Alpi Carniche Orientali, Friuli, Paularo (UD)
Relazione attinente alla scalata sulla via di roccia "Nano Tremotino" (Rumpelstilzchen) alla
Creta d'Aip. Ascensione effettuata il 20 ottobre 2014 da Toso e Tomada.
“Se non sai se puoi fidarti di un compagno,
invitalo in montagna”
[Vladimir Vissotski, cantautore russo,
da Sulla traccia di Nives, E. De Luca, Mondadori (2005) p. 27]
"Questo motto non può essere esteso alle compagne"
[Toso]
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Il Monte Zermula fa capolino tra le brume |
Itinerario automobilistico: Da Pontebba (vedi ubicazione alla fine di questo post) salire al Passo Cason di Lanza (1552 m.s.l.m.) percorrendo per circa 15 km la selvaggia Val Pontebbana. Si posteggia la macchina proprio nei pressi del Rifugio Cason di Lanza. Si può anche salire da Paularo;
Avvicinamento: Si percorre il sentiero 439 che, inizialmente sottoforma di strada forestale, si dirama alle spalle del Rifugio Cason di Lanza. Al primo tornante conviene seguire la scorciatoia denominata "sentiero dell'amicizia", si consideri però che questa scorciatoia, nel caso di pioggia, può risultare piuttosto "paludosa"… La scorciatoia conduce nei pressi della Casera di Val Dolce (1690 m.s.l.m.). Qui si riprende la carrareccia e si prosegue su questa per alcune centinaia di metri (lineari) fino a quando si riprende il sentiero dell'amicizia che porta proprio sotto le pareti rocciose della Creta d'Aip sul sentiero della Traversata Carnica. In sostanza si dovrà rimanere sempre sul sentiero n. 439 fino a quando si arriva al sentiero n. 403, senza mai prendere il n. 440. Attenzione, il numero dei sentieri in loco non è segnato, quindi per orientarsi conviene avere una cartina (Comunque un aiutio è dato anche dalla cartina presente su questo post). Arrivati al sentiero n. 403 della traversata carnica percorrerlo in direzione Est fino quasi all'attacco della via ferrata "Crete Rosse". Cento metri (lineari) prima dell'inizio di detta ferrata si abbandona il sentiero e si sale per tracce di sentiero in direzione dell'evidente placconata calcarea ove si diramano diverse vie di stampo moderno, tra cui "Il nano tremontino". Si consideri poco più di un'oretta di avvicinamento;
Dislivello di avvicinamento: 500 m. circa;
Dislivello in arrampicata: 150 m. circa + altri 100 di camminata fino in vetta;
Quota di partenza (avvicinamento): 1552 m.s.l.m. (Passo Cason di Lanza);
Quota di partenza (arrampicata): 2000 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2270 m.s.l.m. (vetta della Creta di Aip);
Soste: Tutte attrezzate a spit senza catena;
Vie di fuga: In doppia dalla via;
Materiale: 14 rinvii, utile ma non necessario un friend medio;
Tempo di arrampicata: Noi siamo stati particolarmente lenti (soprattutto per colpa mia), abbiamo iniziato la scalata alle 10.00 e siamo arrivati alla fine della via alle 13.00, quindi 3 ore, ma credo che in 2 ore si possa tranquillamente fare;
Discesa: Dalle vetta della Creta d'Aip ci sono diverse soluzioni per tornare al Passo Cason di Lanza, noi abbiamo optato per scendere dalla ferrata delle Crete Rosse, si consideri poco meno di un'ora dalla vetta al sentiero dove attacca la via. Poi un'altra ora scarsa fino al Rifugio;
Attacco: L'attacco avviene in prossimità di una bella placca solcata da rigole calcaree posta proprio alla sinistra di una spaccatura-canale. Spit ben visibile dalla base. E' la prima via sportiva che s'incontra partendo dal grande diedro sulla destra e spostandosi verso sinistra. La foto può tornare comoda;
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Il punto blu è l'attacco, la linea rossa la via Nano Tremontino |
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Il Toso all'attacco della via |
Relazione:
Primo Tiro (5b, 30m.): Si attacca sulla liscia placca in direzione dello spit. La via fa subito capire di che pasta è fatta: aderenza su placca calcarea liscia. Prendere o lasciare. Salgo i primi metri con movimenti molto delicati, senza nulla per le mani e cercando di sfruttare al meglio le rare concrezioni per i piedi. Vinta la prima parte sulle rigole, la roccia diventa più facile fino alla successiva placca, decisamente più impegnativa della partenza. Si può evitarla andando a sinistra(come ho fatto io), nel canale, e proteggendosi con un friend, per poi rientrare a destra e proseguire sulla linea degli spit per terreno più facile fino alla sosta su due spit senza catena. Gli ultimi metri del tiro, pur essendo piuttosto verticali ed attestandosi sul 5b/5c, offrono un'arrampicata più atletica su roccia lavorata; decisamente più aderenti (essendo privi di aderenza) alle mie peculiarità. Le varie relazioni gradano questa lunghezza 5b. Sarà che io non sono portato per l'aderenza e la placca, sarà che oggi non ero in forma, però io gli darei 5c, ad occhi chiusi;
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Il Toso sulla placca a rigole all'inzio della via |
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Tomada alla fine delle difficoltà della prima lunghezza |
Secondo Tiro (5a, 30m.): Si affronta il diedro posto immediatamente sopra la sosta, costituito da roccia lavorata e vincendolo andando poi a destra. Si rimonta la successiva placca un po' più difficile e ci si porta, per roccia più facile, fino alla base di un ultimo balzo leggermente strapiombante posto alla destra di un diedro-camino. Lo si vince sfruttando una lama sulla destra. Poi, con arrampicata più facile fino alla sosta (due spit senza catena) posta proprio sotto un'interessante placconata;
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La partenza della seconda lunghezza |
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Sulla placca successiva al diedro iniziale |
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Il Toso sul passo chiave della seconda lunghezza |
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La parte finale del secondo tiro |
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Tomada in sosta tra secondo e terzo tiro. Si noti, a destra, la placca che caratterizza la terza lunghezza |
Terzo Tiro (5b, 45 m.): Dalla sosta si sale a destra affrontando la placca che diventa, mano a manco che si sale, più verticale. Conviene spostarsi a destra con movimento piuttosto delicato (io ho azzerato) e poi sfruttare una lama sulla destra e, con passo impegnativo, rimontare lo sbalzo. Da qui su terreno più facile in direzione di una parte più strapiombante, ma ben lavorata e ben protetta. Superato lo strapiombo con arrampicata divertente, la via tende a destra in direzione di una liscia placca su cui luccicano tre spit. La si affronta cercando di sfruttare i punti deboli della parete. Quasi niente per le mani e qualche rara concrezione per i piedi. Al termine della placca si arriva in sosta. Anche questo tiro lo graderei 5c in totale serenità...
