giovedì 20 ottobre 2016

Via Roland al Pizzo Frachiccio - Albigna

Relazione concernente l'arrampicata sulla via di roccia "Roland" al Pizzo Frachiccio effettuata il 28 agosto 2016 da Toso e Pmi


Svizzera, Cantone dei Grigioni, Engadina, gruppo della Bregaglia

http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2016/12/Relazione-concernente-Roland.pdf



[..] il vagabondar in queste rocce
ci è servito come mezzo per il raggiungimento
del nostro scopo finale che, a dirla in maniera spiccia,
è quello di mettersi in gioco arrivando a valle a fine giornata
e bersi una buona birra con ancora tutte le ossa integre.
[Stefano Santomaso, 
sull'articolo Alla riscoperta dei Cantoni di Pelsa
Le Dolomiti Bellunesi, Natale 2015, p. 44]



Itinerario automobilistico: Arrivati al parcheggio della Funivia che porta alla diga dell'Albigna (Vedi Ubicazione al termine di questo Post), lasciare la macchina e prendere la funivia. Generalmente la funivia è aperta da giugno ad ottobre e il costo del biglietto dalle 7.00 alle 16.45 (al momento di questa ripetizione) è di 22 Franchi Svizzeri. Conviene, comunque, documentarsi su tariffe e orari di apertura.
Avvicinamento: Dalla stazione di arrivo della funivia seguire l'evidente carrareccia che in pochi minuti conduce alla casa del guardiano della diga. Da qui si segue il sentiero segnato con bandierina bianco-azzurra che porta al passo di Cacciabella (indicazioni). Dopo circa 30 minuti il sentiero passa proprio sotto le placconate meridionali del Pizzo Frachiccio (le foto aiutano ad individuare il Pizzo Frachiccio). Si supera uno spit su cui si legge le scritta "Arcobaleno" e si prosegue ancora per qualche decina di metri fino ad intercettare una linea di spit che risale una placca fessurata. Questo è l'attacco della via Roland. Non ci sono indicazioni alla base, ma se si prosegue nel sentiero e ci si trova, dopo pochi metri, alle catene del sentiero attrezzato, allora si deve ritornare indietro. 35-40 minuti dalla funivia.
Dislivello di avvicinamento: 100 m. circa;
Tempistica di avvicinamento: 40 minuti;
Lunghezze: 12;
Dislivello in arrampicata: 350 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 2200 m.s.l.m. circa (arrivo della funivia);
Quota di partenza (arrampicata): 2300 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2550 m.s.l.m. circa (Anticima del Frachiccio);
Difficoltà: 6a (5c obbligatorio);
Soste: Due spit uniti da cordone;
Esposizione: Sud;
Vie di fuga: In doppia dalla via;
Tipo di roccia: Granito;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo sportivo (multipich), protezioni veloci non obbligatorie ma consigliate perché gli spit in alcuni punti sono lontani;
Tempo di arrampicata: 6 ore;
Discesa: Due possibilità:
1 - Scendere con 3 calate in corda doppia sul versante orientale;
2- Calarsi lungo la via (soluzione non provata);
Attacco: Sulla placca fessurata della parete meridionale del Pizzo Frachiccio. Il sentiero che porta al Passo di Cacciabella passa proprio sotto l'attacco. L'attacco, pur non avendo alcuna scritta alla base che lo identifichi, è facilmente individuabile perché è l'ultima via a spit che s'incontra sulle placcante meridionali del Pizzo Frachiccio prima che il sentiero che si sta percorrendo, entri nella gola e diventi attrezzato;






L'avancorpo del Frachiccio su cui si sviluppa la via Roland
Alpinisti all'attacco della via Roland in Albigna

Relazione:

Primo Tiro (5a, 30 m.): Risalire la placca fessurata seguendo la linea degli spit. Possibilità d'integrare con protezioni veloci. Dopo la prima placca, la pendenza si abbatte e si prosegue su terreno più facile, intervallato da cengie erbose, fino alla sosta sulla destra;



