venerdì 28 luglio 2017

Joderhorn - Cresta Sud-Est (3036 m.s.l.m.)

Relazione attinente l'arrampicata alla Cresta Sud-Est dello Joderhorn  effettuata in data 7 luglio 2017 da Frank und Thomas


http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2017/08/Relazione-attinente-l-2.pdf


"Ho speso gran parte dei miei soldi in donne, rifugi e birra.
Il resto l'ho sperperato."
[Toso, liberamente tratto da George Best]

Itinerario automobilistico: Arrivati a Macugnaga (vedi Ubicazione al termine di questo post) seguire le indicazioni per Funivie Passo Moro (a destra poco dopo aver superato il centro della frazione Staffa). Lasciare l'auto nel posteggio antistante gli impianti di risalita (4 euro tutto il giorno). Si sale al Rifugio Oberto (2796 m.s.l.m.) con la funivia (2 tronconi, costo A-R 18 euro);


Appena scesi dalla funivia, guardando ad Est, si
nota l'inconfondibile piramide dello Joderhor.
In rosso indicato il tracciato dello ski-lift da risalire

Avvicinamento: Scesi dalla funivia si seguono le indicazioni per il Rifugio Oberto senza, tuttavia, raggiungerlo. Guardando ad Est si noterà l'inconfondibile piramide dello Joderhorn (3036 m.s.l.m.) stagliarsi contro il cielo. Camminare verso lo ski-lift e risalire la blanda pendenza fino al termine dell'impianto. Giunti alla sella dove finisce lo ski-lift scendere a destra con l'intento di aggirare lo Joderhorn lasciandolo sulla sinistra. Attenzione, non seguire una buona traccia di sentiero segnalata da numerosi ometti, ma puntare circa un centinaio di metri più in basso. Se vi trovate in mezzo ad enormi e labirintici blocchi di gneiss sappiate che state andando nella direzione giusta. Usciti dai blocchi, vedrete in alto, verso Nord-Est, una bocchetta su cui sorge un palo. Quella è la Bocchetta di Staffa (2799 m.s.l.m.) ed è la vostra destinazione. Salire a vista per labilissime tracce di sentiero. Arrivati alla Bocchetta di Staffa, l'attacco della via è visibile sulla sinistra, individuabile da un diedro fessurato con spit alla base e chiodo a metà fessura.

Qui trovi la traccia GPS dell'avvicinamento; 


Dalla sella dove finisce lo ski-lift, scendere decisamente
a destra e poi immergersi nel mezzo ad immensi blocchi
per aggirare, sulla destra, la base dello Joderhorn


Raggiungere la Bocchetta di Staffa
per labili tracce di sentiero
In rosso la traccia di avvicinamento

Dislivello di avvicinamento: 100 m. in salita ed altrettanti in discesa;

Tempistica di avvicinamento: 1 ora scarsa;


Lunghezze: 10;



Dislivello in arrampicata: 200 m. circa;



Quota di partenza (avvicinamento): 2796 m.s.l.m., arrivo della funivia;


Quota di partenza (arrampicata): 2799 m.s.l.m., Bocchetta Staffa;

Quota di arrivo: 3034 m.s.l.m., vetta dello Joderhorn;

Difficoltà: V (un passo), per il resto tutto III, IV;

Soste: La maggior parte su spit uniti da cordini, alcune da attrezzare su spuntoni, portare, quindi, l'occorrente;

Esposizione: Sud-Est;

Vie di fuga: Probabilmente in doppia dalla via, ma con qualche difficoltà;

Tipo di roccia: Gneiss;

Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;

Tempo di arrampicata: 3 ore;

Discesa: Dal versante Nord-Ovest dello Joderhorn, seguendo una labilissima traccia tra gli sfasciumi, lungo quella che è la via normale di salita;

Attacco: Dalla Bocchetta di Staffa (2799 m.s.l.m.) volgere lo sguardo a sinistra (faccia allo Joderhorn) ed individuare un evidente diedro fessurato, al termine di una facile cengia, ove spiccano uno spit ed un chiodo;

Il diedro fessurato, l'attacco della via
della Cresta Sud-Est allo Joderhorn 

Relazione:

Primo Tiro (IV°, 15 m.): Percorrere la facile cengia fino a raggiungere il diedro fessurato. Risalirlo con movimenti facili e protetti. L'uscita dal diedro, è un po' aggettante e da protegger (IV). Subito dopo si trova la sosta (spit e chiodo uniti da cordino con anello di calata) su comoda cengia. Sconsiglio di concatenare questa lunghezza alla successiva per evitare attriti;


La prima lunghezza vista dalla prima sosta
Thomas impegnato sul diedro

Secondo Tiro (V un passo, il resto IV, 20 m.): Spostarsi a sinistra, rispetto alla sosta e risalire la seconda fessura che s'incontra (assenza di chiodi, ma proteggibile con blocchetti ad incastro). Superata questa prima fessura (IV) proseguire su placca appoggiata in direzione di un evidente diedro fessurato. Prima di affrontare il diedro ignorare una sosta a chiodi. Il diedro è protetto a spit. L'uscita dal diedro, aggettante e svasa, ma ben protetta, rappresenta il passo chiave della via (V). Sosta su due spit da unire o su spit e chiodo uniti da cordino. Sconsiglio di concatenare questa lunghezza alla precedente per evitare attriti;


