Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11:

Dislivellometro stagione Ski-alp 2014-15: 11.250 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2013-14: 28.750 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2012-13: 16.400 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2011-12: 5.600 m.

Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11: 20.890 m.


domenica 15 marzo 2020

Via Bucce d'Arancia al Paretone di Arnad (Corma di Machaby)

Bassa Valle d'Aosta - Alpi Pennine - Corma di Machaby

Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Bucce d'Arancia" al Paretone di Arnad effettuata in data 29 ottobre 2011 e ripetuta in data 9 aprile 2019 da Toso e GM




Alta, elegantissima, diritta, sempre perfetta 
nel suo abito bianco, 
la betulla è la regina del bosco.
[Mauro Corona, Le voci del bosco, Mondadori 2008]



Itinerario automobilistico: Dall'autostrada TO-AO, uscire a Pont-Saint-Martin e seguire la SS 26 fino al Forte di Bard . Superare il forte e proseguire per qualche chilometro sulla medesima strada fino ad individuare il Paretone di Bard-Arnad e parcheggiare al posteggio sterrato sito proprio sotto l'evidente placconata del Paretone. Il parcheggio si trova prima dell'Osteria Arcaden. 


Come alternativa, si può salire con la macchina in direzione della località Bonavesse (vedi ubicazione al termine di questo post) e posteggiare dove inizia il sentiero che conduce al Santuario Madonna delle Nevi di Machaby e all'Agriturismo Lo Dzerby;


Avvicinamento: Dal parcheggio sotto il Paretone, risalire l'unico sentiero che sale verso il Paretone stesso. Dopo circa 20 minuti si trova la prima via del Paretone che è "Bucce d'arancia" (cartellino metallico alla base).

Dalla località Bonavesse, seguire il sentiero che conduce all'abitato di Machaby e al Santuario Madonna delle Nevi (20 minuti). Da qui, dopo aver superato il forte (oggi adibito ad Ostello), seguire il sentiero in discesa che, dapprima, passa attraverso alcuni ruderi e poi, sempre più ripido e a tratti attrezzato, scende verso gli attacchi delle vie del Paretone. Dopo circa 50 minuti (dal parcheggio) si incontrano le prime vie (cartellino metallico alla base) e, tra queste, la nostra "Bucce d'arancia";


Traccia GPS: Scarica la traccia GPS dell'avvicinamento partendo da Bonavesse;

Dislivello di avvicinamento: 50 m. circa dal parcheggio alla base del Paretone. Se si opta per lasciare la macchina in località Bonavesse ci sono 100 m. in salita circa e 300 in discesa;



Tempistica di avvicinamento: 20 minuti dal parcheggio alla base. 50 minuti dalla località Bonavasse;



Lunghezze: 9;



Dislivello in arrampicata: 300 m. circa;



Quota di partenza (avvicinamento): 400 m.s.l.m. circa dal parcheggio alla base del Paretone. 600 m.s.l.m. dalla località Bonavesse;


Quota di partenza (arrampicata): 450 m.s.l.m. circa;

Quota di arrivo: 750 m.s.l.m. circa (Acme del Paretone di Arnad);

Difficoltà: 6a (5c obbligatorio);

Soste: Tutte su spit uniti da catena;

Esposizione: Sud;

Vie di fuga: In doppia dalla via;

Tipo di roccia: Gneiss;

Materiale: Trattandosi di via plasir-multipitch, si può affrontare questa via solamente con una dozzina di rinvii. Per i più incerti, portare qualche friend e qualche nut può tornare utile;

Tempo di arrampicata: 4 ore;

Punti di appoggio: In vetta al Paretone ci sono l'agriturismo "Lo Dzerby" e l'Ostello "Il forte di Machaby";

Discesa: Possibile (ma sconsigliato) calarsi in doppia. Diversamente, a seconda di dove si è lasciata la macchina, la discesa può avvenire lungo il sentiero che dalla vetta del Paretone conduce dapprima nei pressi dell'agriturismo "Lo Dzerby" e poi, passando per l'abitato di Machaby, scendere fino alla località Bonavesse. La terza possibilità di discesa avviene lungo il sentiero, ripido ed attrezzato, che dall'Ostello "Il forte di Machaby" scende verso Sud e che in 30 minuti riporta al parcheggio della macchina sotto al Paretone;

Attacco: Individuabile grazie alla placchetta metallica che identifica l'inizio della via "Bucce d'Arancia";

L'attacco della via "Bucce d'Arancia"
al Paretone di Arnad



Relazione:

Primo Tiro (5c, 40 m.):  Si supera il primo muretto verticale che non oppone particolari difficoltà (5a), poi si prosegue su placca lavorata con direzione leggermente a sinistra. Si arriva nei pressi di un aggetto (evidente già dalla base) che deve essere superato a sinistra. Proprio sopra il tetto c'è un rinvio che permette di fare il passaggio in sicurezza. Per riuscire a rinviare si trova un appiglio piccolo ma utile proprio sulla destra del tetto stesso. Quindi con la mano sinistra si riesce a rinviare. Se non si approfitta di questo appiglio si è costretti a fare il passaggio senza essere protetti ed è piuttosto delicato (5c). Vinto questo tettino le difficoltà rimangono sempre sul 5b e in breve si arriva in sosta.

