Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Diedro Vinatzer" al Piz Ciavazes effettuata in data 13 giugno 2025 da Toso e Fedez
Maggiori le difficoltà, più vivido è il ricordo della salita!
[Alexander Huber, su Montagne 360°, 03/2013 p. 72]
Itinerario automobilistico: Si percorre in salita la strada statale che dalla Val di Fassa conduce al Passo Sella, arrivati al Passo Sella, lasciare la macchina nei pressi dell'Hotel Maria Flora.
Avvicinamento: Imboccare il sentiero che si dirama sui prati alla destra (guardando l'ingresso) dell'Hotel Maria Flora. Percorrere il sentiero in salita (ignorando, quindi le deviazioni in discesa) seguendo la normale di salita alla Seconda Torre (ometti) che richiede qualche passo di I e II grado in salita. Proseguire sulla traccia di sentiero fino a quando, dopo circa 20 minuti, si distingue la traccia di sentiero che, verso destra, conduce in direzione dell'evidente diedro Vinatzer. Siamo sulla cengia dei camosci. L'attacco della via si trova subito dopo una grotta, in prossimità di un diedro fessurato con chiodo e cordino alla base. (45 minuti dal parcheggio).
In rosso la traccia di avvicinamento |
Dislivello di avvicinamento: 250 m. circa.
Tempistica di avvicinamento: 45 minuti.
Lunghezze: 8.
Dislivello in arrampicata: 250 m. circa.
Quota di partenza (avvicinamento): 2240 m.s.l.m. (Passo Sella).
Quota di partenza (arrampicata): 2500 m.s.l.m. circa.
Quota di arrivo: 2750 m.s.l.m. (Cima Piz Ciavazes).
Difficoltà: VI+ (V+ e A0 obbligatorio).
Soste: Su chiodi, spuntoni e clessidre.
Esposizione: Ovest.
Vie di fuga: Nessuna.
Tipo di roccia: Dolomia.
Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico. Friend del 4 consigliato.
Tempo di arrampicata: 4 ore.
Punti di appoggio: Albergo Maria Flora al Passo Sella.
Discesa: Tre calate in corda doppia sul versante Ovest.
Attacco: L'attacco di individua senza particolari difficoltà in quanto, una volta raggiunto il sentiero della cengia dei Camosci (sentiero in orizzontale che percorre la base della parete sotto il diedro) di individua una grotta, la si supera e, dopo alcuni metri, si trova un diedro fessurato con alla base un chiodo con cordino;
Relazione:
Primo Tiro (IV, 55 m.): Risalire il diedro fessurato, poi andare verso sinistra seguendo la fessura, al termine della quale, andare verso destra per rocce più facili, con percorso logico fino a sostare su spuntone (cordino) alla base di una larga fessura.
Il chiodo con cordino all'attacco del Diedro Vinatzer |
Sul diedro fessurato all'attacco della via |
La fessura del primo tiro |
L'ultima parte del primo tiro |
Secondo Tiro (V+, 40 m.): Affrontare l'evidente fessura posta sopra la sosta che oppone un paio di passi duri (V+), possibilità di proteggersi utilizzando friend grandi (3 e 4 bd). Proseguire su rocce più facili lungo il successivo canale e superare un'ulteriore fessura leggermente strapiombante (IV+). Giunti al cospetto di una terza fessura (presenza di una sosta in basso a sinistra da ignorare) spostarsi a sinistra e affrontare la parete grigio-gialla a buchi e tacche (IV). Poi, per rocce più facili dentro al canale, raggiungere la sosta su clessidra e due chiodi.
La difficile fessura del secondo tiro |
La seconda fessura da superare nella seconda lunghezza |
La placca a buchi e tacche |
Terzo Tiro (V, 25 m.): Dalla sosta traversare a sinistra verso un evidente diedro-fessura, risalirlo con passi che arrivano al V (protezioni veloci) uscire a destra e risalire il successivo canale, per rocce più facili, fino a raggiungere la sosta su clessidra e chiodo. Possibilità di fare sosta pochi metri più avanti, in traverso a destra, su due clessidre unte da cordone.
La prima parte del terzo tiro |
La seconda parte del terzo tiro |
Quarto Tiro (IV, 40 m.): Dalla sosta andare in traverso a destra, ignorare la sosta su due clessidre e, poco oltre, affrontare il canale che porta, senza difficoltà, a sostare su un enorme spuntone (cordone) alla base del diedro nero che caratterizza la parte superiore della via Vinatzer. Da qui in poi iniziano le difficoltà.
