Il piacere di
arrampicare è il risultato
di un delicato equilibrio.
[Marco Romelli su
Skialper n. 104- febbraio 2016
p. 50 – Goulotte che passione]
Itinerario automobilistico: Dai 1.280 m.s.l.m. dei Pian dei Resinelli (vedi Ubicazione al termine di questo post) si sale verso il Rifugio Soldanella (1.354 m.s.l.m.) e si lascia la macchina subito dopo, all'inizio della strada sterrata, negli appositi spazi esterni alla carreggiata. Si imbocca il sentiero seguendo le indicazioni per Canalone Porta, Cresta Sinigaglia.
Avvicinamento: Si segue il sentiero n. 1 della Cresta Sinigaglia (indicazioni). Quando si arriva in vista dei Torrioni Magnaghi, si imbocca un'evidente traccia che, abbandonando il sentiero della cresta Sinigaglia, attraversa in direzione dei Torrioni stessi. Si consideri che si va in direzione di un manufatto atto all'atterraggio degli elicotteri. Non si deve raggiungere il manufatto e non si deve scendere in direzione del Canalone Porta. Si deve salire in direzione delle strutture rocciose dei Magnaghi. L'attacco della via normale al Secondo Magnaghi è in comune con la via normale al Primo. La foto torna utile. (1,15 ore dal posteggio della macchina).
In blu l'avvicinamento, il pallino giallo indica l'attacco della normale al Primo e Secondo Magnaghi |
Tempistica di avvicinamento: 1 ora e 15 minuti;
Lunghezze: 4;
Dislivello in arrampicata: 150 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 1.360 m.s.l.m. circa;
Quota di partenza (arrampicata): 1.900 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2.045 m.s.l.m. circa vetta del Torrione Magnaghi Centrale;
Difficoltà: IV+;
Soste: Resinati uniti da catena;
Esposizione: Est;
Vie di fuga: In doppia dalla via;
Tipo di roccia: Calcare;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;
Tempo di arrampicata: 1,30 ore;
Discesa: Seppur possibile calarsi in doppia, è consigliabile, invece, scendere dal versante occidentale (disarrampicando la prima parte e seguendo un tratto attrezzato la seconda) e portarsi alla forcella Glasg per poi fare una via sul Torrione Magnaghi Settentrionale;
Attacco: Alla base dell'evidente rampa ove si trova un vecchio chiodo. Visibile il primo resinato. Per individuarlo potrà tornare utile la scritta arancione verticale "Oransoda-Lemonsoda" su un grande masso, da qui spostarsi a sinistra (faccia a monte) per una decina di metri. La foto aiuta. Si consideri che le difficoltà della rampa sono abbastanza omogenee e si attestano sul III grado, cosicché è possibile attaccare, come abbiamo fatto noi, anche qualche metro prima dell'attacco originale.
L'attacco della via normale al secondo Magnaghi (e i primi due tiri) |
Primo Tiro (III, 55 m.): Risalire la rampa che oppone difficoltà omogenee di III grado. Ci sono possibilità di integrare le protezioni, qualora se ne avvertisse la necessità, sia utilizzando clessidre, spuntoni o blocchetti ad incastro. Giunti, dopo 25 metri, alla prima sosta, conviene proseguire per altri 30 m. fino a raggiungere la successiva sosta su comoda cengia. Resinati uniti da catena;
Il Toso sul primo tiro |
Secondo Tiro (III, 50 m.): La via prosegue leggermente a destra sopra la sosta, seguendo la rampa con percorso non obbligato, logico e con ampie possibilità d'integrare le protezioni. Consiglio, una volta raggiunta la sosta, di proseguire fino alla successiva. La sosta si trova su una comoda cengia posta proprio sotto un evidente tettino ed un canale sulla sinistra. I due tiri che abbiamo appena fatto rappresentano le prime due lunghezze della via Normale al Primo Magnaghi.
Da qui in poi relaziono la Variante Polvara.
Il Toso in arrivo in sosta al secondo tiro |
Cumò ti spieghi |
Il tettino del terzo tiro |
La terza lunghezza |
Quarto Tiro (III°, 30 m.): Proseguire sull'evidente rampa fino al suo termine. Abbondanti possibilità d'integrare le protezioni. Sosta su resinati uniti da catena. Vetta del Torrione Magnaghi Centrale (2.045 m.s.l.m.)
La quarta lunghezza |
Il quarto tiro visto dall'alto |
Uscita: Seguire il cavo metallico in discesa verso Ovest che conduce, dopo circa 20 metri alla Forcella Glasg.
Quella appena descritta (sia il tratto attrezzato, sia il precedente pezzo in discesa) è la via Normale al Secondo Magnaghi.
Da
qui si può scendere a piedi sul canalone (ripido ed instabile) in direzione Est
(sinistra guardando il torrione) che conduce al sentiero della Cresta
Sinigaglia, oppure salire qualche via del Torrione Magnaghi Settentrionale. Noi, ad esempio abbiamo fatto la via Lecco.
Considerazioni finali: Itinerario storico, didattico e molto frequentato di questo scorcio di Grigna. La sua logicità, la mancanza di esposizione, l'abbondanza di appigli, fessure, clessidre lo rendono un terreno ideale per le scuole di alpinismo. Ciononostante la roccia è buona (anche se ogni tanto può cadere qualche sasso dall'alto mosso da qualche improvvido allievo o da qualche corda recuperata).
Cordate in vetta al primo Magnaghi |
Riferimenti Bibliografici:
Testi:
E. Pesci, Le Grigne, Cai-TCI, Milano (1998), pp. 349 e ss.
P. Soregaroli, Grigne, guida escursionistica e alpinistica della Grigna Settentrionale, della Grigna Meridionale e del Coltigne, Nordpress, Chiari (BS)(2006), pp. 318 e ss.
P. Buzzoni E. Pesci, Lario Rock Pareti, Versante Sud, Milano (2011), pp. 91 e ss.
Ma quante belle giornate :-)
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