Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Via dei Tedeschi" al Pic Chiadenis effettuata in data 9 luglio 2023 da Toso & GM + Coniugi
L’arrampicata era il piacere di stare insieme,
essere liberi e sperimentare,
e per questo un sasso di due metri in riva al fiume valeva quanto un ottomila;
non c’entrava con il culto della fatica nè con la conquista delle cime.
[Paolo Cognetti, Le otto montagne, Einaudi 2016,p. 68]
Itinerario automobilistico: Da Cima Sappada (vedasi luogo al termine di questo post) si risale, con l'auto, la strada che porta al Rifugio Sorgenti del Piave. Qualche centinaio di metri prima del Rifugio, si posteggia la macchina nei pressi del sentiero che conduce al Rifugio Calvi (2164 m.s.l.m.).
Avvicinamento: Si risale la sterrata che conduce, in 40 minuti circa, al Rifugio Calvi. Da qui, si prosegue seguendo le indicazioni per il passo Sesis. Qui giunti, si scende lungo il sentiero n. 173 che conduce, tra l'altro, al Monte Avanza (2489 m.s.l.m.). Dopo aver superato un tratto attrezzato, si giunge al cospetto dell'evidente rampa/diedro che costituisce l'attacco della via dei Tedeschi (1 ore e 15 minuti dal parcheggio);
Dislivello di avvicinamento: 400 m. circa;
Tempistica di avvicinamento: 1 ora e 15 minuti;
Lunghezze: 11;
Dislivello in arrampicata: 300 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 1815 m.s.l.m. circa - quota del parcheggio;
Quota di partenza (arrampicata): 2200 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2490 m.s.l.m. - vetta del Pic Chiadenis;
Difficoltà: IV+;
Soste: Quasi tutte su resinati e golfari (da unire);
Esposizione: Nord-Est;
Vie di fuga: In doppia dalla via (fino al termine della Rampa, poi nessuna);
Tipo di roccia: Calcare - Roccia discreta;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;
Tempo di arrampicata: 3 ore e mezza;
Punti di appoggio: Rifugio Calvi oppure Rifugio Sorgenti del Piave
Discesa: Lungo una ripida ed esposta traccia di sentiero di guerra;
Attacco: Alla base della caratteristica rampa che costituisce la prima parte della via;
Damiano e GM in azione sulla via dei Tedeschi (Foto Coniugi) |
Relazione:
Primo Tiro (III, 35 m.): Si sale la facile rampa che oppone passaggi di II e III grado. Nessuna difficoltà, prestare attenzione al fatto che la roccia è sporca e qualche sassetto può cadere. Nessun chiodo sul tiro. Sosta su due spit;
Il primo tiro dall'alto |
La rampa del primo tiro |
Secondo Tiro (III, 60 m.): Si prosegue sulla facile rampa sopra la sosta con percorso logico, libero ed intuitivo. S'incontra uno spit a metà tiro, sulla parete di sinistra, per il resto si può facilmente integrare con protezioni veloci. Sosta su golfare e fittone resinato;
La seconda lunghezza vista dall'alto |
Terzo Tiro (IV, 40 m.): Si prosegue lungo la rampa. Le difficoltà iniziano ad aumentare in quanto la pendenza aumenta e la roccia inizia ad offrire appigli e appoggi meno netti. S'incontra un chiodo con un maglia rapida, subito dopo uno spit e, infine, la sosta su un resinato e un golfare;
La prima parte del terzo tiro |
La parte finale della terza lunghezza |
Quarto Tiro (IV, 30 m.): Si arrampica sulla placca soprastante la sosta che oppone difficoltà che si attestano sul IV grado. S'incontra uno spit lungo il tiro e poi, nella parte finale, un'accennata fessura che può presentare qualche scaglia instabile. Limitate possibilità di proteggersi. Sosta su resinato e golfare.
