Gruppo del Disgrazia, Valmalenco, Valtellina, Sondrio, Lombardia
Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Cassandra Crossing" alla Sentinella della Vergine effettuata in data 24-25 settembre 2016 da Toso e PMI + Coniugi
Quando la vita è
appesa a un filo,
è incredibile il prezzo del filo!
[Daniel Pennac, La Prosivendola,
Mondadori 2006, p. 167]
Percorso automobilistico: Arrivati al paese di Chiesa Valmalenco seguire le abbondanti indicazioni per Chiareggio (Vedi Ubicazione alla fine di questo post). Arrivati a questo paesello attraversarlo tutto fino a quando la strada asfaltata diventa uno sterrato che costeggia il torrente. Parcheggiare;
Avvicinamento: Si segue l'ampia sterrata che costeggia il torrente sulla sua sinistra orografica (in discesa). Si attraversa il ponte e si segue il sentiero che (in salita) conduce in poco meno di un'ora ai Rifugi Gerli-Porro e Ventina. Dal Rifugio Ventina (1975 m.s.l.m.) attraversare il sottostante torrente Mallero all'altezza del ponte e proseguire in salita, sulla sinistra orografica, seguendo una traccia di sentiero che conduce verso la morena (tracce blu). Giunti alla morena risalirla e percorrere interamente il filo di cresta con direzione Sud. Si dovrà puntare ad un evidente massone (vedi foto). Giunti al grosso ed evidente masso proseguire per balze e detriti morenici puntando alla parete della Sentinella della Vergine che, finalmente, si concede alla vista. Superato senza particolari difficoltà il Canalone della Vergine si punta all'attacco della via Cassandra Corssing;
Giunti sul filo di cresta, puntare all'evidente masso, raggiunto il quale si può procedere, a vista, verso la parete della Sentinella della Vergine |
Il percorso di avvicinamento visto dall'alto. Foto scattata nei pressi dell'evidente masso di cui si è detto |
Dal grosso masso di cui sopra, si distingue la Sentinella della Vergine. La stella indica l'attacco |
Dislivello di avvicinamento: 800 m. circa (350 m. dal parcheggio al Rifugio Ventina, 450 m. dal Rifugio all'attacco della via Cassandra Crossing;
Tempistica di avvicinamento: 2 ore e mezza (dal parcheggio all'attacco). Si consideri 1 ora dal parcheggio al Rifugio Ventina e 1 ora e mezza dal rifugio all'attacco della via Cassandra Crossing alla Sentinella della Vergine;
Tempistica di avvicinamento: 2 ore e mezza (dal parcheggio all'attacco). Si consideri 1 ora dal parcheggio al Rifugio Ventina e 1 ora e mezza dal rifugio all'attacco della via Cassandra Crossing alla Sentinella della Vergine;
Lunghezze: 8;
Dislivello
in arrampicata: 200 m. circa;
Quota
di partenza (avvicinamento): 1600 m.s.l.m. circa;
Quota
di partenza (arrampicata): 2400 m.s.l.m. circa;
Quota
di arrivo: 2600 m.s.l.m. circa;
Difficoltà: VI+;
Soste: 2 spit uniti da cordini (cordini un po' marci…);
Esposizione: Nord/Est;
Vie
di fuga: In doppia dalla via;
Tipo
di roccia: Granito;
Materiale: Normale
dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario
per integrare le protezioni esistenti;
Tempo
di arrampicata: 4 ore;
Discesa: In corda doppia dalla via di salita;
Attacco: L'attacco si trova su una cengia appena accennata che sormonta un evidente salto di roccia nera. Si percorre la cengia fino al suo termine nei pressi di una fessura diagonale sinistra qui, volgendo lo sguardo a destra, si distingue, in alto, sopra un sistema di rocce spaccate, il primo spit della via (vedi foto);
L'attacco della via Cassandra Corssing alla Sentinella della Vergine si trova su una cengia sopra un salto di rocce nere e nei pressi di una fessura diagonale sinistra |
La cengia d'attacco |
Primo
Tiro (IV, 30 m.): Risalire il sistema di rocce spaccate in direzione dell'evidente spit. Da qui la via prosegue in direzione sinistrorsa seguendo una fascia rocciosa appoggiata e sprotetta (III+) fino ad arrivare in sosta (S1) su comoda cengia;
Il sistema di rocce rotte che caratterizza l'inizio della prima lunghezza |
La parte finale del primo tiro |
Secondo
Tiro (IV, 40 m.): Dalla sosta spostarsi decisamente a destra camminando sulla cengia in direzione del piccolo diedro fessurato. Attenzione, dalla sosta, non andare a sinistra, ignorare, quindi, gli evidenti spit che troneggiano sulla placca di sinistra (variante di 7a). Arrivati al piccolo diedro fessurato sulla destra, vincerlo (IV) e poi proseguire in verticale su roccia appoggiata (passi di aderenza sprotetti IV). Al termine della placca spostarsi decisamente a sinistra imboccando una cengia erbosa che conduce alla sosta (S2);
Il diedro fessurato verso cui dirigersi all'inizio della seconda lunghezza |
