giovedì 8 marzo 2018

Via Eisenstecken alla Croda di Re Laurino

Dolomiti, gruppo del Catinaccio, Trentino Alto Adige


Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Eisenstecken" alla Croda di Re Laurino nel gruppo del Catinaccio, arrampicata effettuata in data 9 agosto 2017 da Toso e Gianlu + Carletto e Fedez




Quando c'è tutto questo silenzio
alla base della parete, 
vuol dire che c'è molta tensione.

[Carletto, poco prima di iniziare a scalare
sulla Eisensteken alla Croda di Re Laurino]



Itinerario automobilistico: Dal Passo di Costalunga (Vedi Ubicazione al termine di questo Post) si seguono le indicazioni per Passo Nigra. Dopo alcuni chilometri (prima di arrivare al Passo Nigra) s'incontra la Malga Frommer (1743 m.s.l.m.) ove si posteggia la macchina. Qui si prende la seggiovia per il Rifugio A. Fronza (2339 m.s.l.m.);



Avvicinamento: Con 15 minuti di seggiovia (13 euro, soci CAI 12) si sale dalla Malga Frommer (1743 m.s.l.m.) al Rifugio Fronza (2339 m.s.l.m.). Dal rifugio si prende il sentiero seguendo le indicazioni per Rifugio Vajolet e Ferrata Santner. Il sentiero, che sale alle spalle del Rifugio, vince l'iniziale bastionata rocciosa attraverso alcuni cavi metallici. Poi diventa un normale sentiero che, quasi pianeggiante, costeggia buona parte della parete occidentale della Cresta de Davoi. Quando il sentiero inizia ad alzarsi in direzione dell'attacco della ferrata Santner, si abbandona il sentiero e si prosegue su traccia abbastanza evidente sempre in direzione Nord, sempre più o meno in piano, costeggiando, ora, la parete Ovest del Catinaccio e dirigendosi verso la parete Occidentale della Croda di Re Laurino. Dopo circa 15-20 minuti che si è abbandonato il sentiero, si distingue un pilastro addossato alla parte della Croda, lo si supera e, si trova un palo di legno incastrato. A questo punto, si sale verso la parete e si raggiunge un diedro fessurato posto alla sinistra del pilastro. Ometto e forchetta alla base.
Qui si può scaricare la traccia GPS dell'avvicinamento;


In blu evidenziato la traccia
di avvicinamento


Dislivello di avvicinamento: 140 m. circa;



Tempistica di avvicinamento: 1 ora dal Rifugio Fronza all'attacco della via Eisenstecken alla Croda di Re Laurino;



Lunghezze: 11;



Dislivello in arrampicata: 350 m. circa;



Quota di partenza (avvicinamento): 2339 m.s.l.m. Rifugio Fronza;



Quota di partenza (arrampicata): 2400 m.s.l.m. circa, l'attacco della via;



Quota di arrivo: 2734 m.s.l.m. Rifugio Passo Santner;


Difficoltà: VI (oppure V+ e A0);

Soste: Alcune su chiodi, altre su clessidre, altre su spuntone. Portare tutto il necessario per rafforzarle ;

Esposizione: Ovest;

Vie di fuga: Nessuna;

Tipo di roccia: Dolomia;

Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;

Tempo di arrampicata: 5-6 ore;

Punti di appoggio:Rifugio Fronza (2339 m.s.l.m.), Rifugio Passo Santner (2734 m.s.l.m.), Rifugio Re Alberto I (2621 m.s.l.m.)

Discesa: Si scende dapprima per la ferrata Sandner e si raggiunge il sentiero percorso in avvicinamento che riporta al Rifugio Fronza. Da qui con la seggiovia nuovamente alla macchina;

Attacco: Alla sinistra di un evidente pilastro appoggiato alla parete occidentale della Croda di Re Laurino, diedro leggermente accennato con fessura, ometto alla base e forchetta incastrata alla base della fessura;

La via attacca alla sinistra del pilastro
indicato in foto

Carletto (dentro il pallino rosso) si trova
all'attacco della via Eisenstecken alla Croda
di Re Laurino


Relazione:

Primo Tiro (IV+, 30 m.): Si risale il diedro fessurato che oppone subito un passo atletico (IV+). La fessura va inizialmente verso destra, poi la si segue fino al suo termine. Sosta su clessidra (cordoni);