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La prima placca del terzo tiro |
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Il Toso dopo aver vinto (con grosse difficoltà) la placca |
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Il Toso affronta la seconda parte del tiro, ancora più dura della prima |
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La placca finale della terza lunghezza |
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Tomada sorridente prima di affrontare l'implacabile placca |
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L'uscita dal terzo tiro
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Quarto Tiro (5a, 20m.): Si rimonta la bella roccia lavorata alla destra della sosta poi ci si sposta verso sinistra andando in direzione di un camino e lo si affronta con un primo passo deciso (5a) e poi si prosegue su rocce lavorate che oppongono un'arrampicata non particolarmente difficile fino all'ultima sosta.
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Tomada in azione sulla quarta lunghezza |
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Nella parte finale della via. Si noti la linea del quarto tiro |
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Tomada in sosta alla fine della via |
Uscita in vetta alla Creta d'Aip: Dalla sosta si può proseguire slegati per gande e sfasciumi in direzione nord-est puntando ad un evidente e ampio canale erboso costellato da detriti rocciosi (vedi foto). Al termine di questo canale si intercetta il sentiero (che arriva dalla ferrata delle Crete Rosse) e si prosegue in salita per l'evidente traccia segnata anche da bolli bianchi e rossi fino a raggiungere la croce di vetta (20 minuti dall'ultima sosta).
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Tomada al termine della via |
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Le linee rosse indicano il percorso che porta al sentiero |
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Un alpinista soddisfatto |
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Due alpinisti soddisfatti |
Discesa: Dalla vetta si ripercorre, a ritroso, il sentiero fatto in salita che nel volgere di pochi minuti conduce all'attacco della via ferrata delle Crete Rosse. Si scende dalla facile via ferrata che in 20 minuti porta nei pressi dell'attacco della via. Da qui in poco meno di un'ora si ritorna al Rifugio Cason di Lanza seguendo il sentiero fatto all'andata.
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Foto di rito in vetta alla Creta d'Aip |
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Panorama sulle Giulie |
Considerazioni finali: La via Nano Tremontino alla Creta d'Aip è una via sportiva che si destreggia tra le placche calcaree della parete sud della Creta d'Aip. Non è particolarmente difficile, ma richiede una certa confidenza con il mondo della placca e dell'aderenza. Proprio quel mondo che a me crea non pochi problemi. Se dovessi guardare a come ho arrampicato, alle tempistiche e al complesso della prestazione sportiva in senso stretto, quella di oggi sarebbe senz'altro una giornata da dimenticare. Invece, per me, l'arrampicata è solo uno dei numerosi modi per andare in montagna. E oggi era una giornata stupenda per stare qui, sui monti. Basti guardare le foto che abbiamo fatto. Siamo stati accompagnati per tutto il giorno da un fenomeno di inversione termica fiabesco che ha fatto da splendido sfondo alle nostre scarse prestazioni arrampicatorie. E poi la compagnia di Tomada, i nostri discorsi pseudo-filosofici, la passione per questi posti, la condivisione di una medesima visione d'approccio all'alpinismo, il godersi la giornata nella sua interezza, il finale al rifugio a chiacchierare con i gestori fino al calare del giorno…. Ma chi se ne frega se ho tirato qualche rinvio lungo la via…. Ma per giornate come questa sarei disposto a tirarne molti di più….
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A sud, il Sernio e la Grauzaria occhieggiano dal mare di nubi |
Riferimenti Bibliografici:
Testi: E. Zorzi, C. Piovan, S. D'Eredità, IV grado e più Friuli Orientale, ed. Idea Montagna, Piazzola sul Brenta (PD), (2011), pp. 37-40
Cartine: Alpi Carniche Orientali Canal del Ferro, Foglio n. 018, Carta Topografica per escursionisti 1:25.000, ed Tabacco, Tavagnacco (UD), 2003
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