Il canale della quarta lunghezza |
Quinto Tiro (VI+, 55 m.): Affrontare la fessura gialla posta sopra la sosta che richiede un'arrampicata tecnica e delicata da proteggere (V+), poi portarsi sul diedro nero di sinistra e arrampicare verso l'evidente strozzatura che, per essere vinta, richiede un "passo d'altri tempi" duro e faticoso (VI+/A0). Entrare nello stretto camino, valutare se togliere lo zaino, e poi, per rocce più facili continuare con percorso evidente fino alla sosta (chiodo e clessidra).
La prima parte del quinto tiro, passo delicato di V+ |
Dentro il camino |
La parte finale della quinta lunghezza |
Sesto Tiro (VI+ (A0), 10 m.): Affrontare la placca strapiombante posta sopra la sosta, che richiede un'arrampicata faticosa, ma ben protetta da numerosi chiodi. Possibilità di azzerare pressoché tutto il tiro. Sostare alla base dello stretto camino su due chiodi e clessidra;
La sesta lunghezza vista dalla quinta sosta |
La sesta lunghezza vista dall'alto |
Settimo Tiro (V+, 20 m.): Affrontare il diedro-camino strapiombante posto sopra la sosta, poi andare a sinistra vincendo la magnifica fessura aggettante. Fino qui è richiesta un'arrampicata fisica e faticosa, ben protetta, le cui difficoltà non superano mai il V+. Proseguire lungo il diedro-camino sulla destra, su difficoltà più basse che però non scendono sotto il V, fino ad arrivare in sosta su tre chiodi in una nicchia.
L'impressionante fessura aggettante del settimo tiro |
La prima parte del settimo tiro vista dall'alto |
Ottavo tiro (V, 40 m.): A sinistra della sosta, affrontare l'evidente fessura (primi metri un po' delicati per la scarsa qualità della roccia), poi si prosegue lungo la fessura fino al suo termine, per roccia buona che oppone qualche passo di V. Presenza di qualche chiodo e, comunque, facilmente proteggibile. Al termine della fessura proseguire per rocce più facili, presenza di un chiodo, e poi andare verso il diedro di destra (ignorando una variante più facile a sinistra che riserva un'uscita insidiosa) che dopo pochi metri conduce al termine della via. Sosta su singolo chiodo (da integrare al termine della via) oppure su singolo spit, dopo qualche metro di sfasciumi.
La fessura dell'ultimo tiro |
La prima parte dell'ottavo tiro vista dall'alto |
L'uscita dalla via vista dall'alto |
Discesa: Dalla sosta proseguire, per tracce di sentiero, verso l'alto, fino ad intercettare una traccia che in netto traverso a sinistra (faccia a monte) porta verso la Terza Torre del Sella con percorso delicato a causa dei detriti. Raggiunto il bordo della parete, rinvenire una sosta a spit e calarsi con tre doppie fino alla base della parete. Lungo la parete di calata ci sono diverse soste a spit attrezzate con anello di calata poste, generalmente, ogni 30 metri. Al termine delle doppie, seguire la traccia di sentiero che, con alcuni passi di I e II grado in discesa, porta sulla normale della Seconda Torre percorsa in salita per raggiungere l'attacco. Da qui ripercorre a ritroso il sentiero fatto per l'avvicinamento.
Sulla cengia detritica al termine della via |
Considerazioni finali: Il diedro Vinatzer al Piz Ciavazes è una grande classica del Gruppo del Sella. Si tratta di una via che elargisce grandi soddisfazioni, impegnativa e da affrontare con il giusto grado di preparazione. Si compone, in buona sostanza, di due parti. La prima, quella bassa, caratterizzata dai primi quattro tiri, è più facile, sebbene ci siano alcuni passi di V+ che richiedono decisione. La seconda, quella alta, caratterizzata dall’enorme diedro finale che dà il nome alla via, è quella più impegnativa dove si concentrano tutte le difficoltà. Le varie relazioni gradano i vari passi chiave come VI, in realtà, se affrontate in libera, le difficoltà sono decisamente superiori. In ogni caso, sebbene tutti i passi duri siano azzerabili, si tratta di un’arrampicata d’altri tempi, a cui siamo poco avvezzi, caratterizzata da diedri, fessure e camini fisici, strapiombanti e molto faticosi. La dura fessura del secondo tiro (V+) dà un primo assaggio di quello che, ben più impegnativo, ci aspetta nella parte alta della via. La prima parte della quinta lunghezza, invece, è possibile affrontarla a sinistra della sosta, entrando direttamente nel diedro-camino nero (presenza di un chiodo) che dovrebbe consentire di evitare il delicato passo di V+ descritto in questa relazione. In ogni caso, questa soluzione non è stata provata da chi scrive. Stupendo il settimo tiro.
Riferimenti Bibliografici: Emiliano Zorzi, IV grado Dolomiti Occidentali, Idea Montagna ed. (2011), pp. 58-61