Alpi Carniche Orientali, Friuli, Paularo (UD)
Relazione attinente al Trekking al Monte Zermula (2143 m.s.l.m.) salendo per la Ferrata dell'Amicizia e allo Zuc della Guardia (1911 m.s.l.m.) per la Ferrata degli Alpini. Escursione effettuata il 25 ottobre 2014 da Toso e Piccola Impertinente
Forza e bellezza, a ognuno il suo,
ma questa notte dormo sul mio fianco preferito,
il tuo.
[Toso,
liberamente tratto da Magnifico,
Fedez feat. Francesca Michelin,
Pop-hoolista, 2014]
Dati Tecnici Trekking: Si tratta di un trekking ad anello che, salendo per la ferrata dell'Amicizia permette di raggiungere la vetta del Monte Zermula. Poi si scende dalla normale verso la Forca di Lanza e da qui si sale al Zuc della Guardia usufruendo della ferrata degli Alpini. Dalla vetta del basso e tozzo Zuc della Guardia, si scende per il sentiero attrezzato e si ritorna al Passo Cason di Lanza ove si aveva lasciato la macchina;
Percorso automobilistico: Da Paularo (UD) (vedi ubicazione alla fine di questo post) salire al Passo Cason di Lanza (1552 m.s.l.m.) ove sorge l'omonimo Rifugio, mediante una comoda (ma stretta) carrozzabile (circa 15 km). Si posteggia la macchina proprio nei pressi del Rifugio Cason di Lanza. Si può anche salire da Pontebba (come abbiamo fatto noi) lungo la selvaggia Val Pontebbana;
Quota di partenza: 1552 m.s.l.m. Parcheggio antistante il Rifugio Cason di Lanza all'omonimo Passo;
Quota di arrivo: 2143 m.s.l.m. Vetta del Monte Zermula, 1911 m.s.l.m. Vetta del Zuc della Guardia;
Dislivello Complessivo: 700 m. circa in salita;
Tempistica: Noi abbiamo iniziato alle 11.00 e siamo ritornati al Rifugio alle 18.00, però, una volta giunti in vetta allo Zermula ci siamo goduti gli strali autunnali per quasi due ore. Si consideri, pertanto le seguenti tempistiche:
Quota di arrivo: 2143 m.s.l.m. Vetta del Monte Zermula, 1911 m.s.l.m. Vetta del Zuc della Guardia;
Dislivello Complessivo: 700 m. circa in salita;
Tempistica: Noi abbiamo iniziato alle 11.00 e siamo ritornati al Rifugio alle 18.00, però, una volta giunti in vetta allo Zermula ci siamo goduti gli strali autunnali per quasi due ore. Si consideri, pertanto le seguenti tempistiche:
alla Vetta dello Zermula 3 ore circa;
dallo Zermula alla vetta del Zuc della Guardia 1 ora e mezza;
dallo Zuc al parcheggio mezz'ora;
complessivamente, quindi, 5 ore;
Attrezzatura: Kit da ferrata e abbigliamento da trekking su ferrata;
dallo Zermula alla vetta del Zuc della Guardia 1 ora e mezza;
dallo Zuc al parcheggio mezz'ora;
complessivamente, quindi, 5 ore;
Attrezzatura: Kit da ferrata e abbigliamento da trekking su ferrata;
Periodo Consigliato: Dalla primavera all'autunno purché senza presenza di neve. Già le condizioni che abbiamo trovato noi, e di seguito descritte, sono al limite e richiedono un minimo di esperienza alpinistica;
Difficoltà: EEA;
Segnavia: Tutti i sentieri sono segnalati da bandierine bianco-rosse;
Acqua: Alla partenza;
Punti di Appoggio: Il comodo e accogliente Rifugio Cason di
Lanza posto a 1552 m.s.l.m.;
Esposizione: Il Trekking si sviluppa praticamente su
tutte le esposizioni, però la ferrata dello Zermula è esposta a Nord, mentre
quello dello Zuc della Guardia a Sud-Ovest;
Relazione:
Ero stato pochi giorni prima al Passo Cason di Lanza, con Tomada e, in una splendida giornata autunnale, avevamo scalato la via Nano Tremontino alla Creta d'Aip immersi nei magici colori delle craniche. Nel frattempo, però, le temperatura si sono abbassate e una spruzzatina di neve ha imbiancato le rocce della Nord del Monte Zermula. Io e la Piccola Impertinente valutiamo la situazione e decidiamo che, tutto sommato, dovremmo riuscire a fare la Ferrata dell'Amicizia, anche se siamo attrezzati con abbigliamento (quasi) estivo e scarpe basse da avvicinamento. Insomma, ci pagano per essere alpinisti o no???