Il quarto tiro visto dalla terza sosta |
L'accennata fessura della parte finale del quarto tiro |
Quinto Tiro (IV, 35 m.): Risalire in verticale sopra la sosta affrontando l'evidente fessura che conduce ad un aggetto, visibile già dalla sosta. Presenza di un friend incastrato, sulla dx, dopo alcuni metri dalla sosta, possibilità, comunque, di integrare. Giunti all'altezza dell'aggetto, proseguire sempre lungo la fessura, per portarsi a sinistra poco dopo, verso uno spit. Proseguire ancora lungo la fessura, su difficoltà più semplici fino alla (scomoda) sosta su golfare e resinato;
La prima parte del quinto tiro |
Subito dopo l'aggetto ci si porta sulla parete di sx |
La parte finale della quinta lunghezza |
Il quinto tiro visto dall'alto |
Sesto Tiro (IV+, 25 m.): Si prosegue sulla placca lavorata sopra la (scomoda) sosta fino a raggiungere e vincere un aggetto che oppone un passo di IV+ (possibilità di proteggersi e spit all'uscita), poi dirigersi verso un liscio diedro sprotetto (e di difficile proteggibilità) che richiede un movimento delicato (IV). Vinta la difficoltà, per terreno più facile, ma instabile, si raggiunge la sosta, sulla sinistra, su golfare e resinato;
La placca lavorata dell'inizio del sesto tiro |
Il diedro liscio della sesta lunghezza visto dall'alto |
Settimo Tiro (II, 25 m.): Proseguire sull'evidente canale che non oppone alcuna difficoltà, ma che richiede attenzione per l'abbondante presenza di massi instabili. Sosta al termine del canale su golfare e spit;
Il canale della settima lunghezza |
Ottavo Tiro (III, 35 m.): Dalla sosta si sormontano le rocce sulla destra, portandosi sul versante opposto. Da qui si risale in direzione di un evidente, ma lontano spit (15-20 metri dalla sosta) arrampicando su roccia che non oppone difficoltà tecnica, ma estremamente friabile. Prestare molta attenzione. Qualche rara possibilità di integrare l'unica protezione presente sul tiro (lo spit) proseguire poi fino alla sosta che si trova proprio sul filo di cresta in direzione della visibile vetta del Pic Chiadenis;
Si rimontano le rocce sulla destra della sosta |
L'ottava lunghezza vista dall'alto |
Un momento della scalata dell'ottavo tiro, facile, ma delicato |
Nono Tiro (III, 35 m.): Si scende, cercando il percorso più semplice, si trova uno spit, circa a metà tiro (conviene, comunque, integrare l'unica protezione esistente). Si sosta (golfare+resinato) alla base di un bifido canale-camino che si staglia sulla destra della parete, che conduce in cima al Pic Chiadenis;
La sosta alla base del bifido camino-canale |
Un momento della discesa del nono tiro |
Considerazioni finali: La via dei Tedeschi al Pic Chiadenis è una via classica della zona. E' considerata una entry level e, per certi aspetti, lo è, considerando che è spesso frequentata da corsi di alpinismo e neofiti. Ciononostante, ritengo che vada affrontata con la dovuta attenzione e che non debba essere sottovalutata. La roccia non è sempre buonissima, neppure sulla rampa iniziale (i primi 7 tiri), alcuni passi sono di non facile interpretazione (come ad esempio negli ultimi due tiri), è una via lunga che richiede un certo impegno psicofisico da cui ritirarsi diviene molto laborioso. Complessivamente, una via bella, in un bell'ambiente che sa regalare soddisfazioni.
La vetta del Pic Chiadenis |
Il tracciato di discesa lungo la spalla Ovest |
Riferimenti Bibliografici:
Testi: E. Zorzi, C. Piovan, S. D'Eredità, IV Grado Friuli Occidenatle, Idea Montagna (2011), pp. 219-221;
E. Zorzi, C. Piovan, S. D'Eredità, Alpi Carniche Alpi Giulie, Alpine Studio e CAI ed. (2016), p. 106;
Cartine: Sappada-S. Stefano Forni Avoltri, Tabacco ed., Foglio 01
L'inconfondibile sagoma del Pic Chiadenis |
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