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sabato 16 maggio 2015

Canalone Ovest del Grignone (2409 m.s.l.m.)- Variante Zucchi

Gruppo delle Grigne, Prealpi Lombarde, Lecco, Lombardia



Relazione relativa all'ascensione alpinistica alla vetta della Grigna Settentrionale salendo lungo il Canalone Ovest - variante Zucchi (di sinistra) effettuata l'11 gennaio 2015 da Toso, Damiano, Gianlu e P.M.I. (Laura fino alla Bietti)


http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2015/05/Canale-Ovest-Grignone-Relazione1.pdf


Ma l'alpinismo è sempre stato e sempre sarà
un momento di ricerca, 
almeno finchè la fantasia e la geografia lo permetteranno.
La scalata ha bisogno di idee 
e terreni inesplorati per sopravvivere
[Enrico Camanni, introduzione a La storia dell'alpinismo 
di G.P. Motti, p. 15]


In rosso il percorso di salita, in blu quello di discesa

Dati Tecnici Ascensione: L'ascensione alpinistica al Canalone Ovest del Grignone è stata effettuata nel bel mezzo di una stagione invernale piuttosto avara di neve. Ciononostante le condizioni di innevamento del canalone erano buone. Neve portante, ben gradinata, e anabasi fatta con una sola picca e slegati fino all'attacco della paretina rocciosa finale. Erroneamente abbiamo fatto la variante Zucchi, che è più impegnativa della normale per la presenza, in uscita, di una paretina rocciosa alta una ventina di metri, da attrezzare, che oppone passi di IV°+. Dico erroneamente perché l'idea iniziale era quella di fare la via "normale" del Canalone e non la variante. Purtroppo, però, per fare la normale, a circa 3/4 di canalone si deve fare una decisa deviazione a destra, se invece si segue la linea del canale (come parrebbe logico) ci si trova al cospetto della Variante Zucchi, esattamente come è successo a noi.
Percorso automobilistico: Da Esino Lario seguire le indicazioni per il Cainallo (Vedi Ubicazione al termine di questo post). Giunti alla località del Cainallo (ove sorgono alcuni piccoli impianti da sci e qualche struttura di ricezione turistica) salire con la macchina fino a quando l'innevamento lo consente e parcheggiare nei rispettivi parcheggi. Noi abbiamo posteggiato al parcheggio più alto, dove finisce la strada, che solitamente è il parcheggio estivo, ma vista la scarsità di neve della stagione, quest'anno ci si arriva in macchina. 
Avvicinamento (al Canalone Ovest): Dal posteggio della macchina seguire il sentiero che conduce al Rifugio Bietti (1719 m.s.l.m., abbondanti segnaletiche in loco). Si arriva al rifugio in circa un'ora e mezza di camminata, piacevole e priva di difficoltà che passa sotto la curiosa Porta di Prada. Dal Rifugio Bietti si segue il sentiero che alle spalle del Rifugio porta alla Via del Caminetto (abbondanti indicazioni). Usciti dal boschetto di larici, si può distinguere, sull'enorme e frastagliata parete Ovest del Grignone, il Canalone Ovest incassato tra due abbastanza evidenti torrioni rocciosi. A questo punto si abbandona il sentiero e si prosegue in direzione del canalone risalendo uno zoccolo privo di indicazioni, ma abbastanza intuitivo. Si considerino 2,5-3 ore di avvicinamento prima di iniziare l'ascesa vera e propria al Canalone, per circa 800 m. di dislivello;


In rosso il percorso di avvicinamento dopo aver superato
il bosco di larici alle spalle del Rifugio Bietti. Nel cerchietto
blu evidenziato il Canalone vero e proprio