La seconda parte del secondo tiro |
Sulla cengia erbosa alla fine della seconda lunghezza |
Terzo
Tiro (V+, 35 m.): Andare a sinistra per un paio di metri rispetto alla sosta, poi risalire in verticale un articolato sistema di enormi massi sovrapposti (IV+). Proseguire su diedro appoggiato ove spicca uno spit sulla destra (IV) in direzione di un evidente aggetto. Vincere l'aggetto con un passo impegnativo (soprattutto per i corti, V+) e proseguire per rocce più facili (IV) fino in sosta (S3);
La prima parte della terza lunghezza |
L'evidente aggetto (V+) che caratterizza il passo chiave del terzo tiro |
Quarto
Tiro (V°, 35 m.): Salire in verticale sopra la sosta seguendo un percorso logico su placca appoggiata, poi spostarsi a sinistra seguendo una fessura fino ad arrivare in sosta su cengia (S4). Lunghezza che non oppone particolari difficoltà e che non regala grosse emozioni;
La prima parte della quarta lunghezza |
La seconda parte del quarto tiro |
Il quarto tiro visto dalla S4 |
Quinto
Tiro (V+, 40 m.): Dalla sosta spostarsi decisamente a sinistra in direzione dell'evidente spigolo. Risalirlo interamente con passi di V+, ben protetti, ma atletici ed esposti. Al termine dello spigolo spostarsi sulla sinistra affrontando una bella placca tecnica (V), su cui troneggia uno spit, al termine della quale si giunge in sosta (S5);
Verso lo spigolo, la prima parte della quinta lunghezza |
La placca finale del quinto tiro |
L'uscita dalla quinta lunghezza |
Sesto
Tiro (V+, 35 m.): Salire la placca appoggiata sopra la sosta in direzione di un evidente muretto fessurato al termine del quale troneggia uno spit (V-). Dopo il muretto proseguire su roccia articolata e appoggiata con direzione sinistrorsa verso un altro muretto verticale. Vincere il muretto (Spit posizionato proprio nel mezzo) con movimenti tecnici (V+). Poi proseguire su roccia più facile fino alla sosta (S6);
La prima parte del sesto tiro |
La seconda parte della sesta lunghezza |
Il passo chiave della sesta lunghezza |
Settimo
Tiro (VI+, 45 m.): Vincere il muro fessurato che s'erge proprio davanti alla sosta (V+). Poi proseguire per rocce più facili su percorso logico fino ad un evidente diedro strapiombante. Si tratta del passo chiave della via (VI+). Il passaggio è ben protetto ed, inoltre, si riesce anche ad integrare con un friend nella fessura. L'arrampicata richiesta, apparentemente fisica ed atletica, se interpretata correttamente si consta di alcuni movimenti in opposizione sulla fessura ed un'uscita decisa. Poi per rocce più facili fino in sosta (S7);
Il muretto fessurato all'inizio della settima lunghezza |
La parte centrale del settimo tiro |
Il passo chiave dell'intera via, il diedro strapiombante |
Ottavo
Tiro (IV+, 40 m.): Dalla sosta proseguire in verticale
su roccia lavorata, poi affrontare la successiva placca dove spicca uno spit e proseguire con direzione sinistrorsa verso lo spigolo. Da qui proseguire su placca appoggiata fino alla sosta (S8). Siamo in vetta ad un avancorpo ove giunge al termine la via Cassandra Crossing;
La prima parte dell'ottava lunghezza |
Verso lo spigolo |
Discesa: Ci si cala in corda doppia facendo 7 calate. Si devono ripercorrere tutte le soste fatte in salita con l'eccezione di S1. Da S2, infatti, ci si può calare fino alla base della via (ovviamente con due mezze corde da 60 m.);
Considerazioni finali: La via Cassandra Crossing alla Sentinella della Vergine oppone un'arrampicata di tutto rispetto in ambiente di alta montagna. Ci si trova, infatti, nel cuore del gruppo montuoso del Disgrazia e si arrampica proprio sopra il ghiacciaio del Ventina. Ambiente, quindi, da non sottovalutare. L'avvicinamento stesso, anche se fatto dal Rifugio, richiede dimestichezza nel destreggiarsi su sfasciumi morenici privi di sentiero. Dimestichezza che torna utile anche nell'individuazione dell'attacco della via (auspico che le foto di questa relazione semplifichino il compito). La stessa via, pur essendo di (relativamente) nuova realizzazione (2003), non può essere considerata una via di stampo sportivo. E' vero che le protezioni sono costituite da spit, ed è altrettanto vero che tutti i passi chiave sono protetti, ma da un ancoraggio non si vede (quasi mai) il successivo. Tutto quanto appena premesso porta alla conclusione che questa non è una via per neofiti.
Riferimenti Bibliografici:
Testi: M. Sertori, G. Lisignoli, Solo Granito, Ed. Versante Sud, Milano (2007), p. 255
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