La prima lunghezza

Secondo Tiro (5a, 30 m.): Salire la placca sopra la sosta seguendo gli spit. Poi su cengia erbosa fino in sosta;


La seconda lunghezza
Terzo Tiro (5c, 30 m.): Affrontare la fessura alla sinistra della sosta con arrampicata divertente (5a). Al termine della fessura spostarsi a destra, in piena placca. E' richiesta una decisa progressione d'aderenza (5c/6a). Poi la pendenza si abbatte e si prosegue per placca più facile fino alla sosta. Tiro molto impegnativo, soprattutto nella parte centrale. La distanza degli spit è tale che non si riesce ad azzerare;

La prima parte della terza lunghezza

La placca del terzo tiro

L'uscita dalla parte impegnativa della terza lunghezza
Quarto Tiro (5b, 40 m.): Proseguire in verticale sopra la sosta su roccia lavorata in direzione di un evidente aggetto che si supererà sulla sinistra. Poi facilmente in sosta;

La quarta lunghezza


Quinto Tiro (5c, 40 m.): Arrampicare in direzione dello spit dapprima su placca raggiungendo l'evidente fessura orizzontale (5c). Conviene stare sulla destra. Poi arrampicare in direzione dello spigolo di destra, doppiarlo con un movimento delicato (5c), poi per rocce più facili e per ripiano erboso fino alla sosta successiva;

Il muretto iniziale della quinta lunghezza. Dopo la
fessura in primo piano andare verso lo spigolo
La parte finale del quinto tiro, su cengia erbosa

Sesto Tiro (5c, 40 m.): Proseguire in verticale sopra la sosta su roccia lavorata (5a). Dopo un cambio di pendenza, affrontare un muretto ben protetto ma liscio ove si trova una presa (probabilmente scavata) che torna molto utile per vincere il tratto impegnativo (5c). Poi per terreno più facile fino ad incontrare la sosta sulla sinistra posta sotto un evidente diedro. Attenzione, sosta di non facile individuazione;

La prima parte della sesta lunghezza
La PMI sta per affrontare il tratto impegnativo del 6° tiro

Settimo Tiro (4c, 30 m.): Proseguire su placca appoggiata alla destra del diedro. Attenzione, spit molto distanti e poco visibili. Direzione della via da interpretare grazie ad un pizzico di esperienza. Giunti al cambio di pendenza, affrontare la parete lavorata e fessurata salendo in verticale per circa 10 m. fino alla sosta. Tiro non difficile da un punto di vista tecnico, ma che richiede capacità d'individuazione della via, dato che da uno spit non si vede il successivo. Conviene avere del materiale per integrare;

La prima parte della settima lunghezza


Ottavo Tiro (5b, 40 m.): Dalla sosta proseguire in verticale lungo l'evidente fessura fino alla sosta. Spit visibili ma distanti. Integrare può risultare piacevole… A mio parere la lunghezza più bella di tutta la via;

La meravigliosa ottava lunghezza vista dall'alto
Arrampicando sull'ottavo tiro

Il Toso alla fine dell'ottavo tiro

Nono Tiro (5c, 50 m.): Salire sopra la sosta arrampicando su placca lavorata ed appoggiata (5a). Poi cambio di pendenza, placca d'aderenza con direzione sinistrorsa fino ad un tettino aggettante (5c). Vincere il tettino stando sulla destra. Poi, per placca appoggiata (5a) fino in sosta. Altra lunghezza che oppone un'arrampicata d'aderenza impegnativa nella sua parte centrale;

La prima parte della nona lunghezza
La parte centrale (più impegnativa) del nono tiro