Ingrandimento del Canalone Ovest del Grignone


Dislivello Complessivo: 1100 m. circa, dal parcheggio del Cainallo alla vetta del Grignone; 
Dislivello Canalone: 300 m. circa il solo Canalone Ovest; 
Lunghezze: Noi lo abbiamo fatto slegati utilizzando solo una picca. La paretina rocciosa finale, l'abbiamo fatta con un tiro di corda (60m.); 
Quota di partenza (avvicinamento): 1315 m.s.l.m. circa, Cainallo; 
Quota di partenza (Canalone Ovest): 2150 m.s.l.m. circa; 
Quota di arrivo: 2409 m.s.l.m., vetta della Grigna Settentrionale;  
Tempistica: Per la salita al rifugio Bietti si consideri 1 ora e mezza. 
Per l'avvicinamento all'attacco del canalone si consideri 2,5-3 ore (per avvicinamento intendo dal parcheggio del Cainallo fino a quando si è dentro il canalone vero e proprio e si deve utilizzare almeno un attrezzo. Sono circa 800 m. di dislivello). 
Per la salita del Canalone Ovest, si considerino 2 ore (stando abbondanti). 
Quindi, per la salita, complessivamente 5 ore;
Per la discesa (lungo la via della Ganda) si considerino 2 ore;
Attrezzatura: Normale dotazione alpinistica per pareti Nord e canaloni innevati. Può bastare una picca, ma consigliabile portarne due per ogni evenienza. Portare inoltre uno spezzone di corda e qualche dispositivo di protezione rapida per proteggersi durante l'ascesa della paretina rocciosa finale;   
Periodo Consigliato: Inverno; 
Difficoltà: 50°,  IV°+, AD;
Esposizione: Ovest; 
Soste: Non sono presenti soste, né sul canalone, né sulla paretina rocciosa, portare quindi il necessario per attrezzarle (fittoni e dispositivi di protezione rapida); 
Punti di Appoggio: Rifugio Bietti (1719 m.s.l.m.), Rifugio Brioschi (2409 m.s.l.m.); 
Vie di fuga: Ridiscendere dalla via di salita disarrampicando o eventualmente deviare a destra per la via normale del Canalone Ovest. La deviazione a destra avviene a circa 3/4 del Canalone. Se si prosegue dritti, si accede alla c.d. variante di sinistra nota come Variante Zucchi; 




Relazione: Dal posteggio della macchina si seguono le indicazioni per il Rifugio Bietti. Si tratta di un comodo sentiero che, passando nei pressi della caratteristica Porta di Prada, nel volgere di 90 minuti conduce al Rifugio Bietti.


Nei pressi della Bocchetta di Prada (1626 m.s.l.m.)
Dalla bocchetta di Prada si gode di un incantevole scorcio
sulla piana meridionale e sulle prealpi lombarde
Subito dopo la Bocchetta di Prada si incontra la Chiesetta
dedicata all'89^ Brigata Garibaldi (1634 m.s.l.m,)


L'arco della Porta di Prada


Il comodo sentiero che dopo la Porta di Prada conduce al Bietti



Il Rifugio Bietti a quota 1719 m.s.l.m.
Giunti al Rifugio Bietti ci si porta alle sue spalle e si segue il sentiero che conduce, tra l'altro, alla via del Caminetto. In sostanza si tratta di dirigersi verso il limitrofo boschetto, attraversarlo fino ad uscire sulle gande successive. La foto può tornare utile.


Il sentiero da seguire alle spalle del Bietti

Giunti alla fine del boschetto (10 minuti dal Bietti) si volge lo sguardo a sinistra (salendo), verso la vetta del Grignone e si può distinguere la nostra meta, il Canalone Ovest. Non è di facile individuazione in quanto la parete Ovest della Grigna Settentrionale è piuttosto frastagliata, però è possibile identificarlo in quanto si erge tra due evidenti pilastri rocciosi. Una volta individuata quella che sarà la nostra meta, dobbiamo semplicemente dirigerci verso quel lontano canale. Inizialmente si seguirà ancora il sentiero in direzione del Caminetto, per poi abbandonarlo e risalire per gande e roccette lo zoccolo puntando al canalone.


Appena superato il boschetto si volge lo sguardo alla bastionata
del Grignone e si può distinguere il Canalone Ovest. La linea
tratteggiata indica il percorso da noi seguito
 
Dettaglio del Canalone Ovest al Grignone

A seconda della presenza o meno dell'innevamento si valuterà ove sia il caso di indossare i ramponi. Data la scarsità di neve di questa stagione invernale noi proseguiamo fino all'attacco del Canalone solo avendo indossato imbraco e casco, ma senza ramponi e senza picca.