Ero stato pochi giorni prima al Passo Cason di Lanza, con Tomada e, in una splendida giornata autunnale, avevamo scalato la via Nano Tremontino alla Creta d'Aip immersi nei magici colori delle craniche. Nel frattempo, però, le temperatura si sono abbassate e una spruzzatina di neve ha imbiancato le rocce della Nord del Monte Zermula. Io e la Piccola Impertinente valutiamo la situazione e decidiamo che, tutto sommato, dovremmo riuscire a fare la Ferrata dell'Amicizia, anche se siamo attrezzati con abbigliamento (quasi) estivo e scarpe basse da avvicinamento. Insomma, ci pagano per essere alpinisti o no???
Spruzzatina di neve al Passo Cason di Lanza. Lo Zermula è avvolto da fugaci brume |
Iniziamo a camminare sulla comoda carrareccia che conduce verso l'abbandonata caserma della G. di F.. Subito dopo prendiamo una traccia di sentiero (segnalata da bolli rossi, bianchi e gialli) che si dirama sulla destra. Per fortuna qualcuno che ci ha preceduti ha già battuto traccia.
Sentiero d'avvicinamento innevato |
A Nord le brume avvolgono anche la Cima di Lanza |
La Creta d'Aip ripresa dalla base della via ferrata dell'amicizia |
Sentiero innevato |
Dopo esserci imbragati e aver indossato (chi ce l'ha) il kit da ferrata, affrontiamo la prima rampa della Ferrata dell'Amicizia che si svolge su un diedro obliquo. L'inizio della ferrata è indicato da una targa metallica e da un evidente bollo tondo giallo e rosso.
C'è presenza di neve, ma non infastidisce più di tanto, questi primi 20 metri sono leggermente strapiombanti e richiedono dei movimenti atletici anche se ci sono abbondanti possibilità di scaricare il peso sui piedi.
L'attacco della ferrata avviene sull'evidente diedro obliquo |
Inizialmente la progressione è atletica, esposta e leggermente strapiombante. La neve c'è ma, per fortuna, è poca |
Usciti dal diedro, la verticalità e, conseguentemente, le difficoltà si abbassano, si prosegue ora su terreno più facile e in qualche breve tratto manca anche il cavo della ferrata (perché non serve) ma si vede sempre il successivo, quindi non c'è possibilità di perdersi.
La P.I. in uscita dal diedro iniziale |
Oltre le nebbie gli Alti Tauri in territorio austriaco |
La via prosegue senza particolari difficoltà su percorso logico in direzione di una placca posta nei pressi di un imponente diedro. Alla base del diedro e subito dopo, notiamo alcuni alpinisti. La visuale a nord, in territorio austriaco, spazia fino agli Alti Tauri e lentamente le brume della mattina lasciano spazio al sole. Per noi, però, in piena parete nord, il sole è ancora una chimera.
Per terreno facile si prosegue in direzione di una liscia placca posta alla sinistra dell'evidente diedro |
Mano a mano che saliamo la neve aumenta di spessore, ma non rappresenta un grosso problema. Siamo di ottimo umore e chiacchieriamo amenamente di facezie varie. Nel volgere di poco raggiungiamo due alpinisti alla base del diedro. Questi stanno tornando indietro. La placchetta, su cui solo ora riusciamo a distinguere delle rigole e dei campi solcati, presenta del verglas e loro non se la sentono di salirci. Un altro gruppo di alpinisti, invece, ha superato l'ostacolo ma, a detta loro, ha anche trovato diverse difficoltà.
Lo spessore della neve aumenta all'aumentare della quota |
Presenza di verglas sul diedro. Si noti il percorso della ferrata |
Verglas sulle rigole calcaree |
La neve non manca |
La metà superiore del diedro |
La P.I. verso la fine delle difficoltà |
Sulla cengia |
Sul tratto privo di cavo |
Il successivo canale |
La cengia facile ma sprotetta |
Dopo la cengia si affronta il successivo canale |
L'uscita dal canale |
La cassetta contenente il libro della ferrata |
Profumo di vetta |
La P.I. affronta uno degli ultimi canalini |
Il diedro finale |
Le facili placchette finali |
Fuori dalla ferrata. Improvvisamente il sole, il caldo |
Ad Ovest la vetta del Monte Zermula |
E finalmente la vetta, la croce |
La Creta d'Aip a Nord-Est |
Ad Est le Giulie |
L'omino di vetta che assomiglia una madonnina. Sullo sfondo le Carniche e gli Alti Tauri |
Discesa dallo Zermula: Dalla vetta, dopo esserci goduti qualche lungo momento di relax, prendiamo il sentiero che, andando verso sud-est ci porta, nel volgere di 30 minuti alla Forca di Lanza (1831 m.s.l.m.). Non passiamo alle postazioni della Grande Guerra che sorgono abbondanti sulla cresta dello Zermula, testimoni muti di un truce passato. Il nostro obiettivo è quello di salire sullo Zuc della Guardia mediante la via Ferrata degli Alpini.
