Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11:

Dislivellometro stagione Ski-alp 2014-15: 11.250 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2013-14: 28.750 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2012-13: 16.400 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2011-12: 5.600 m.

Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11: 20.890 m.


martedì 25 febbraio 2020

Via Molteni al Pizzo Badile 3.308 m.s.l.m.

Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Molteni" al Pizzo Badile effettuata in data 29 e 30 giugno 2019 da Toso e Fo + Dani e Cla



Ogni salita corrisponde a  una crescita.
[Marie-Madeleine Davy, La montagna e il suo simbolismo, 
su "Montagne 360", n.1/2020, p. 70]]


http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2020/03/Molteni.pdf

Itinerario automobilistico: Da Morbegno salire ai Bagni di Masino (1172 m.s.l.m., vedi ubicazione al termine di questo post). Arrivati nei pressi della struttura alberghiera e termale dei Bagni di Masino posteggiare la macchina. Qui il parcheggio è a pagamento. In alternativa si può parcheggiare lungo la strada che porta ai Bagni, attenzione, però, a mettere la macchina interamente fuori dalla carreggiata. Dal parcheggio seguire le indicazioni per Rifugio Gianetti (2534 m.s.l.m.);



Avvicinamento: Per salire al rifugio Luigi Gianetti ci vogliono circa 2,5 ore su buon sentiero, ripido e segnato (qui scarica la traccia GPS fino al Rifugio). Dal Rifugio Gianetti all'attacco della via, ci vuole circa un'ora per 300 m circa di dislivello. Dalla Gianetti abbandonare subito il sentiero Roma che conduce al Rifugio Allievi e seguire la traccia che, passando tra gande e pietraie, conduce alla parete Sud-Est del Pizzo Badile. Puntare, semplicemente, verso l'attacco della via che, già dal Rifugio, si riesce a distinguere agevolmente;


L'attacco della via Molteni al Pizzo Badile

Dislivello di avvicinamento: 1.300 m. circa dai Bagni Masino al Rifugio Gianetti;

400 m. dal Rifugio all'attacco della via Molteni al Pizzo Badile;



Tempistica di avvicinamento: 3 ore dai Bagni al Rifugio;

1 ora dal Rifugio all'attacco;



Lunghezze: 11;



Dislivello in arrampicata: 350 m. circa;



Quota di partenza (avvicinamento): 1172 m.s.l.m. circa Bagni di Masino;

2534 il Rifugio Gianetti;



Quota di partenza (arrampicata): 2.900 m.s.l.m. circa;



Quota di arrivo: 3.308 m.s.l.m. vetta del Pizzo Badile;



Difficoltà: VI (oppure V+ e A0);


Soste: Di diverso tipo (a chiodi, a spit, da integrare);

Esposizione: Sud-Est;

Vie di fuga: Nessuna;

Tipo di roccia: Granito;

Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;

Tempo di arrampicata: 5 ore;

Punti di appoggio: Rifugio Gianetti (2534 m.s.l.m.)

Discesa: In corda doppia da un versante diverso da quello di salita;

Attacco: Individuata la parete Sud-Est del Badile, l'attacco si trova alla destra di alcune evidenti fasce rocciose nere. Altro punto di riferimento da tenere in considerazione per individuare l'attacco è che questo si trova circa a metà tra la perpendicolare alla vetta della Punta Sertori e la perpendicolare alla vetta del Pizzo Badile. Infine, se si riesce a distinguere il tanto nominato "diedro a doppio scalino orizzontale", allora l'attacco si trova sotto a destra, in prossimità di un diedro gradinato;

Il famoso "diedro a doppio scalino orizzontale"
Il diedro gradinato d'attacco della via Molteni

Relazione:

Primo Tiro (III, 60 m.): Risalire i facili gradoni dell'evidente diedro, al suo termine tendere a sinistra per placche seguendo un percorso logico. S'incontra uno spit, rinviare e proseguire fino a fare sosta su una lama staccata. Cordoni;

Dopo l'iniziale diedro gradinato, la via prosegue
sulla sinistra

Secondo Tiro (IV, 60 m.): Dalla sosta si riesce ad individuare il caratteristico diedro a doppio gradino orizzontale che caratterizzerà l'intera seconda lunghezza. Quindi, si arrampica per un paio di metri in discesa fino ad imboccare il gradino superiore del diedro, lo si percorre tutto verso sinistra fino a quando si incontra un chiodo che protegge la salita alla cengia superiore, si prosegue verso sinistra fino alla sosta (su due spit) posta sotto un diedro verticale che rappresenterà la terza lunghezza;

