Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Spigolo Piaz" al Torre Delago effettuata in data 7 agosto 2017 da Toso e Gianlu
E' impossibile trasmettere
a chi è rimasto a casa
quel che si prova lassù.
[P. Cognetti, Le otto montagne,
Einaudi, 2016, p. 61]
Itinerario automobilistico: Arrivati a Pera di Sotto di Fassa (Vedi Ubicazione alla fine di questo post) cercare le indicazioni per il Bus-Navetta che conduce alla frazione Gardeccia (non è possibile raggiungere la località in automobile). Il costo del Bus-Navetta, andata e ritorno, da Pera a Gardeccia è di 10 euro e il viaggio dura circa 15 minuti;
Avvicinamento: La navetta conduce proprio nei pressi del Rifugio Gardeccia (1949 m.s.l.m.), da qui si prosegue su comoda carrareccia seguendo le indicazioni per Rifugio Vajolet e Rifugio Preuss (entrambi situati a 2243 m.s.l.m.) che si raggiungono nel volgere di 30 minuti circa. Dai Rifugi si segue il sentiero 542s che conduce al Rifugio Re Alberto I (2621 m.s.l.m.) raggiungibile in altri 30 minuti risalendo l'evidente vallone dolomitico attrezzato, per alcuni tratti, con dei cavi. Dal Rifugio Re Alberto, si segue un'evidente traccia di sentiero che, in pochi minuti, conduce fino alle rocce basali della Torre Delago. Risalire lo zoccolo roccioso (I e II) in direzione dello spigolo fino ad incontrare una sosta su due spit+catena.
Qui si può scaricare la traccia GPS dell'avvicinamento;
Dislivello di avvicinamento: 700 m. circa;
Tempistica di avvicinamento: 1 ora circa;
Lunghezze: 4;
Dislivello in arrampicata: 150 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 1949 m.s.l.m. Rifugio Gardeccia;
Quota di partenza (arrampicata): 2150 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2790 m.s.l.m. vetta Torre Delago;
Difficoltà: IV+;
Soste: Resinati uniti da catena;
Esposizione: Sud-Ovest;
Vie di fuga: In doppia dalla via;
Tipo di roccia: Dolomia;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;
Tempo di arrampicata: 2 ore;
Punti di appoggio: Rifugio Re Alberto I (1620 m.s.l.m.) e Rifugi Preuss e Vajolet (2243 m.s.l.m.);
Discesa: 5 calate in corda doppia dal versante Sud-Est;
Attacco: L'attacco si trova sull'evidente spigolo Ovest della Torre Delago, dopo aver risalito lo zoccolo (I e II grado), ove si trova una sosta su due resinati uniti da catena su cengia stretta;
Il puntino rossa indica l'attacco della via Piaz alla Torre Delago |
La sosta che rappresenta l'attacco dello Spigolo Piaz alla Torre Delago |
Relazione:
Primo Tiro (IV+, 20 m.): Dalla sosta progredire in verticale seguendo i punti deboli della parete. In via due o tre chiodi posti nei punti strategici. Arrampicata sempre sul IV con un assolo di IV+ in corrispondenza di una accennata pancia. Sosta sullo spigolo su resinati uniti da catena o anello cementato;
Il mio amico Ste impegnato sul primo tiro |
Il primo tiro visto dall'alto |
Il Gianlu in azione sul primo tiro |
Secondo Tiro (IV, 25 m.): Si affronta l'affilato spigolo portandosi subito sul versante Nord in esposizione totale. Passi ben protetti da chiodi anche se un po' unti. Si prosegue portandosi nuovamente sul versante Sud. L'esposizione non accenna a smettere (IV). Poi, per rocce più semplici, in direzione di un ultimo salto roccioso fessurato, vinto il quale (IV) si arriva in sosta. Resinati uniti da catena;
Il Gianlu in partenza sulla seconda lunghezza |
Terzo Tiro (IV, 25 m.): La via prosegue poco a destra dello spigolo su percorso logico ed evidente fino ad incontrare la sosta successiva (due resinati uniti da catena). Il tiro oppone passi di IV. Qualche chiodo in via, comunque facilmente integrabile;