Il sentiero percorso in discesa |
Zuc della Guardia, nostra prossima meta |
Sentiero a mezza costa innevato che porta all'attacco della Ferrata |
La tozza piramide dello Zuc della Guardia |
L'attacco della via Ferrata degli Alpini si trova nei pressi di alcuni trinceramenti della prima guerra mondiale. Viene identificato da una targa metallica e da una scaletta metallica che rappresenta il primo strappo verticale della via.
Trincee della Grande Guerra. L'attacco della via ferrata si trova proprio alla loro destra |
Il sentiero conduce proprio all'attacco della ferrata |
La scala metallica che rappresenta l'inizio della ferrata |
Tracce del primo conflitto mondiale |
A metà via si trova il libro di ferrata |
Foto di rito |
Discesa dallo Zuc della Guardia: Si segue la traccia di sentiero che si sviluppa sul versante Nord-Ovest. Dopo pochi metri si incontrerà una catena proprio nei pressi di una matassa aggrovigliata di filo spinato. Poi si prosegue sul sentiero attrezzato fino alla base dello Zuc. Da qui si prende il sentiero che riporta, in 20 minuti, al Passo Cason di Lanza. Noi abbiamo trovato più difficoltà sul sentiero attrezzato in discesa che nella ferrata in salita. Questo perché l'esposizione a Nord-Ovest aveva mantenuto qualche insidiosa zolla nevosa. Comunque nulla di preoccupante.
Il sentiero attrezzato della discesa. Si noti il groviglio di filo spinato, testimonianza di antiche... "ruggini" |
Discesa ancora sulla neve |
Fine dell'avventura, ora veloci all'accogliente Rifugio Cason di Lanza |
Considerazioni finali: Sulla ferrata dell'Amicizia al Monte Zermula ci sono stato proprio un sacco di volte. E' stata la prima via ferrata della mia vita. Erano anni di gioventù, di incoscienza, di scoperta e di grandi e facili entusiasmi, cocciuto e testardo, fortunato e sfrontato. Al tempo (se non erro era l'estate del 2000) ero salito completamente privo di protezioni e avevo coinvolto in questa follia la socia del tempo… E guai a tornare indietro… Ero un ragazzino presuntuoso, al quale si stavano schiudendo gli affascinanti incanti dei monti. Senza esperienza e poco buonsenso. Ma questa è una storia che racconterò un giorno, narrando le mie gesta, mentre berrò birra e fumerò la pipa, seduto nel bar del paese.
Poi c'ero tornato, forse l'anno successivo, coll'amico Boso. In quel caso avevamo fatto, in salita, lo Zuc della Guardia e, in discesa, la ferrata dello Zermula. Soluzione, questa, che ha veramente poco senso. C'ero tornato, poi, ancora una volta, alcuni anni più tardi, ma avevo fatto la sola ferrata dell'Amicizia in salita, poi, discesa dal sentiero senza passare dallo Zuc della Guardia.
Ad ogni modo, fin dalla prima volta che sono arrivato al Passo Cason di Lanza, ove sorge l'omonimo Rifugio, quell'estate del 2000, mi sono innamorato di questo posto. Si tratta di un incanto ameno ed appartato, fuori dalle grandi vie di comunicazione, dalla montagna firmata e dal turismo di massa. Offre degli splendidi pascoli soleggiati chiazzati da eleganti boschi di larici. Pendenze più o meno dolci, portano alla base di belle pareti calcaree ove si può arrampicare, camminare o, come nel post testé descritto, inerpicarsi su belle e non troppo difficili vie ferrate. Al Rifugio Cason di Lanza si mangia bene, i gestori sono accoglienti e la stessa struttura è proprio confortevole. L'allevamento di bovini consente di poter anche comprare prodotti caseari freschi. Insomma, tutto quello che è l'immaginario collettivo sulla montagna. Un vero e proprio quadro naif.
Così, con la bella Laura, detta Piccola Impertinente, siamo finiti, ad esplorare queste Alpi Carniche orientali. Qui, infatti, corre proprio il confine tra Carniche e Giulie. L'ascensione alle due vie ferrate, descritta in questo post, non oppone un ingaggio tecnico impegnativo. Anzi, entrambe sono considerate facili (quella dello Zuc della Guardia più di quella dello Zermula, e non solo perché è più corta), certo è che, grazie alle condizioni pseudo-invernali trovate, l'avventura è stata speziata e divertente.
Aggiungiamo inoltre i colori di una tersa giornata di fine ottobre e la magia dell'autunno friulano. Se pensate che la magia non esista più, annientata dal consumismo globalizzato, allora andate in Friuli, in autunno, e lì la (ri)troverete. La magia. Proprio come quella delle fiabe.
Riferimenti Bibliografici:
Cartine: Alpi Carniche Orientali Canal del Ferro, Foglio n. 018, Carta Topografica per escursionisti 1:25.000, ed Tabacco, Tavagnacco (UD), 2003
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.