La partenza della prima lunghezza
La seconda parte del primo tiro (si noti, sulla sx)
l'aggetto da raggiungere 
L'aggetto va superato alla sinistra
Secondo Tiro (5c, 40 m.): La via prosegue decisamente a sinistra. Superato il primo sbalzo (facile) la via prosegue su una placca liscia e verticale su cui si dirama una bella fessura. Gli spit sono abbastanza vicini, vi è anche, incastonato nella fessura, un vecchio chiodo. La fessura offre, di tanto in tanto, una lama per un'ottima presa per le mani. Per oltre 10 metri si prosegue con un'arrampicata per niente banale che, a mio parere, non è mai inferiore al 5c. Si giunge, infine, al termine della placca ove, sulla destra, si trova un muretto molto lavorato che è da superare con un movimento atletico (5b). Subito dopo si arriva in sosta.

Dalla prima sosta si va decisamente
a sinistra e poi si risale la placca
fessurata
Il Toso in sosta al termine della
seconda lunghezza
Terzo Tiro (5c, 30 m.):  La lunghezza inizia con un deciso traverso a destra piuttosto esposto. Conviene rimanere bassi e sfruttare per i piedi una comoda cengetta. A dire il vero per le mani c'è ben poco, ma i piedi sono sempre in ottimo appoggio. Il vuoto dietro alle spalle, però, alza un po' il grado... Direi che questo traverso può essere sul 4c-5a. Alla fine del traverso la via prosegue verticalmente, dapprima con movimenti delicati su placca lavorata (5c) e, successivamente, su vere e proprie gradinate di gneiss (4c) fino alla sosta.

Deciso traverso a destra, piuttosto esposto
L'ultima parte del terzo tiro


Quarto Tiro (5a, 35 m.):  Breve traverso a sinistra e poi risalita dello spigolo ove si sviluppa il resto del tiro. Si tratta dello stesso spigolo del quarto tiro della via "Tike Saab" (vedasi relazione), non presenta particolari difficoltà, direi che siamo sul 5a, e neppure parecchie emozioni. Si arriva su una cengia terrosa e boschiva, alla fine della quale si trova la sosta.

L'iniziale traverso a sx della
quarta lunghezza
Sullo spigolo
Quinto Tiro (5c, 55 m.): Credo sia il tiro chiave della via, non tanto per la difficoltà, quanto per la sua peculiare caratteristica. Dopo una facile placca iniziale (5a) in cui ci si tiene sulla destra, ci si trova davanti ad un diedro non banale. Ci si destreggia tra la placca liscia d'aderenza di sinistra e il muretto ben appigliato di destra. Mano a mano che si sale lungo il diedro le difficoltà aumentano ed interpretare in modo corretto i passi da fare non è proprio banale. Comunque è sempre ben protetto e, al bisogno, si trova sempre un bel rinvio da tirare. Alla fine del diedro ci si sposta a destra, su una cengia erbosa dove si sosta.

La quinta lunghezza vista dalla sosta. Si noti,
il diedro che ne caratterizza la peculiarità 

GM affronta il diedro
Il diedro della quinta lunghezza

Sesto Tiro (5c, 35 m.): Il passaggio chiave è proprio all'inizio. Si tratta di una bella placca lavorata che offre minuscoli appigli per le mani e pochi appoggi per i piedi. Molto delicato... Qualche relazione lo grada 6a... potrebbe essere... Le difficoltà poi si abbattono (5b) fino a quando si supera una cengia ove ci sono alcuni alberi (tra i quali anche una betulla). Dopo, la via ritorna a regalare qualche passaggio più impegnativo (5c) fino ad un ultimo passo di placca tra l'ultimo spit e la sosta su una cengia. Lunghezza molto divertente.

La sesta lunghezza vista dall'alto
Prima di arrivare in sosta c'è ancora un ultimo
passo impegnativo

Settimo Tiro (5b, 35 m.): La lunghezza prosegue poco a destra della sosta, salendo in verticale, vincendo la prima placca e poi, la successiva, più appoggiata, fino alla sosta, sulla destra, nei pressi di una cengia con alberi.

La prima parte della settima lunghezza
La seconda parte della settima lunghezza
Ottava Lunghezza (5a, 35m.): Si tratta, sostanzialmente, di un traverso sinistrorso su placca. Ignorare la sosta che s'incontra dopo circa 15-20 m. e proseguire seguendo la linea degli spit sempre con percorso tendente a sinistra su placca via via più semplice.

L'ottavo tiro visto dall'alto
La placca dell'ottavo tiro. La lunghezza seguirà
una linea sinistrorsa
Passaggi sull'ottava lunghezza
Nono Tiro (5b, 35 m.): Per gradoni che si alternano a placche, con percorso logico e non obbligato, fino al termine della parete. Varie soste da utilizzare.

Gradoni e placche (facili) sull'ultimo tiro

Discesa: Possibile (ma sconsigliato) calarsi in doppia. Diversamente, a seconda di dove si è lasciata la macchina, la discesa può avvenire lungo il sentiero che dalla vetta del Paretone conduce dapprima nei pressi dell'agriturismo "Lo Dzerby" e poi, passando per l'abitato di Machaby, scendere fino alla località Bonavesse. La terza possibilità di discesa avviene lungo il sentiero, ripido ed attrezzato, che dall'Ostello "Il forte di Machaby" scende verso Sud e che in 30 minuti riporta al parcheggio della macchina sotto al Paretone;




Considerazioni finali: La via "Bucce d'Arancia" al Paretone di Arnad (Corma di Machaby) è considerata una grande classica di questa parete e, forse, una delle vie più accessibili grazie alle difficoltà contenute che oppone. Ritengo che sia una bella via, che in ogni tiro nasconde almeno un passaggio delicato che esige attenzione. Il diedro del quinto tiro e i primi metri del sesto sono gli acuti dell'intera via.




Riferimenti Bibliografici:

Pubblicazioni:
J. von Kanel, Plasir sud, Edition Filidor, Reichenbach (CH), 2003, p. 72

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