Un momento della salita verso il Canale Ovest
In evidenza lo zoccolo di avvicinamento al Canalone Ovest che
diventa mano a mano più evidente
Ad un certo punto si dovrà vincere un piccolo muretto roccioso, (5 m. circa), che oppone passaggi di II°, facile, ma insidioso per la presenza di sassi mobili.
Vinta questa paretina, il percorso prosegue per gande (a questo punto innevate) fino alla base del Canale.


La paretina rocciosa, facile ma insidiosa, per la presenza
di sassi mobili
Le gande (nevose) da percorrere una volta vinta la corta
e facile paretina rocciosa. Si notino gli evidenti torrioni
che racchiudono il Canalone Ovest

Il percorso di avvicinamento al Canale sullo zoccolo
Il percorso di avvicinamento al Canalone Ovest del Grignone, per quanto attiene lo zoccolo (ovvero la parte da percorrersi una volta abbandonato il sentiero), non è facile da descrivere, quella che viene qui proposta è quella percorsa da noi. Le foto possono sicuramente tornare utili, ma si consideri che si possono trovare condizioni di neve e ghiaccio decisamente diverse. Ad ogni modo, avendo quasi sempre a vista la nostra meta, si prosegue con logica e con intuito. Un po' di esperienza alpinistica può tornare utile per non allungare troppo il percorso.
Noi, giunti alla base del canalone, facilmente individuabile  dalla presenza del couloir innevato incassato tra due strette pareti rocciose, abbiamo indossato i ramponi, estratto la piccozza e iniziato la progressione. Qui ci troviamo a circa 2150 m.s.l.m.



Nei pressi dell'attacco del canale Ovest a circa 2150 m.s.l.m.
L'inizio del Canalone Ovest

L'ascesa nel couloir, all'inizio non presenta particolari difficoltà, la pendenza s'aggira, per i primi metri, sui 40°. Ad un certo punto il canale diventa piuttosto stretto ed oppone un passo sui 45° per poi riabbassare la sua pendenza.


La prima strettoia




Subito dopo questa prima strettoia le pareti tornano ad allargarsi e la pendenza torna ad attestarsi sui 40°. La salita prosegue senza particolari impedimenti seguendo una linea piuttosto logica: si rimane dentro al canale. Si supera un altro tratto più ripido (45°) e si prosegue.


Il secondo tratto di 45° che s'incontra 

Vinta anche questa impennata il canalone diventa più ampio e la pendenza più blanda.







Nel volgere di una ventina di minuti ci si trova al cospetto di una paretina rocciosa. Guardando attentamente al suo termine (si tratta di circa 20 m. di roccia) si può notare, sulla destra la presenza di un chiodo. L'aspetto della parete rocciosa non è severo, pare piuttosto appoggiata e appigliata, ciononostante mi sento di sconsigliarne la scalata slegati. inoltre tornano piuttosto utili friends e nuts.


La paretina rocciosa posta al termine del Canalone Ovest
Attrezzo una sosta su un fittone e su un friend, mi faccio far sicura da Gianlu e parto. L'arrampicata si consta di due parti separate da una cengetta intermedia. La prima parte oppone facili roccette ed un singolo passaggio di IV°   (proteggibile con un friend) che consente l'uscita sul ballatoio. Subito dopo si affronta la seconda parte della parete caratterizzata da un evidente camino. Si trova un friend incastrato a sinistra e poco dopo un chiodo sulla destra. Passi di IV°+, V°- (ho azzerato su entrambi). Poco dopo si esce sulla cresta nevosa è pertanto consigliabile tenere la picca a portata di mano ed arrampicare con i ramponi.


Laura e Damiano in arrivo nei pressi della parete rocciosa


L'uscita dalla paretina rocciosa


I miei soci ingaggiano la parete rocciosa
Essendo che alla base della parete incontriamo due ragazzi un po' in difficoltà (in quanto privi, tra le altre cose, di corda e imbrago) optiamo per tirare una corda fissa. Quindi, una volta finite le difficoltà dell'arrampicata su roccia, cerco un posto dove poter bloccare la corda. La neve è molle e non offre alcuna tenuta, la roccia lì intorno è marcia e non mi fido ad attrezzare una sosta su friends, così arrivo fino ai 60 m. della corda e attrezzo una provvidenziale sosta alla base di una croce cementata che si trova sulla sinistra (faccia a monte). Dopodichè, sulla corda fissa, salgono tutti, sia i miei soci che i due ragazzi.
Oramai siamo nei pressi della vetta. 