Evidenziata la linea della seconda lunghezza
Il secondo tiro visto dalla seconda sosta
La Cla in azione sul secondo tiro



Terzo Tiro (V, 30 m.): Risalire il diedro che s'erge alla sinistra della sosta. Oppone difficoltà di V, ci sono dei chiodi e delle buone possibilità d'integrare. Conviene, inizialmente, arrampicare sulle rocce alla destra del diedro fessurato, per poi portarsi in pieno diedro dopo i primi metri. Vinta la parte più verticale, le difficoltà si abbattono e l'arrampicata prosegue su un diedro erboso più facile. Sosta su spit e chiodo;  

Il diedro del terzo tiro
La seconda parte del terzo tiro


Quarto Tiro (III, 45 m.): Camminare sulla cengia erbosa alla sinistra della sosta, al suo termine affrontare la parete con percorso non obbligato. Qui non ci sono difficoltà tecniche, i passaggi sono di III grado, ma è facile perdere la via. Un buon modo per orientarsi è tenere il "Bottone del Badile (un evidente bombè roccioso che si trova 30 m. più in alto) pochi metri alla propria destra. Tra le rocce erbose, facendo attenzione, si può trovare una sosta a chiodi (3) uniti da cordino. Anche nella molto probabile eventualità che la sosta non venga vista, si riesce ad attrezzarne una abbastanza agevolmente;

La cengia erbosa all'inizio del quarto tiro
La prima parte della quarta lunghezza vista dall'alto
Fo sul quarto tiro

Quinto Tiro (IV, 60 m.): Proseguire in leggera diagonale sinistra, avendo cura di lasciare a destra il bottone del Badile, arrampicando su placche (un po' erbose) che non oppongono mai passi troppo impegnativi. A 30 metri si potrebbe trovare una sosta a spit, valutare l'ipotesi di proseguire arrivando ad una cengia che sale verso sinistra. Sosta su chiodo e spit alla base di un diedro fessurato. Questa lunghezza e la precedente, pur non opponendo difficoltà tecniche, richiedono buona capacità di orientamento e di lettura della via;

La foto indica la linea di salita del quarto e del
quinto tiro. Lasciare il bottone del Badile sulla
destra. Il tratteggio rosso indica il punto di
riferimento della verticale dello spigolo sx
del bottone.

La sosta del quinto tiro, si noti la cengia sinistrorsa
Dani e Cla in azione sulla quinta lunghezza
Sesto Tiro (IV+, 30 m.): Arrampicare seguendo l'evidente diedro alla sinistra della sosta. Qualche passo di IV superiore e poi si arriva su una cengia detritica, si trova la sosta su due spit sulla sinistra, alla base di un bel diedro;

La parte finale della sesta lunghezza

Settimo Tiro (V, 30 m.): Risalire il diedro che s'erge alla sinistra della sosta. Passi di V, comunque ben proteggibili. Sosta al termine su spit e chiodo;

Il diedro che caratterizza la settima lunghezza


Ottavo Tiro (VI (oppure A0 e V), 30 m.): Alla sinistra della sosta, in netto traverso, si distinguono chiaramente i chiodi che segnano la via. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare delle corde fisse (nuove) che consentono di azzerare. Il traverso in libera oppone difficoltà di VI grado. Finito il traverso, si risale  un diedro faticoso, soprattutto nella sua parte iniziale (V), poi si arriva su comoda cengia e si risale un altro diedro, posto sulla sinistra, dove spiccano delle strapiombanti fessure aggettanti. Il tutto è ben ammanigliato, ben protetto, ma decisamente atletico.  Sosta su due spit;

La placca iniziale dell'ottava lunghezza
Il traverso di VI visto al termine delle corde fisse
Il faticoso diedro che caratterizza la seconda parte
dell'ottava lunghezza
Fo in azione sull'ottavo tiro

Nono Tiro (IV, 50 m.): Risalire la placca posta immediatamente sopra la sosta, sfruttando il diedro fessurato (anche per protezione veloci). Poi si arriva sul filo di cresta e si prosegue ad arrampicare su rocce esposte e divertenti. Protezioni veloci abbastanza agevoli. Sosta su due spit che s'incontra sulla prosecuzione logica dell'arrampicata in cresta;