La prima parte del terzo tiro |
Gianlu sul terzio tiro |
L'ultima parte del terzo tiro |
Quarto Tiro (IV, 45 m.): Affrontare la bella fessura posta sopra la sosta, poi proseguire per diedro fessurato fino al suo termine. Affrontare la successiva placca lavorata in direzione di un evidente canalino. All'inizio del canalino s'incontra una sosta su resinati uniti da catena, proseguire (avendo cura di allungare i rinvii) uscire dal canale e affrontare un evidente salto roccioso verso destra (IV da proteggere). Poi per facile cresta fino ad uno spuntone ove ci sono cordini;
La partenza della quarta lunghezza |
Diedro fessurato |
Roccia lavorata verso un canalino |
Alla sosta aver cura di allungare i rinvii |
Salto roccioso verso destra |
Vetta |
Discesa: Portarsi verso l'estremo lato orientale della Torre Delago (quindi verso la Torre Stabeler), qui si trova un anello di calata dove si attrezzerà la prima calata in corda doppia. Conviene fare calate corte per evitare possibili incastri di corda;
Prima calata: Scendere per 35 metri fino all'intaglio tra le due torri. Sosta su fittone resinato posto proprio sul masso incastrato tra le due torri;
Seconda calata: Calata di circa 25 m., sul versante Sud, fino ad incontrare un anello cementato posto sulla Torre Delago;
Terza calata: Scendere per altri 20-25 m., lungo il canale in direzione Sud, fino ad incontrare un anello sulla Torre Stabeler;
Quarta calata: Altra calata di 20-25 m. lungo il canale fino ad incontrare anello di calata sulla Torre Delago. Da questo anello, guardando verso destro (faccia a monte) sulla parete della Torre Stabeler, si vede la sosta intermedia del primo tiro della via Emmerich;
Quinta calata: Fino alla base della Torre Delago;
Il (sorridente) rifugio Re Alberto ripreso dall'acme della Torre Delago |
Seconda calata: Calata di circa 25 m., sul versante Sud, fino ad incontrare un anello cementato posto sulla Torre Delago;
Terza calata: Scendere per altri 20-25 m., lungo il canale in direzione Sud, fino ad incontrare un anello sulla Torre Stabeler;
Quarta calata: Altra calata di 20-25 m. lungo il canale fino ad incontrare anello di calata sulla Torre Delago. Da questo anello, guardando verso destro (faccia a monte) sulla parete della Torre Stabeler, si vede la sosta intermedia del primo tiro della via Emmerich;
Quinta calata: Fino alla base della Torre Delago;
Expo prima delle calate |
Una delle cinque calate |
Considerazioni finali: Probabilmente una delle vie più famose delle Dolomiti. Consente di raggiungere l'acme di una delle torri più note della Dolomiti. Una delle vie più belle delle Dolomiti? Non lo so. Questo l'ho sentito dire da Carletto. E lui ne ha fatte di vie in Dolomiti! Ma il mio amico Boso, che in Dolomiti c'è nato, scuoteva la testa dubbioso... Bella, comunque, questa via lo è. E pure tanto! Non resterete delusi. Esposizione assurda? Come dice il mio amico Ste qui. Beh, quel secondo tiro è, con buona approssimazione, il tiro più esposto che io abbia mai fatto. Sì, facile, IV grado, protetto bene, però esposizione totale! Sono contento che questa seconda lunghezza se la sia fatta Gianlu da primo, alla fin dei conti, questa era la sua via. Il secondo tiro è senza dubbio il più bello, il più esposto, il più impegnativo. Sì, la rifarei questa via. E' proprio bella!
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