Dopo la paretina rocciosa si è praticamente in vetta,
il Rifiugio Brioschi occhieggia in vetta al Grignone


La croce cementata su cui ho attrezzato una sosta per ancorarvi
la corda fissa
Una volta superata la paretina rocciosa, alzando il capo verso l'alto, si vedrà il Rifugio Brioschi (2409 m.s.l.m.) strizzare l'occhiolino. La cima oramai è a portata di mano. Mentre i miei soci percorrono gli ultimi 50 m. di canalino innevato che li porta ad uscire nei pressi del Rifugio, io devio a sinistra, verso la croce, per andare a recuperare la sosta e la corda, e poi sbuco in cima dall'ultimo tratto della cresta occidentale (Piancaformia).


Damiano e P.I. sull'ultimo tratto del Canalone

Alle 13.30 siamo al Rifugio. La vetta è schiaffeggiata da un forte vento freddo. Entriamo a scaldarci, a bere una roba e poi giù veloci che Laura (la iena) ci aspetta al parcheggio.


Il Rifugio Brioschi in vetta al Grignone (2409 m.s.l.m.)
Discesa:
La discesa avviene lungo la via della Ganda, sul versante Nord. Il percorso, solitamente, è molto ben tracciato dai numerosi passaggi. E' abbastanza intuitivo come tracciato, ma occorre fare attenzione perché il versante Nord del Grignone presenta diverse cavità di origine carsica e… finirci dentro potrebbe essere…. fastidioso...


L'inizio della discesa sulla via della Ganda
La discesa


Noi abbiamo trovato terreno innevato fino al Rifugio Bogani (1816 m.s.l.m.), da qui in poi abbiamo tolto i ramponi e abbiamo proseguito la discesa su comodo sentiero. Qualche rara lastra di ghiaccio insediava il sentiero, ma nulla di cui potersi preoccupare.


Il tracciato della Ganda si snoda sotto la cresta di Piancaformia
Foto di gruppo



Considerazioni finali: Inizialmente, l'idea era quella di fare la "normale" al Canalone Ovest del Grignone. Sapevamo, infatti, che per fare la variante Zucchi bisognava prendere una deviazione a sinistra. Si rammenta che la via "normale" oppone difficoltà su neve o ghiaccio con pendenza max 50°, mentre la variante Zucchi oppone dei passaggi di misto che arrivano fino al V°-. Invece ci siamo ritrovati a fare la variante senza neppure volerlo. Il fatto è che, una volta entrati nel canalone, se si prosegue in verticale seguendo la via più logica, si arriverà al cospetto della paretina rocciosa descritta sopra, che rappresenta il passo chiave della variante Zucchi. Per fare la "normale", invece, bisogna deviare a destra, ad un certo punto all'interno del canalone. Ma dove sia questo "certo punto" io non sono in grado di dirlo perché non l'ho individuato nello svolgimento della salita. Quindi consiglio di prestare molta attenzione. La differenza non è prettamente toponomastica, in quanto per affrontare la paretina descritta, sarebbe meglio essere muniti di una corda e qualche friend. Fare quei passaggini in free-solo con i ramponi richiede una certa preparazione, soprattutto psicologica.
Infine vorrei spendere alcune parole sui soci che mi hanno accompagnato in questa avventura. Intanto è stato, ancora una volta, un piacere legarmi con Damiano. Peccato che la caviglia della Iena le abbia impedito di raggiungere la cima insieme a noi (senza di lei questa non è una "grande impresa"). Poi volevo fare i miei complimenti al Gianlu e alla Piccola Mocciosa Impertinente, che si sono cimentati nella loro prima esperienza d'alpinismo invernale. Bravi, veloci, tranquilli, sicuri, hanno fatto tutto il canale slegati, poi si sono legati per vincere la paretina rocciosa. Hanno sopportato stoicamente il vento ed il freddo senza un lamento. Bene, è un inizio promettente.