Il diedro fessurato del primo
tiro alla via Eisenstecken
Il Gianlu impegnato sulla prima lunghezza


Secondo Tiro (IV+, 50 m.): Seguire l'iniziale facile ed evidente rampa sopra la sosta. Mano a mano che si sale aumenta la verticalità e l'arrampicata si fa più impegnativa. Vincere un primo muro verticale (IV+) poi proseguire seguendo il percorso più logico. Raggiungere un canalino, risalirlo con alcuni passi delicati fino a raggiungere la sosta (su clessidra e chiodi uniti da cordoni). Lunghezza molto impegnativa, protezioni quasi nulle (due chiodi su 50m.) e poche possibilità d'integrare. Difficoltà costanti e continue sul IV/IV+ con un paio di assoli più fisici. Da non sottovalutare;

L'iniziale facile ed evidente rampa sopra
la sosta. Poi le difficoltà aumentano.
Il Gianlu sul canalino finale prima
della seconda sosta

Terzo Tiro (V-, 30 m.): Dalla sosta si distinguono due fessure, risalire quella di destra. Mano a mano che si sale, la fessura si allarga e diventa camino. Risalire il camino standone all'estero a sinistra. Sosta su chiodo e clessidra uniti da cordone. Anche su questa lunghezza ci sono pochissimi chiodi, ma si riesce ad integrare abbastanza agevolmente sulla stretta fessura iniziale;

Le due fessure che caratterizzano
l'inizio della terza lunghezza
Il terzo tiro visto dall'alto

Carletto in arrivo in sosta
Quarto Tiro (III, 30 m.): Da questo tiro in poi siamo più in alto del pilastro, quindi c'è più luce. Si prosegue per rocce facili (III) su percorso logico seguendo, verso destra, dei salti rocciosi che portano verso un evidente diedro. Sosta alcuni metri prima del diedro su due chiodi;

Il Gianlu sul quarto tiro
L'evidente tracciato della quarta lunghezza

Quinto Tiro (IV+, 20 m.): Dalla sosta andare a destra verso il diedro e poi risalirlo fino al suo termine. Arrampicata piacevole, atletica e buone possibilità d'integrare le rare protezioni nella fessura del diedro. Sosta su clessidra alla base di un evidente salto roccioso (cercare di integrare la sosta perché la clessidra non è delle migliori);

Il diedro della quinta lunghezza
Il Toso in azione sul quinto tiro
(Foto Gianlu)

Il quinto tiro visto dall'alto
Il Gianlu in azione sulla quinta lunghezza
Il Toso e il Gianlu in arrampicata
sulla quinta lunghezza (Foto Fedez)


Sesto Tiro (V+, 50 m.): Vincere il tetto sopra la sosta. Ben ammanigliato, ma movimento in netto strapiombo. Passo atletico e di forza, V+ obbligato. Possibilità di proteggersi usando un chiodo sulla destra. Poi la via prosegue su difficoltà di IV+ continue su diedro-canale. Ancora una volta chiodi molto rari. Sosta su chiodi e clessidra alla base di un'evidente fessura;

La parte iniziale (strapiombante) del
sesto tiro
La sesta lunghezza vista dall'alto
Il Toso in azione sulla sesta lunghezza
(Foto Fedez)
Il Gianlu in uscita dal sesto tiro.
Si noti,più sotto, Carletto...

Settimo Tiro (VI (oppure Ao e V+, 30 m.): Passo chiave della via. Affrontare la fessura che si staglia sopra la sosta. Si parte con movimenti di V e, mano a mano che si sale, le difficoltà aumentano. All'interno della fessura ci sono dei vecchi cunei in legno, valutare se utilizzarli o meno. Io mi sono protetto con friends. All'altezza del chiodo con cordino c'è il passo chiave VI. Arrampicata atletica e faticosa. Per azzerare non basta tirare il rinvio al chiodo, ma si deve anche tirare un friend (che dovrà essere inserito nella fessura, friend medio-grande). Mano a mano che ci si avvicina al tetto strapiombante le difficoltà diminuiscono, ma non scendono mai sotto il V. Il tetto (protetto da un chiodo) si vince sulla sinistra senza particolari difficoltà. Poi la via prosegue su diedro fessurato fino a raggiungere la sosta su clessidra e chiodo;

