Vallle d'Aosta, Valpelline, Aosta
Relazione attinente alla scalata sulla via di roccia "Oriana" alla Vierge de l'Aroletta. Ascensione effettuata in data 7 settembre 2014 da Toso e Damiano.
L'alpinismo riesce ad esprimere un'ampia serie di motivazioni:
l'esplorazione e il desiderio di avventura, la conoscenza della natura, la capacità di sentire la montagna e di adattarsi all'ambiente, il superamento delle difficoltà, la scoperta delle nostre capacità e dei nostri limiti, il confronto e il rapporto con gli altri.
[G. Bressan, C. Melchiorri, Alpinismo su roccia, I manuali del Cai, 2008, p. 462]
Itinerario automobilistico: Da Dzovennoz (vedi ubicazione alla fine di questo post), provenendo da Aosta, si raggiunge la frazione Ruz ove si posteggia la macchina nell'ampio parcheggio posto proprio alla base del sentiero che conduce al Rifugio Crete Sèche (cartelli indicatori);
Avvicinamento: Dal parcheggio della macchina si segue l'ampio sterrato che in poco più di un'ora e mezza porta al Rifugio Crete Sèche. Da qui è chiaramente visibile, a Nord-Ovest la Vierge de l'Aroletta. Dal Rifugio Crete Sèche (2410 m.s.l.m.) si seguono le indicazioni per Mont Gelè e Col de Crete Seche (2897 m.s.l.m.) che ci portano a seguire un comodo sentiero, in direzione Nord, che punta verso l'evidente bivacco Spataro (2600 m.s.l.m.). Dopo una quindicina di minuti si arriva alla base della bastionata rocciosa sovrastata dal bivacco. Qui si deve deviare a sinistra, presenza di un enorme masso con indicazioni. Seguire per Vierge de l'Aroletta. Si percorre una traccia di sentiero segnalata da bolli gialli e ometti che, attraversando l'enorme pietraia, conduce nel volgere di altri 10 minuti all'attacco della via. Io e Damiano, dal Rifugio, abbiamo impiegato 30 minuti per arrivare all'attacco della via Oriana;
Alla base della bastionata su cui troneggia il Bivacco Spataro si trova un grosso masso con indicazioni. Andare a sinistra seguendo per la Vierge de l'Aroletta |
In rosso evidenziato il sentiero di avvicinamento |
Dislivello di avvicinamento: 750 m. dal parcheggio al Rifugio Crete Sèche + 100 m. circa (dal Rifugio Crete Sèche all'attacco della via Oriana);
Lunghezze: nove;
Dislivello in arrampicata: 400 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 1696 m.s.l.m. Frazione Ruz, 2410 m.s.l.m. Rifugio Crète Seche;
Quota di partenza (arrampicata): 2500 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 2960 m.s.l.m. cima della Vierge de l'Aroletta;
Difficoltà: 5c obbligato;
Soste: tutte attrezzate a spit unite da cordino e anello di calata;
Esposizione: Sud-Est;
Vie di fuga: In doppia dalla via di salita;
Tipo di roccia: Gneiss granitoide;
Materiale: Normale dotazione alpinistica, portare almeno 14 rinvii, noi non abbiamo usato neppure un friend per integrare;
Tempo di arrampicata: Io e Damiano c'abbiamo impiegato 2 ore e 57 minuti, ma solitamente la via la danno 4 ore;
Discesa: In corda doppia dalla via di salita. Si riesce a saltare solamente l'ultima doppia;
Attacco: L'attacco della via Oriana alla Vierge de l'Aroletta si trova alla destra del canale che separa la Vierge de l'Aroletta dalla punta Charrey. L'attacco è identificato da una serie di facili blocchi di granito su cui spiccano due spit, sul secondo pende un cordino. Le foto aiutano ad identificare l'attacco;
Il punto blu indica l'attacco della via Oriana. Si raggiunge seguendo una traccia di sentiero ben segnalata da bolli gialli e ometti |
L'attacco della via Oriana ove sorgono due spit, sul secondo di questi penzola un cordino |
Relazione:
Primo Tiro (5b, 55 m.): Si sormontano i facili salti iniziali e si seguono gli spit, non vicinissimi, ma comunque visibili l'uno dall'altro, arrampicando su una facile e bella placca che offre buoni appigli, verso la fine del tiro fare attenzione a tenere la sinistra arrampicando verso la sosta su una placca appoggiata ma dove gli appigli diminuiscono. Giunti alla sosta, conviene rinviare e proseguire per altri 5 metri fino ad arrivare alla successiva cengia ove c'è un'altra sosta più comoda (necessari almeno 14 rinvii);
Secondo Tiro (5b, 50 m.): Dalla sosta andare leggermente a sinistra rimontando la parete verticale che oppone una bella arrampicata tecnica fino a quando la verticalità diminuisce e si prosegue su terreno più facile fino alla successiva sosta posta anch'essa su comoda cengia;
Terzo Tiro (5b, 50 m.): La via prosegue alla sinistra della sosta, dapprima affrontando un bel muretto verticale ben ammanigliato, poi le difficoltà si abbattono e si prosegue per rocce molto appoggiate fino alla sosta (spit un po' più distanti);
Quarto Tiro (5a, 50 m.): La via prosegue alla sinistra della sosta, sormonta il facile muretto iniziale e prosegue su percorso logico e facile fino alla successiva sosta;