Il frate e la monaca
Riferimenti Bibliografici:
Cartine: Grigne, Resegone, Campelli, Tre Signori, Legnone - carta turistica 1:35.000, 2° ed., Milano 2001, Regione Lombardia e APT Lecchese

http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2015/05/Canale-Ovest-Grignone-Relazione1.pdf

venerdì 3 febbraio 2012

Cresta di Piancaformia

Grigna Settentrionale (Grignone) - Lecco - Lombardia

Relazione attinente l'escursione effettuata in data 20 novembre 2011 da Toso, B.C. e Laura


Sono due le cose, a mio parere, per le quali vale la pena vivere. 
La seconda è la Montagna.
[ Toso ]


Precedenti ascese: 27 gennaio 2008 da Ale, Ste e Toso - Vedi Relazione


In rosso evidenziato il percorso della Cresta Piancaformia
in blu la via di discesa lungo la normale



Dati tecnici trekking: Percorso ad Anello

Percorso automobilistico: Da Milano salire a Lecco lungo la SS 36. Uscire ad Abbadia Lariana e proseguire lungo la SP 72 fino a Varenna. Superato il centro di Varenna si trova un'indicazione per Esino Lario sulla destra. Si svolta, pertanto, a destra e si sale con una serie di tornanti verso Esino Lario. In considerazione del fatto che da Abbadia Lariana a Varenna ci sono circa 14 Km di strada provinciale un'alternativa valida potrebbe essere quella di abbandonare la SS 36 all'uscita di Bellano e poi scendere lungo la SP 72 a Varenna. Qui, ovviamente si dovrà girare a sinistra in direzione di Esino Lario.
Dopo circa 12 Km si arriva ad Esino Lario e si prosegue in salita seguendo sempre le indicazioni per Cainallo. Dopo circa 5 Km si arriva alla località Cainallo ove si trova una struttura di ricezione turistica ed alcuni impianti di risalita. A seconda della presenza o meno dell'innevamento si prosegue lungo la strada asfaltata per circa 1 Km e si arriva al parcheggio nei pressi della Bocchetta di Moncodeno (1453 m.s.l.m.) ove si può lasciare la macchina. Diversamente, la macchina, può essere lasciata al Cainallo e si prosegue a piedi lungo la strada;
Dislivello complessivo: 956 m. (circa) - Dal Parcheggio della Bocchetta di Moncodeno (1453 m.s.l.m.) alla Vetta del Grignone (2409 m.s.l.m.);
Tempistica: Noi abbiamo iniziato a camminare alle 09.00, alle 13.00 eravamo in cima al Grignone. Alle 14.20 abbiamo intrapreso la discesa per la via Normale e siamo ritornati alla macchina alle 17.00. Non abbiamo forzato la marcia, facendo anche qualche tranquilla sosta;
Attrezzatura: Normale dotazione da trekking (se fatto in primavera-estate) - Per le condizioni trovate nell'escursione di  seguito relazionata, invece, sono indispensabili picozze e ramponi, utili spezzone di corda ed imbrago;
Periodo consigliato: Tutto l'anno, ma per poter godere di una bella ascensione alpinistica (come quella descritta) tardo autunno-inverno;
Difficoltà: F;
Segnavia: Il percorso è indicato molto bene da numerosi cartelli indicatori e le tracce di sentiero sono molto ben visibili. Una volta giunti sulla Cresta, l'itinerario è evidente anche in presenza di neve;
Acqua: Non presente;
Punti di Appoggio: Prima della vetta, facendo una piccola deviazione dall'itinerario descritto, si trovano i Rifugi Bietti e Bogani;


Riferimenti tempistico-altimetrici:
Ore 09.00 -  1385 m.s.l.m.  Partenza;
Ore 10.00 - 1750 m.s.l.m.  - 6 m/min;
Ore 11.00 - 2080 m.s.l.m.  - 5 m/min;
Ore 12.00 - 2165 m.s.l.m.  - 1 m/min;
Ore 13.00 - 2390 m.s.l.m.  - 4 m/min;
Ore 14.00 - 2390 m.s.l.m.   Pranzo al Rifugio;
Ore 15.00 - 2205 m.s.l.m.  - 3 m/min;
Ore 16.00 - 1820 m.s.l.m.  - 6 m/min;
Ore 17.00 - 1425 m.s.l.m.  - 7 m/min  Arrivo.






