Se non scali la montagna,
non ti potrai mai godere il paesaggio.
[Pablo Neruda]
Avvicinamento: Dal Rifugio Lecco (1777 m.s.l.m.) seguire il Vallone dei Camosci che si apre alle spalle del Rifugio in direzione Nord-Ovest. Si risale la pista da sci tenendo l'impianto di risalita alla propria sinistra, si raggiunge e si supera la stazione di arrivo. Si prosegue, quindi, per un centinaio di metri sempre in direzione Nord-Ovest, portandosi a ridosso della parete rocciosa. Si noterà un evidente e grosso camino che divide la bastionata in due parti. Si supera il camino e ci si dirige verso la sezione della bastionata dove si osservano tre tetti gialli posti uno sopra l'altro ad una quindicina di metri dal suolo. La via della Gelida Piapata inizia proprio alla sinistra di questi tre tetti, su un evidente spigolo verticale su cui si noteranno diversi fittoni e chiodi. Alla destra dell'attacco appena descritto si trova un camino, spesso molto bagnato, che era la via originale;
Panoramica dal Rifugio Lecco. La traccia azzurra indica il percorso di avvicinamento alla via Gelida Pipata |
Il punto arancione indica l'attacco della via |
Dislivello di avvicinamento: 250 m. circa dall'arrivo della funivia;
Tempistica di avvicinamento: 1 ora dall'arrivo della funivia;
Tempistica di avvicinamento: 1 ora dall'arrivo della funivia;
Lunghezze: 3+ uscita;
Dislivello in arrampicata: 70 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 1650 m.s.l.m. circa ai Piani di Bobbio;
Quota di partenza (arrampicata): 1900 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2000 m.s.l.m. circa;
Difficoltà: 6a, 5a obbligatorio;
Soste: Tutte su fittoni uniti da catena;
Esposizione: Sud-Ovest;
Vie di fuga: In doppia dalla via;
Tipo di roccia: Dolomia;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;
Tempo di arrampicata: 1ora e mezza;
Discesa: Dal sentiero al termine della via;
Attacco: Alla base dello spigolo posto proprio a sinistra di un camino, a sua volta posto alla sinistra di tre evidenti tetti sormontati. Scritta "Gelida pipata" in vernice nera alla base;
Relazione:
Primo Tiro (6a, 25 m.): Si risale l'evidente spigolo verticale su cui spiccano numerosi fittoni e chiodi. La chiodatura è da falesia (ecco perché ho usato la scala francese). La lunghezza oppone due assoli impegnativi che si attestano sul 6a: il primo è proprio all'inizio, all'altezza del primo resinato. Passo leggermente strapiombante che richiede decisione. Il secondo passaggio duro, anch'esso di 6a, è proprio sulla parte finale nei pressi degli ultimi due resinati. In questo caso abbiamo la parete con buoni appigli ma senza appoggi per i piedi. Il resto del tiro è sul 5a. Sosta su fittoni uniti da catena;
Secondo Tiro (IV°, 15 m.): Dalla sosta si prosegue sulla cengia a sinistra per 2-3 m. in direzione di un evidente resinato. Si risale un muretto che presenta un po' d'erba e terra, poi si prosegue arrampicando in diagonale destra seguendo la linea dei resinati. Giunti nei pressi di un camino, lo si scavalca con passo deciso ed esposto e si sosta, subito dopo, su pergamo aereo. In questo caso chiodatura classica e sosta costituita da due resinati uniti da catena;
Terzo Tiro (IV°, 30 m.): La via prosegue in verticale sopra la sosta lungo l'evidente camino. Dopo una ventina di metri dentro al camino si rimonta una bella sezione più verticale (leggermente strapiombante) sulla destra che porta ad uscire dal camino e a sostare su comoda cengia. Sosta su resinati uniti da catena, chiodatura classica. Lunghezza molto divertente;
Uscita (30 m.): Proseguire inizialmente per facili roccette e poi per balze erbose fino alla successiva parete rocciosa su cui spicca un resinato dove, eventualmente assicurarsi e recuperare il compagno.
Discesa: Seguire il sentiero (a tratti attrezzato) che, a destra (faccia a monte), conduce in 10 minuti al canalone della Torre Conica e da qui, in pochi minuti al Vallone dei Camosci.
Considerazioni finali: Via breve, ma molto bella. Tutte le lunghezze sono molto divertenti. La prima, molto tecnica, verticale e con due assoli di rilievo, non va sottovalutata, soprattutto da relazioni che la gradano 5a. La seconda, che apparentemente è la meno interessante, sa regalare emozioni se non fosse altro per l'esposizione. La terza, infine,
garantisce un'arrampicata con dei bellissimi movimenti che piacciono a tutti, neofiti ed esperti.