La partenza della seconda lunghezza
Thomas sta per affrontare il diedro che, al suo
termine, oppone il passo chiave della via


Terzo Tiro (III+, 25 m.): Salire il diedro sopra la sosta, al suo termine spostarsi a destra, rinviare alla sosta a chiodi che s'incontra e proseguire per il successivo diedro ove troneggia uno spit. Uscire alla destra del diedro seguendo il percorso più facile. Scavalcare il filo di cresta, portandosi, quindi, sul versante opposto dove, a sinistra (ovest) s'incontra una sosta su due spit da unire;


Il primo diedro della terza lunghezza visto dall'alto
Il secondo diedro del terzo tiro, è consigliabile
uscirne a destra, seguendo il percorso più facile
Thomas sul terzo tiro

Quarto Tiro (IV+, 30 m.): Bisogna affrontare la bella parete che s'erge alla nostra destra (guardando la sosta). Per raggiungerla si deve rimontare un balzo roccioso sulla sinistra della parete (presenza di un vecchio cuneo in legno). Poi si prosegue seguendo le fessure che solcano la placca, ove si trovano diversi chiodi (comunque facilmente integrabile). Seguendo i punti deboli della roccia si esce senza particolari difficoltà. Lunghezza bellissima. Sosta su due spit da unire; 


Il primo balzo roccioso sulla sinistra della parete
Thomas affronta la bella parete della quarta lunghezza

Quinto Tiro (III+, 15 m.): Risalire il primo diedro immediatamente sopra la sosta e poi la successiva placca. Sosta su un unico spit alla base di una bellissima parete fessurata. Non farsi vincere dalla tentazione di unire questa lunghezza alla successiva perché l'attrito delle corde diventa importane. Lunghezza poco interessante;


Il diedro della quinta lunghezza
Sesto Tiro (IV+, 35 m.): Risalire l'evidente fessura. Presenza di chiodi e possibilità d'integrare. Proseguire, verso destra, affrontando il successivo diedro fessurato, assenza di protezioni ma integrabile. Uscire dal diedro superando un aggetto con un bel movimento atletico, facile ma da proteggere. Proseguire per facili blocchi fino ad incontrare la sosta su due spit da unire. Lunghezza meravigliosa;


L'evidente fessura della sesta lunghezza
Thomas in azione sul sesto tiro
Settimo Tiro (IV+, 35 m.): Proseguire per facile cresta fino ad incontrare un evidente diedro/camino dove spunta un cordone. L'uscita dal camino è ostica soprattutto a causa della facilità con cui s'incastra lo zaino. Conviene restarne all'esterno e sfruttare i piedi sulla sinistra. Sosta poco dopo l'uscita dal camino su tettuccio e cordino incastrati; 

La settima lunghezza vista dalla settima sosta. Si
noti come, la prima parte del tiro, è una mera
progressione in cresta
Thomas in uscita dal faticoso diedro/camino
Ottavo Tiro (III, 45 m.): Proseguire lungo la cresta in direzione della vetta. Percorso facile e libero. Totale assenza di protezioni, conviene mettere qualcosa ma attenzione agli attriti. Proseguire fino a quando s'incontra uno spit alla base di una placca ove sostare;


L'ottava lunghezza
Il pallino indica la S8

Nono Tiro (III, 35 m.): Affrontare la placca che sovrasta la sosta e poi proseguire per facile cresta fino a quando s'incontra una evidente parete fessurata (visibile già dalla sosta precedente) alla cui base si attrezza una sosta su masso incastrato. Alla base della parete fessurata c'è uno spit senza piastrina (quindi inutilizzabile);

La placca iniziale del nono tiro
Al centro della foto la parete fessurata alla cui base
si deve sostare


Decimo Tiro (IV+, 25m.): Risalire la bella placca fessurata seguendo lo zigzagare della fessura. Presenza di chiodi e di vecchi blocchetti ad incastro abbandonati. Uscire alla destra della parete e sostare su due spit da unire.  Anche questa è una lunghezza che regala una bella arrampicata;   

Thomas affronta la prima parte del decimo tiro

Thomas sulla parte centrale della decima lunghezza
Al termine della bella parete che caratterizza
l'ultimo tiro della via
Uscita: Proseguire in direzione della croce di vetta dello Joderhorn con percorso libero. Recuperare il compagno sfruttando i chiodi della croce;

Il tratto finale della via visto dalla sosta
Discesa: La discesa avviene lungo quella che è la via normale di salita  allo Joderhorn, ovvero dal suo versante Ovest, lungo una labilissima traccia che si destreggia tra enormi sfasciumi. Al termine della pendenza si raggiunge in pochi minuti il Rifugio Oberto;


Considerazioni finali: Via di stampo classico, in ambiente meraviglioso, che sa regalare alcuni tratti di arrampicata veramente bella e piacevole. Peccato che sia un po' discontinua.



Riferimenti Bibliografici:
Cartine: Monte Rosa, carta 1:50.000, allegata a Meridiani Montagne n. 15







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