Relazione: Alle 09.00 iniziamo il trekking partendo dal parcheggio sito nei pressi della Bocchetta di Moncodeno (1453 m.s.l.m.) La giornata si preannuncia splendida. Non fa neppure particolarmente freddo. Laura, zaino in spalla, non riesce a frenare l'entusiasmo per questo ennesimo tentativo alla vetta del Grignone. Peccato che stia per dimenticare i guanti proprio nel bel mezzo del parcheggio. La B.C. invece procede con cautela sperando che il suo piede non la costringa ad una ritirata anzitempo. Iniziamo la salita inoltrandoci nel bosco di faggi seguendo il sentiero indicato dai numeri 24 e 25 che conduce al Bogani, Bietti, Brioschi, evitando quindi di andare al Monte Croce.





Il sentiero che percorre la Costa di Prada

Nel volgere di una ventina di minuti, dopo aver percorso il sentiero della Costa di Prada, incontriamo una biforcazione che, sulla destra, conduce alla Bocchetta di Prada (1626 m.) e, in pochi minuti, alla Chiesetta dedicata alla 89^ Brigata Garibaldi.

Su questi monti si è combattuta la guerra di resistenza partigiana.
La Chiesetta è dedicata all'89^ Brigata Garibaldi

Da qui, volgendo lo sguardo a meridione (sulla destra), si può vedere il suggestivo arco naturale della Porta di Prada. Ci fermiamo a fare alcune foto e a toglierci gli indumenti pesanti. Ora ci spostiamo sul versante meridionale ed il sole inizia a scaldare. Prima di ricominciare il cammino, Laura tenta sempre di sbarazzarsi dei suoi guanti appena acquistati...

Proseguiamo sul sentiero che volge a sinistra, in mezzacosta, seguendo le (numerose) indicazioni per Cresta di Piancaformia. (Si deve ignorare quindi il sentiero che, in discesa, porta al Rifugio Bietti.)


La Porta di Prada

Il sentiero che stiamo percorrendo, inizia a diventare sempre più ripido e una serie di tornanti ci portano alla Bocchetta di Piancaformia (1802 m.) E' passata circa un'ora dalla nostra partenza. Da qui si gode di una splendida visuale: ad Ovest sul gruppo del Rosa,  a Sud sul versante meridionale del Grignone e sulla piana lombarda, a Nord sulle montagne Valtellinesi.

Ad occidente i ghiacci del Monte Rosa dominano lo sfondo

Ora inizia il percorso di cresta che ci porterà in vetta alla Grigna Settentrionale. Per buona parte della Cresta di Piancaformia avremo a portata d'occhio sul versante sud il Rifugio Bietti (1715 m.) e su quello Nord il Rifugio Bogani (1822 m.)





Le due foto ritraggono alcuni passaggi prima di arrivare
alla Bocchetta di Piancaformia

L'inizio della Cresta di Piancaformia
L'escursione prosegue senza particolari problemi. Il sentiero è ben tracciato e non mancano i cartelli indicatori. Troviamo anche qualche escursionista.

Il bel sentiero che, in mezzacosta, conduce alla Piancaformia
Nel volgere di poche decine di minuti, circa a quota 1800 m., incontriamo le prime tracce di neve. Nulla di preoccupante, si tratta di pochi millimetri, però la nostra meta si trova a 2400 m. quindi è presumibile che l'escursione diventerà più articolata e, quindi, anche più entusiasmante.

Neve sulla cresta
Incontriamo un gruppo di escursionisti che stanno ritornando indietro. Ci dicono che hanno dovuto rinunciare perché, più in alto, la neve aumenta ed è obbligatorio avere i ramponi. Loro, ovviamente, non li hanno. Noi, invece, li abbiamo nello zaino. Laura, infatti, dopo che la settimana scorsa ha dovuto abbandonare, per la terza volta, l'assalto alla vetta, ci aveva informati della presenza di neve oltre una certa quota.