Io l’ho percorsa in occasione di un corso di alpinismo. E’ un’eventualità da tenere in considerazione solo se si dispone di allievi ingamba... come nel mio caso.
Condivido il giudizio di chi ritiene che questa "Gelida Pipata" sia una "bella scoperta". Ritengo che il giusto completamento di questa via sia il concatenamento con la normale alla Torre Conica(Vedi Relazione).
Ringrazio lo Ste per avermici portato e di aver condiviso con me la possibile soluzione del mistero che attiene gli "ignoti apritori"...
Dislivello in arrampicata: 70 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 1650 m.s.l.m. circa ai Piani di Bobbio;
Quota di partenza (arrampicata): 1900 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2000 m.s.l.m. circa;
Difficoltà: 6a, 5a obbligatorio;
Soste: Tutte su fittoni uniti da catena;
Esposizione: Sud-Ovest;
Vie di fuga: In doppia dalla via;
Tipo di roccia: Dolomia;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;
Tempo di arrampicata: 1ora e mezza;
Discesa: Dal sentiero al termine della via;
Attacco: Alla base dello spigolo posto proprio a sinistra di un camino, a sua volta posto alla sinistra di tre evidenti tetti sormontati. Scritta "Gelida pipata" in vernice nera alla base;
Lo spigolo d'attacco della via Gelida Pipata |
Primo Tiro (6a, 25 m.): Si risale l'evidente spigolo verticale su cui spiccano numerosi fittoni e chiodi. La chiodatura è da falesia (ecco perché ho usato la scala francese). La lunghezza oppone due assoli impegnativi che si attestano sul 6a: il primo è proprio all'inizio, all'altezza del primo resinato. Passo leggermente strapiombante che richiede decisione. Il secondo passaggio duro, anch'esso di 6a, è proprio sulla parte finale nei pressi degli ultimi due resinati. In questo caso abbiamo la parete con buoni appigli ma senza appoggi per i piedi. Il resto del tiro è sul 5a. Sosta su fittoni uniti da catena;
La parte iniziale della prima lunghezza |
L'ultimo tratto del primo tiro |
Claudio all'uscita della prima lunghezza |
Mattia alla fine del primo tiro |
Secondo Tiro (IV°, 15 m.): Dalla sosta si prosegue sulla cengia a sinistra per 2-3 m. in direzione di un evidente resinato. Si risale un muretto che presenta un po' d'erba e terra, poi si prosegue arrampicando in diagonale destra seguendo la linea dei resinati. Giunti nei pressi di un camino, lo si scavalca con passo deciso ed esposto e si sosta, subito dopo, su pergamo aereo. In questo caso chiodatura classica e sosta costituita da due resinati uniti da catena;
La seconda lunghezza vista dall'alto |
Terzo Tiro (IV°, 30 m.): La via prosegue in verticale sopra la sosta lungo l'evidente camino. Dopo una ventina di metri dentro al camino si rimonta una bella sezione più verticale (leggermente strapiombante) sulla destra che porta ad uscire dal camino e a sostare su comoda cengia. Sosta su resinati uniti da catena, chiodatura classica. Lunghezza molto divertente;
La prima parte del terzo tiro |
La terza lunghezza |
La parte centrale del terzo tiro visto dall'alto |
Discesa: Seguire il sentiero (a tratti attrezzato) che, a destra (faccia a monte), conduce in 10 minuti al canalone della Torre Conica e da qui, in pochi minuti al Vallone dei Camosci.
Considerazioni finali: Via breve, ma molto bella. Tutte le lunghezze sono molto divertenti. La prima, molto tecnica, verticale e con due assoli di rilievo, non va sottovalutata, soprattutto da relazioni che la gradano 5a. La seconda, che apparentemente è la meno interessante, sa regalare emozioni se non fosse altro per l'esposizione. La terza, infine,
garantisce un'arrampicata con dei bellissimi movimenti che piacciono a tutti, neofiti ed esperti.
Io l’ho percorsa in occasione di un corso di alpinismo. E’ un’eventualità da tenere in considerazione solo se si dispone di allievi ingamba... come nel mio caso.
Condivido il giudizio di chi ritiene che questa "Gelida Pipata" sia una "bella scoperta". Ritengo che il giusto completamento di questa via sia il concatenamento con la normale alla Torre Conica(Vedi Relazione).
Ringrazio lo Ste per avermici portato e di aver condiviso con me la possibile soluzione del mistero che attiene gli "ignoti apritori"...
Lo splendido scorcio del Rifugio Lecco |
Riferimenti Bibliografici:
Testi: P. Buzzoni, E. Pesci, Lario Rock pareti, Versante Sud (2011), pp. 249, 250
Grazie a te Grande Toso!
RispondiEliminaChe piacere leggere ancora di questa bella giornata!
Ciaoooo!
Ste!