La placca iniziale (con diedro fessurato) del nono tiro


La parte finale della nona lunghezza


Decimo Tiro (IV, 40 m.): Dalla sosta si distingue, in vetta, il giallo bivacco Redaelli. L'arrampicata richiesta per il tiro è logica, sul filo di cresta, oppone passi di IV, ben proteggibile. Ad un certo punto si dovrà scendere di un paio di metri, avendo cura di stare sempre sulla destra (faccia alla vetta del Badile), poco dopo la sosta su due spit;

Dalla sosta si distingue, in vetta, il giallo
bivacco Redaelli
L'arrampicata richiesta è logica e non supera il IV grado
Fo in arrivo alla decima sosta

Undicesimo Tiro (III, 30 m.): Galloppata di terzo, logica, sulla cresta fino al bivacco. Sosta su chiodo alle spalle del bivacco stesso;

Galloppata di III fino in vetta



Discesa: 
Dal bivacco, seguendo tracce di sentiero, si raggiunge la vetta vera e propria del Badile, dove si trova una piramide in lamiera. Da qui si distingue chiaramente, verso Sud, la traccia di sentiero in discesa della via normale. Imboccarla e scendere per diversi metri sino ad incontrare un anello cementato.
1^ Calata: Dall'anello cementato calarsi per circa 40 m., lungo il canale della normale, fino a raggiunger un altro anello cementato posto in prossimità di un evidente canale che scende sulla sinistra faccia a monte (Ovest). Guardando sulle rocce di sinistra che si affacciano sul canale ad Ovest, si trova una sosta a spit con catena. Utilizzare questa per calarsi;
2^ Calata: Dalla sosta a spit e catena calarsi nello stretto canale verso Ovest per circa 40 m. Fare attenzione, sosta a spit e catena sita circa a metà canale su una placca, quindi non scendere fino al termine del canale;

La seconda calata vista dalla terza sosta

3^ Calata: Da questa sosta a spit e catena, calarsi per altri 40 m. in direzione Sud (abbandonare, pertanto, il precedente canale che scendeva ad Ovest) fino ad incontrare una sosta a spit e catena. Prestare attenzione che la sosta è in mezzo alla parete di granito e si rischia di non vederla;

La terza calata nei pressi della quarta sosta


4^ Calata: Un'altra calata di circa 40 m. La sosta (a spit e catena) si trova nei pressi di una cengia erbosa;

5^ Calata: Ancora una calata di 40 m.

6^ Calata: Questa calata conduce fino al nevaio sottostante. Valutare le condizioni della neve e l'altezza della stessa per un'eventuale ulteriore calata attrezzando un cordino su spuntone.




Considerazioni finali: La via Molteni è una grande classica della parete Sud del Pizzo Badile. Come tutte le vie su questo gruppo montuoso, richiede una buona esperienza alpinistica per l'impegno generale che la salita oppone. Le difficoltà tecniche d'arrampicata, infatti, non sono particolarmente elevate (tant'è che, escludendo la "normale", questa dovrebbe essere una delle vie più facili alla vetta), ma il lungo avvicinamento, la presenza di un importante nevaio alla base, la complessità di una eventuale ritirata, le difficltà nel "leggere" le via, sono tutti elementi che impongono consapevolezza dei propri mezzi tecnici, della propria esperienza e dell'ambiente in cui ci si trova. La lunghezza chiave della via, l'ottava, al tempo della nostra ripetizione, presentava delle nuove corde che agevolavano il traverso. Se non ci fossero le corde, si consideri che l'arrampicata libera opposta è di VI grado. Con buona pace di tutte quelle relazioni che ritengono sia un V. Altro elemento da non sottovalutare è la discesa. Quella qui proposta si sviluppa lungo le soste attrezzate per calarsi in tempi relativamente recenti. Diversamente, si deve scendere dalla normale, con diverse calate, ma anche molti tratti di facile arrampicata in discesa. Nel complesso, una gran bella via, in ambiente d'alta montagna su una delle cime in cui sono state scritte pagine di grande alpinismo.

(Foto Fo)



Riferimenti Bibliografici:
Testi: M. Sertori, G. Lisignoli, Solo granito, p. 123, Versante Sud (2009);




http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2020/03/Molteni.pdf

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