Dolomiti, Gruppo del Sella, Trentino-Alto Adige
Relazione attinente all'arrampicata sulla via di roccia "Rossi Tomasi" al Ciavazes effettuata in data 8 agosto 2017 da Toso e Ste
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Ultimo aggiornamento 10 giugno 2018
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Meglio un friend ad integrare una sosta,
o un friend a proteggere il passaggio difficile?
Questo è il vero dilemma.
[Da una delle ultime (ubriache) serate a Milano]
La via Rossi Tomasi al Ciavazes |
Itinerario automobilistico: Si percorre in salita la strada statale che dalla Val di Fassa conduce al Passo Sella (vedi ubicazione alla fine di questo post) subito dopo il tornante n. 5 s’incontra un posteggio sia a destra che a sinistra della carreggiata dove si lascia la macchina. Siamo a circa 3 km dal Passo Sella.
Avvicinamento: Sono numerose le tracce di sentiero che partono dalla strada asfaltata e che, in pochi minuti, conducono alla parete del Ciavazes. La via Rossi Tomasi si trova sulla destra della prima grande fenditura (partendo da sinistra) della parete del Ciavazes;
Dislivello di avvicinamento: 50 m. circa;
Tempistica di avvicinamento: 15 minuti;
Lunghezze: 8;
Dislivello in arrampicata: 200 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 2100 m.s.l.m. circa;
Quota di partenza (arrampicata): 2150 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2350 m.s.l.m. circa (cengia dei Camosci al Ciavazes);
Difficoltà: IV+;
Soste: Fittone (uno solo) cementato;
Esposizione: Sud-Ovest;
Vie di fuga: In doppia dalla via;
Tipo di roccia: Dolomia;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per le vie di stampo classico, con tutto il necessario per integrare le protezioni esistenti;
Tempo di arrampicata: 4 ore;
Punti di appoggio: Hotel Maria Flores al Passo Sella;
Discesa: Scendere per il sentiero che percorre la Cengia dei Camosci, poi con una calata in corda doppia e ancora sentiero si torna alla macchina;
Attacco: Alla destra dell'evidente prima spaccatura che, da sinistra, solca la parete del Ciavazes. Si risale un piccolo muretto, un po' sporco, alla destra (faccia a monte) del canale;
L'attacco della via Rossi Tomasi con la traccia del primo tiro |
Relazione:
Primo Tiro (III, 40 m.): Si vince un primo salto roccioso alla destra (faccia a monte) del canale, poi si taglia a sinistra dirigendosi verso il fondo del canalone. Arrampicata abbastanza logica, nessuna protezione, ma le difficoltà non eccedono mai il III grado. Si vince un ulteriore salto roccioso formato da un masso incastrato e, per rocce più facili, si arriva in sosta su resinato con anello di calata evidenziato da una macchia rossa sulla parete;
L'attacco del primo tiro |
Secondo Tiro (IV+, 45 m.): Alla destra della sosta per qualche metro, poi si sale a sinistra lungo un evidente canalino, al termine del quale ci si dirige verso un diedro solcato da una fessura. Si ignora una sosta a chiodi posta alla base del diedro e lo si risale fino al suo termine. Il diedro oppone dei passi leggermente aggettanti ed atletici sprotetti (IV+), ma proteggibili. Si arriva in sosta su singolo resinato con anello di calata e macchia rossa sulla parete;
La partenza della seconda lunghezza |
Il diedro fessurato del secondo tiro |
Terzo Tiro (IV, 40 m.): Si risale l'evidente sperone roccioso che si trova proprio davanti alla sosta. Si arrampica anche sulla parte che apparentemente sembra più instabile (IV). Al termine dello speroncino si incontrerà una freccia di vernice (un po' sbiadita) sulla parete, che indica di andare a sinistra (faccia a monte). Si traverserà, pertanto, a sinistra, in direzione del fondo del canalone e, per rocce facili, si giungerà in sosta su chiodo cementato con anello di calata e vernice rossa sulla parete;
L'evidente sperone da risalire posto sopra la sosta. Al termina andare a sinistra |
Lo Ste in uscita dal terzo tiro |
Quarto Tiro (IV, 40 m.): Alla sinistra della sosta e poi risalire per l'evidente diedro canale fino a trovare la sosta sotto l'evidente tetto. Sosta su chiodo resinato ed anello di calata (solita macchia rossa sulla parete);
Ste all'inizio della quarta lunghezza |
Il diedro-canale del quarto tiro |
Quinto Tiro (IV+, 40 m.): Lunghezza chiave della via. Risalire il meraviglioso diedro fessurato alla destra del tetto per tutta la sua lunghezza fino ad uscirne a sinistra su pergamo. Lunghezza che oppone difficoltà costanti di IV+, poche protezioni in loco ma possibilità di proteggere utilizzando blocchetti ad incastro (meglio portare doppie misure di Friends medio grandi). Arrampicata che oppone difficoltà atletiche. L'esposizione non è mai eccessiva;
Il meraviglioso diedro fessurato che sale alla destra del tetto |
Lo Ste sul tiro chiave |
L'uscita dal diedro |
Sesto Tiro (IV, 20 m.): Risalire la parete di sinistra posta sopra la sosta. Passo di IV da proteggere. Arrivati al chiodo traversare decisamente a sinistra per terreno facile, in direzione del fondo del canalone, fino a raggiungere la sosta su chiodo resinato, anello di calata e macchia rossa alla parete;
