioni gradano questa via TD. Credo sia un po' esagerato, anche se si tratta di una via con dislivello in arrampicata di oltre 300 m. e con almeno due lunghezze sul 6a. Avvicinamento e discesa veloci e  facili. Noi l'abbiamo scelta proprio perchè la caviglia della B.C. non poteva reggere ad avvicinamenti più impegnativi Fare solo attenzione che qualche appiglio può essere mobile.
L'uscita in vetta e la successiva discesa, regalano panorami veramente splendidi.



sabato 10 marzo 2012

Monte Rascias - Ski Alp

Valle di Champorcher - Bard - Valle d'Aosta

Escursione con gli Sci d'alpinismo effettuata il 29 dicembre 2011 da Toso e Adri


Il Monte Rascias con indicato il percorso di salita



Localita di Partenza: Petit Mont Blanc (1700 m.s.l.m.);
Località di Arrivo: Vetta Monte Rascias (2784 m.s.l.m.);
Dislivello: 1000 m. circa. Dipende da dove si riesce a parcheggiare la macchina a seconda dell'innevamento;
Tempistica: Io ed Adri siamo partiti alle 10.00 e siamo arrivati in vetta alle 15.00. Siamo stati piuttosto lenti sia perchè era la prima Ski-alp della stagione sia per problemi di vesciche ai piedi;
Difficoltà: MS
Esposizione: Sud fino al Rifugio Dondena, poi Nord-Est fino in vetta;
Punti di Appoggio: Rifugio Dondena (2193 m.s.l.m.);
Percorso Automobilistico: Autostrada TO-AO, uscita Pont-Saint-Martin, seguire la SS 26, superare il Forte di Bard e, alla rotonda, seguire le indicazioni per Champorcher. Si sale lungo la SR2 che s'inoltra nella bella vallata di Champorcher e la si percorre per circa 15 Km fino ad arrivare all'omonimo paese. Qui, nei pressi di una farmacia, si gira a destra e si sale su una strada asfaltata che in pochi chilometri conduce alla borgata Petit Mont Blanc. (Attenzione, a Champorcher non si deve arrivare fino agli impianti sciistici, ma si deve svoltare prima.) Qui, sulla strada che si sta percorrendo, si trova un parcheggio. In base all'innevamento si può lasciare la macchina ivi oppure salire ancora fino a quando il manto nevoso lo consente;
Discesa: Lungo l'itinerario di salita;
Riferimenti tempistico-altimetrici:
h. 10.00 - 1790 m.s.l.m. - Partenza;
h. 11.00 - 1995
h. 12.00 - 2235 m.s.l.m. - Rifugio Dondena;
h. 13.00 - 2315 m.s.l.m. - Ripresa dal Rifugio;
h. 14.00 - 2605
h. 15.00 - 2825 m.s.l.m. Vetta
h. 16.00 - 1730 m.s.l.m. Arrivo


Relazione: Io e Adri lasciamo la macchina all'altezza del primo tornante che si incontra subito dopo il parcheggio di Petit Mont Blanc. Da qui si vede, volgendo lo sguardo ad Ovest, la vetta del Monte Rascias. La nostra meta.
Alle 10.00, con una giornata che si profila meteorologicamente buona, iniziamo la scialpinistica. La neve non abbonda, ma la strada asfaltata è completamente bianca. A noi basta!

La strada che conduce al Rifugio Dondena. Si noti, in lontananza,
sulla sinistra, la cima arrotondata del Rascias

La prima parte del percorso è molto facile ed intuitiva (non che la seconda celi chissà quali insidie), basta seguire la strada. Solitmente il percorso è ben tracciato anche dal passaggio della motoslitta che porta i rifornimenti al Rifugio Dondena. La pendenza non è mai eccessiva, ma lo sviluppo, per arrivare al Rifugio, è consistente: circa 6 Km. Sufficiente per far nascere delle dolorosissime fiacche nei piedi di Adri. La salita per lui si rivelerà una tortura, ma stoico arriverà fino in vetta.
Questo primo tratto di escursione sa comunque regalare degli scorci paesaggiastici davvero interessanti.

Il percorso passa proprio sotto le pareti del
Bec Raty ( 2382 m.s.l.m.)
In primo piano la strada, sullo sfondo il Rascias

Scorcio ameno


Mano a mano che ci si avvicina il percorso da seguire è sempre più loico


Alle 11.40 arriviamo al suggestivo paesello di Dondena. Ci accoglie una bella falesia che troneggia sulla destra. Echi dal passato, che narrano dolorose vicende partigiane, affiorano su alcuni cartelli didascalici.  Alle 12.00 entriamo, per medicamentare le ferite dell'Adri, nel Rifugio Dondena. Tra una cosa e l'altra, riprendiamo la marcia alle 13.00.


Il Rifugio Dondena, la salita prosegue sulla destra
Usciti dal Rifugio, ci portiamo alle sue spalle e procediamo in direzione Sud-Ovest. Il percorso è logico. La cima più vicina, sulla cui vetta troneggiano dei piloni d'alta tensione, è il Monte Dondena ( 2543 m.s.l.m.). Noi puntiamo all'evidente sella tra l'anticima del Rascias e lo stesso. Lasciando quindi a sinistra il Monte Dondena.



Non troviamo una bella neve. Questo versante è in ombra. La neve ha già subito la trasformazione.

La vetta del Monte Dondena
Arrivati alla quota corrispondente alla cima del Dondena, facciamo un lungo traverso a destra. Tagliamo tutto il versante nord del Rascias. Alle  14.00 siamo sulla sella. La cima del Rascias a sinistra, la sua anticima a destra. Davanti a noi si schiude la bella e solitaria valle del Rifugio Miserin.

Nei pressi della sella e dell'anticima del Rascias
L'ometto dell'anticima. Non occorre andarci in salita.
Si presenterà l'occasione durante la discesa
La suggestiva e solitaria valle del Rifugio Miserin
Dalla sella, arrivare in cima al Rascias è un gioco da ragazzi. Procediamo in direzione Est\ Sud-Est e in venti minuti siamo in vetta. Finalmente, dopo almeno 2 anni, io ed Adri riusciamo a raggiungere una cima insieme. Massima soddisfazione!

Verso la cima. Percorso evidente
Da qui si gode di un'incredibile vista sul gruppo del Rosa. Si riesce a distinguere tutte le cime del massiccio. Meraviglioso!

La corona del Rosa


Il tempo di ammirare il paesaggio, di togliere le pelli e siamo pronti per la discesa. La prima della stagione!
La prima parte del percorso, fino alla sella, è una in pista. Riscopro quel piacere ludico che offre lo sci... stupendo! Dall'anticima in poi, invece, la neve cambia consistenza e la sciata richiede più attenzione e sforzo fisico. Metto in saccoccia qualche caduta.
Alle 16.00, ripercorrendo il tracciato di ascesa, siamo alla macchina.



Considerazioni finali: Si tratta di una gita facile. La vetta del Rascias, di fatto, è un panettone, ma gli scorci paesaggistici che offre sono notevoli. In particolare, l'osservazione privilegiata sul Monte Rosa è veramente incantevole. Direi che il percorso non cela insidie particolari. Il lungo sviluppo iniziale, per arrivare al Rifugio Dondena, è consigliato per le fiacche ai piedi.
Direi che è una gita da farsi, come nel nostro caso, all'inizio della stagione. Quando si vuole mettere un po' di metri sulle gambe.
Inoltre, la vallata di Champorcher, offre diversi itinerari validi per lo scialpinismo. Nel complesso, pertanto,  è stata una gita bella , piacevole, che ha pienamente soddisfatto le aspettative.