Passaggi di cresta. Si noti la neve sul versante settentrionale
Intorno ai 1900 metri, il percorso si sposta quasi interamente sul versante nord della cresta e qui la neve è completamente trasformata. Sono solo pochi centimetri, ma è molto compatta. E' necessario calzare i ramponi. Così facciamo.


Il Toso sulla Piancaformia

La progressione non presenta particolari difficoltà. Anche se innevato si tratta pur sempre di un sentiero che è evidenziato anche dalle impronte degli alpinisti che ci hanno preceduto. Solo occasionalmente si trova qualche roccetta un po' esposta che merita attenzione.


L'ambiente esige i ramponi

Qualche passaggio su facili roccette
La mia intenzione sarebbe quella di fare integralmente la Cresta di Piancaformia e sbucare, quindi, proprio nei pressi della vetta. Tecnicamente si tratterebbe di concatenare la Piancaformia (che finisce all'incrocio con la via Guzzi che porta al Rifugio Bietti) con la via Ganda (che dalla via Guzzi porta in vetta al Grignone). La via Ganda è, in buona sostanza, la prosecuzione logica e naturale della cresta di Piancaformia (l'upgrade della Piancaformia, come dice il mio amico Ste). Credo che sia leggermente più tecnica, almeno nella parte iniziale. Purtroppo però non sono in grado di verificare se sia effettivamente così perchè sbaglio a seguire alcune tracce che, poco dopo l'inizio dell'ultimo balzo roccioso di cresta, ci conducono sul sentiero della normale.


La B.C. e Laura sul sentiero attrezzato della normale al Brioschi.
In secondo piano si noti la cresta di Piancaformia (a destra)
e la via Ganda (a sinistra) 

Il sentiero normale che conduce sul Grignone. Si notino le catene

 Seguendo questo sentiero (che è quello che conduce dalla Bogani al Brioschi), innevato e attrezzato con alcune catene, in venti minuti arriviamo in vetta. Sono le 13.00.

Il Rifugio Brioschi sulla vetta della Grigna settentrionale a 2409 m.s.l.m.
Pranzo al Brioschi
Dopo esserci meritatamente rifocillati ed aver goduto dello splendido panorama che la vetta del Grignone è in grado di offrire, decidiamo, alle 14.20 di riprendere la marcia in discesa.
Per scendere percorriamo il sentiero della normale, quello che, per intenderci, passa innanzi al Bogani e all'Alpe Moncodeno. A parte una caduta (da ferma) di Laura, il percorso non presenta particolari difficoltà. La traccia, nella parte alta, è ben battuta dai numerosi passaggi, nella parte bassa il sentiero è molto evidente.
Laura, per l'ennesima volta tenta di perdere i guanti (le verranno resi solo al parcheggio da un'escursionista che li aveva trovati lungo il sentiero).
Prima di arrivare alla macchina, alle 17.00, la montagna ci regala qualche ultimo afflato di magia al tramonto.





Luci al tramonto
Considerazioni finali: Splendida gita escursionista su una delle montagne più rappresentative del lecchese. Il percorso descritto è consigliato in qualsiasi stagione, da rilevare che, a mio parere, la Cresta di Piancaformia regala le migliori emozioni se percorsa in condizioni invernali.
Certamente, anche nelle belle stagioni, richiede un certa esperienza di ambiente alpino e confidenza con roccette esposte.
Per il resto, oltre ad essere un'escursone completa sotto tutti gli aspetti, la bellezza della gita proposta, il suo punto di forza, è sicuramente legato al fatto che il Grignone si trova in posizione panoramica privilegiata. Lo sguardo arriva ad abbracciare l'intero orizzonte, dal gruppo del Rosa alle più importanti vette valtellinesi, dalla pianura milanese alle Orobie bergamasche.
Non si ritorna a casa, dopo aver fatto la Piancaformia, senza aver assaporato grandi emozioni.

Il Frate e la Monaca, due torrioni che si incontrano percorrendo
il sentiero di discesa

Foto onirica
Riferimenti bibliografici
Cartine: Grigne, Resegone, Campelli, Tre Signori, Legnone - carta turistica 1:35.000, 2° ed., Milano 2001, Regione Lombardia e APT Lecchese