Il facile traverso della sesta lunghezza |
Settimo Tiro (IV+, 30 m.): Dalla sosta salire in diagonale destra fino ad intercettare un canalino verticale di un paio di metri. Risalirlo (IV, un po' unto), presenza di un chiodo. Poi traversare decisamente a destra verso l'evidente camino strapiombante. Passi di IV esposti, ma ben protetti. Sosta su due chiodi (di cui uno resinato) uniti da cordino;
Lo Ste impegnato sull'esposto traverso del settimo tiro. Si noti, osservando le cordate alle spalle dello Ste, la linea di salita di questa settima lunghezza |
Ottavo Tiro (IV+, 30 m.): Risalire il camino aggettante che si staglia proprio sopra la sosta. Passaggi atletici, esposti, ma ben ammanigliati. Da proteggere. Mano a mano che si sale le difficoltà scemano. Per rocce più semplici, alla sosta posta alla destra di un masso su due chiodi uniti da cordino;
Discesa: Dall'ultima sosta raggiungere, per gande e tracce, il sentiero della Cengia dei Camosci che si sviluppa proprio sotto l'imponente parete dolomitica del Ciavazes. Seguirlo verso sinistra (faccia a monte). Si arriverà, in breve, ad una spettacolare insenatura rocciosa, esposta ma attrezzata con qualche cavo metallico, che richiederà dei passaggi in anguste gallerie. Proseguire ancora sull'evidente sentiero fino a quando si incontrerà una traccia di sentiero che, ripida, si dirama verso sinistra, imboccarla e perdere quota velocemente. Si incontra un primo salto roccioso, possibilità di attrezzare una calata in corda doppia di 20m. su anello attrezzato. Al termine della calata in corda doppia si prosegue per il sentiero in discesa fino a giungere ad un grosso ed evidente ometto. Qui seguire la traccia di sentiero che va verso sinistra (faccia a valle, ignorando quindi la traccia che va a destra) che in pochi minuti e con un passo di disarrampicata (II) porta al sentiero che, in direzione Sud/Est porta, dopo una ventina di minuti, al parcheggio della macchina.
Lo splendido camino aggettante della ottava lunghezza |
Discesa: Dall'ultima sosta raggiungere, per gande e tracce, il sentiero della Cengia dei Camosci che si sviluppa proprio sotto l'imponente parete dolomitica del Ciavazes. Seguirlo verso sinistra (faccia a monte). Si arriverà, in breve, ad una spettacolare insenatura rocciosa, esposta ma attrezzata con qualche cavo metallico, che richiederà dei passaggi in anguste gallerie. Proseguire ancora sull'evidente sentiero fino a quando si incontrerà una traccia di sentiero che, ripida, si dirama verso sinistra, imboccarla e perdere quota velocemente. Si incontra un primo salto roccioso, possibilità di attrezzare una calata in corda doppia di 20m. su anello attrezzato. Al termine della calata in corda doppia si prosegue per il sentiero in discesa fino a giungere ad un grosso ed evidente ometto. Qui seguire la traccia di sentiero che va verso sinistra (faccia a valle, ignorando quindi la traccia che va a destra) che in pochi minuti e con un passo di disarrampicata (II) porta al sentiero che, in direzione Sud/Est porta, dopo una ventina di minuti, al parcheggio della macchina.
Se dal grosso ometto, dopo aver fatto la prima calata in corda doppia, si segue la traccia che va verso destra è necessario fare un'altra calata in doppia (anello cementato) di una quindicina di metri, ma di solito è molto affollata e si rischia di dover aspettare parecchio tempo.
Considerazioni finali: La via Rossi Tomasi al Ciavazes è sicuramente interessante, soprattutto a partire dalla quinta lunghezza. Il meraviglioso diedro, tratto chiave della via, seppur di difficoltà modeste (IV+) sa regalare grandi emozioni sia per la sua continuità nell'ingaggio, sia per la parca presenza di protezioni (tant'è che raddoppiare qualche friend medio non sarebbe proprio una brutta idea). Molto belli anche il settimo e l'ottavo tiro. E' una via che non può certamente consigliarsi ad un neofita, ma può essere usata come banco di prova, prima di affrontare vie di un certo impegno, per testare la velocità, la resistenza e la capacità di una cordata. Ci sono due punti, al terzo e al sesto tiro, dove la via fa un netto traverso a sinistra. Può capitare di sbagliare e proseguire dritti, prestare attenzione.
Rovistando tra la cenere: "Una volta imboccato il sentiero [cengia dei camosci], si presenta uno stretto cunicolo attrezzato con corde fisse. Lo stesso porta ad un aereo praticello dal quale è possibile osservare, sul lato contrapposto della gola, l'avvincente sviluppo dell'arrampicata appena compiuta. Quanto appare verticale e audace!" Tratto da: G. Valagussa, Arrampicate classiche e dimenticate nelle Dolomiti, Athesia ed., (1993), p. 72.
Riferimenti bibliografici:
Testi: G. Valagussa, Arrampicate classiche e dimenticate nelle Dolomiti, Athesia ed., (1993), pp. 70 e ss. .
Riferimenti bibliografici:
Testi: G. Valagussa, Arrampicate classiche e dimenticate nelle Dolomiti, Athesia ed., (1993), pp. 70 e ss. .
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