La parte finale della nona lunghezza

Decimo Tiro (6a, 30m.): Arrampicare per facile placca in direzione di un evidente aggetto (lama rovescia). Affrontare la lama rovescia e progredire verso sinistra. Rimontare la successiva placca con passo deciso (5c/6a). Superare la placca con arrampicata d'aderenza seguendo gli spit (5c/6a). L'ultimo spit conviene ignorarlo e deviare a destra, proteggendosi con un cordino su spuntone. Sosta nei pressi della successiva cengia erbosa;

Il Toso ingaggia la lama rovescia. Qui iniziano le difficoltà
Il Toso alla fine della decima lunghezza
La PMI in uscita dal decimo tiro

Undicesimo Tiro (4c, 30m.): Proseguire in verticale sopra la sosta arrampicando sull'evidente placca lavorata. Poi cengia erbosa e ancora roccia lavorata (4c) fino ad entrare in un diedro con placca ed erba. Risalirlo (4c) e sostare al suo termine. 

La prima parte dell'undicesima lunghezza
La PMI al termine della seconda parte dell'undicesimo tiro
Il diedro (erboso) che precede l'undicesima sosta

Dodicesimo Tiro (4c, 20m.): In verticale sopra la sosta verso lo spit, poi conviene tenersi a destra seguendo i punti deboli della parete. Arrivati in cresta, proseguire verso sinistra affrontando la suggestiva spaccatura (standone a sinistra) fino in sosta in vetta all'anticima del Pizzo Frachiccio.

La prima parte dell'ultima lunghezza
La fessura che antecede la sosta


Sulla cresta finale

Discesa: Dalla sosta proseguire sulla cresta (meglio in conserva protetta) seguendo gli ometti in direzione Nord. Dopo 10-15 m. si trova una sosta di calata sul versante Nord-Orientale.Con tre calate in corda doppia si arriva alla base della parete Orientale del Pizzo Frachiccio.
Attenzione, durante la prima calata, non farsi tentare dal seguire l'evidente e grande diedro che scende verso destra (faccia a valle), ma proseguire in verticale rispetto alla sosta di calata. La seconda sosta di calata si trova dopo circa 40-50 metri spostata a destra (faccia a valle) rispetto alla verticale.
L'ultima sosta, invece, si individua più facilmente.
Dalla base della parete scendere per l'evidente canale caratterizzato da enormi blocchi di granito e poi gande e balze in direzione della diga fino ad intercettare il sentiero percorso all'andata. 


Considerazioni finali: La via Roland al Pizzo Frachiccio, pur essendo considerata una entry level della parete (e forse di tutta l'Albigna) è una via sportiva (multiplitch) che non va sottovalutata. Il tipo di arrampicata richiesta, soprattutto d'aderenza, può creare non pochi problemi a chi non è abituato alle placche granitiche, compatte e prive di appigli. La distanza tra gli spit, oltre che rendere pressoché obbligatorio il grado indicato, può anche richiedere, in più occasioni, l'utilizzo delle protezioni veloci.
E' una via lunga (dodici tiri) che richiede un minimo di velocità, affiatamento tra i componenti della cordata, dimestichezza con le manovre di corda, resistenza a stare in parete per diverse ore, capacità di leggere la roccia quando gli spit non sono visibili.
Per tutte queste ragioni suggerisco di diffidare da chi ritiene che questa via sia adatta ai principianti (e si noti che il passo di 6a non l'ho neppure menzionato tra quelle che, a mio avviso, sono le problematiche di questa via).
Si tratta, per il resto, di una via piacevole, la cui discontinuità non ne pregiudica, affatto, la bellezza di arrampicare in ambiente di alta montagna.
Si consideri, infine, che sarebbe opportuno calcolare le tempistiche di percorrenza della via sulla base dell'orario dell'ultima corsa della funivia. 



Riferimenti Bibliografici:
Testi: M. Sertori, G. Lisignoli, Solo Granito, Versante Sud (2007), p. 288

1 commento:

  1. Nonostante il mal di piedi causa assenza dale pareti, bellissima via, bellissimo ricordo di una bellissima giornata!!

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