La fessura che rappresenta il passo
chiave di tutta la via (VI)
Il Toso in azione sul tiro chiave
Gianlu in uscita dalla settima lunghezza


Ottavo Tiro (V+, 45 m.): Dalla sosta andare due metri a sinistra e poi risalire interamente il meraviglioso diedro fessurato. Arrampicata che oppone difficoltà costanti sul V+. Pochi chiodi ma buone possibilità di proteggere. Al termine del diedro-fessura (passaggio molto esposto verso la fine) le difficoltà si abbattono e si procede per rocce più facili (III+) verso destra. Fare sosta su uno dei numerosi spuntoni;

Il diedro fessurato dell'ottavo tiro
L'uscita dell'ottava lunghezza
Il Toso in azione sull'ottavo tiro
(Foto Gianlu)
Nono Tiro (III+, 30 m.): Andare verso destra per terreno facile in direzione di una evidente forcella. Prima di arrivare alla forcella vincere un muretto verticale (III+, forse IV), Si sosta alla forcella su chiodo da integrare con spuntone. I 30 m. di questo tiro sono indicativi, dipende, infatti, da dove si è fatta la sosta precedente;

Verso l'evidente forcella
Il Toso in azione (Foto Gianlu)


Decimo Tiro (IV, 30 m.): Affrontare la parete sopra il chiodo. Salire in verticale vincendo un muretto fessurato (IV). Poi le difficoltà si abbattono fino a raggiungere una cengia. Spostarsi a destra e fare sosta su spuntoni;

Il muretto fessurato del decimo tiro
L'uscita in cengia della decima lunghezza
Carletto alla decima sosta

Undicesimo Tiro (IV, 45 m.): Affrontare la parete scegliendo l'itinerario più semplice (più si va a destra e più la parete si appoggia). Vinto il primo muro verticale (IV) la via prosegue per facile cresta (III e II) fino ad uscire dalla parete e arrivare proprio davanti al Rifugio Passo Santner (2734 m.s.l.m.);

L'ultimo ostacolo prima della
cresta dell'ultima lunghezza
Il Gianlu sulla cresta finale

L'uscita dalla via Eisenstecken alla
Croda di Re Laurino
Carletto fa sicura alla Fedez sulla
ultima lunghezza della via

Discesa: Dal Rifugio Passo Santner seguire il sentiero n. 542 in direzione Sud, andando, cioè, verso la via ferrata Santner. Scendere lungo la via ferrata e seguirla fino al suo termine. La ferrata finisce nel punto dove, in mattinata, si era abbandonato il sentiero per proseguire verso l'attacco della via. Ora, ovviamente, riprenderemo il sentiero percorso in mattinata verso il Rifugio Fronza.



Considerazioni finali: La via Eisenstecken alla Croda di Re Laurino, nel gruppo del Catinaccio, è una via piuttosto impegnativa. E' bene non farsi trarre in inganno dall'apparente facilità dei gradi che s'incontrano sui diversi tiri (un solo tiro di VI e, peraltro, azzerabile), in quanto le difficoltà di V e V+ sono costanti, solitamente prive di soluzione di continuità e con una chiodatura estremamente parca. Uno dei tiri più impegnativi, soprattutto dal punto di vista psicologico è, a mio parere, il secondo. In questo tiro, ad esempio, le difficoltà raramente raggiungono il V, ma la severità dell'ambiente, l'assenza di chiodi, la scarsa possibilità di integrare le protezioni, oppongono un ingaggio psicologico molto impegnativo.
E', inoltre, una via lunga, che si sviluppa in un ambiente settentrionale, freddo, solitario e con scarse possibilità di battere in ritirata dopo il terzo tiro, quindi, da non sottovalutare nel modo più assoluto. Via da farsi, pertanto, solo con una buona preparazione psicofisica e una buona esperienza alpinistica.
Per contro, la via Eisenstecken alla Croda di Re Laurino, proprio per le spigolosità di cui s'è detto sopra, elargisce ampie soddisfazioni sviluppandosi in un ambiente grandioso.

Il Rifugio Passo Santner (2734 m.s.l.m.)


Riferimenti Bibliografici:
Cartine: Val di Fassa e Dolomiti Fassane, ed Tabacco, n. 06, 1:25.0000;

Le Torri del Vajolet e il Rifugio
Re Alberto I





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