Quinto Tiro (4a, 50 m.): Si rimontano le gande rocciose fino a giungere alla grande cengia ove si sosta;
Sesto Tiro (5c, 50 m.): Dalla sosta si prosegue sulla cengia (camminando) in direzione della successiva parete. Giunti alla parete rocciosa, la via prosegue sulla sinistra rispetto alla sosta, proprio sotto un evidente tettino aggettante. L'arrampicata, qui, inizia a farsi tecnica e divertente, opponendo difficoltà di 5c costante fino alla sosta che si trova sopra il tettino (che deve essere vinto sulla destra);
Settimo Tiro (5c, 50m.): In verticale sopra la sosta, l'arrampicata richiesta è esattamente identica a quella fatta nel tiro precedente (5c), quindi tacchettine tecniche e divertenti. Questo nella prima parte della lunghezza. Al cambio di pendenza la musica cambia, le tacchette spariscono e si deve arrampicare su una bella placca lavorata (protetta molto bene) che in 20 metri porta alla sosta;
Toso alla partenza della prima lunghezza |
Damiano in uscita dal primo tiro, si noti come la via si sposta sulla sinistra |
Damiano all'inizio del secondo tiro |
Damiano alla fine della seconda lunghezza |
Toso in uscita dalla seconda lunghezza |
Damiano sulla S2 |
Damiano sulla terza lunghezza. Si noti l'arrampicata piuttosto appoggiata e facile della parte finale |
Damiano in partenza alla quarta lunghezza |
Damiano (dentro il pallino arancione) in uscita dal quarto tiro |
Toso in uscita dalla quarta lunghezza |
Le facili gande della quinta lunghezza |
Damiano in partenza per la sesta lunghezza |
Damiano affronta la bella parete che caratterizza il sesto tiro. Si noti che si passa alla destra del tetto |
Damiano (dentro il pallino azzurro) al termine della sesta lunghezza. Si noti lo sviluppo di questo bel tiro |
Damiano sta per affrontare la seconda parte del settimo tiro |
Volgendo lo sguardo ad Est, alle nostre spalle, si può notare, stagliarsi all'orizzonte, la vetta del Cervino |
Inoltre si ha una vista privilegiata su tutte le vette del gruppo del Monte Rosa |
Ottavo Tiro (5c, 50m.): In verticale sopra la sosta, è richiesta ancora un'arrampicata su placca per altri 10-12 metri. Poi c'è il cambio di pendenza e qui riprendono le belle tacchette tecniche che accompagnano l'arrampicatore fino all'uscita della verticalità. Subito dopo c'è la sosta;
Damy in partenza all'ottava lunghezza |
La seconda parte dell'ottavo tiro |
Discesa: Per la discesa si consiglia di calarsi in corda doppia lungo
la via appena percorsa. In considerazione della lunghezza di ciascun tiro, si
dovranno fare tate calate quanti sono i tiri di corda fatti in salita. Si potrà
saltare solo l'ultima calata in quanto ci si potrà calare un po' più in alto
nel canalone tra la Vierge dell'Aroletta e la Punta Charrey, poi da qui si
scende a piedi fino all'attacco, prima, e al Rifugio, poi.
Si sconsiglia vivamente di calarsi sul versante opposto come invece
paiono proporre alcune relazioni. Io e Damiano lo abbiamo fatto seguendo
meticolosamente le indicazioni del rifugista che avevamo appena contattato
telefonicamente (all'ultima sosta il cellulare prende). A parte il fatto che ci
si è incastrata la corda e che abbiamo dovuto risalirla, ma, sull’altro
versante non siamo riusciti a trovare alcuna sosta di calata. Quindi, onde
evitare problemi, è meglio calarsi lungo la via, almeno fino a quando non
verranno attrezzate delle soste di calate sull'altro versante che abbiamo una
logica e che non siano una caccia al tesoro.
Piccola
nota autocelebrativa, io e Damiano per fare le 8 calate in corda doppia,
c'abbiamo impiegato 1 ora e 15 minuti…
Considerazioni finali: La via Oriana alla Vierge dell'Aroletta è una via sportiva, che non oppone particolari difficoltà e che si sviluppa in un ambiente molto interessante. Infatti, pur essendo, la Val Pelline, piuttosto appartata, poco frequentata e prodiga di scenari selvaggi ed isolati, la collocazione in posizione strategica del Rifugio Crete Sèche, gli conferisce un certo livello di "addomesticazione". Come addomesticata è la via descritta su questo post. Proviamo a immaginarla, infatti, senza spit e senza soste… La musica cambierebbe. Di gran lunga… Ed invece, assume le peculiarità di una via sportiva, di difficoltà medio-bassa, dove si cimentano le cordate del corso di roccia e dove ci si può divertire e godere appieno dell'ambiente che ci circonda. Adatta a coloro che stanno affinando la tecnica arrampicatoria, alla ricerca di posti nuovi, di un weekend fuori dagli itinerari più frequentati all'insegna della piacevolezza della montagna.
Con questa via, percorsa in tempi decisamente veloci, io e Damiano portiamo a termine un weekend all'insegna del puro piacere dell'alpinismo, senza pensare a Curriculum, a percorrere vie TD, senza alcuna ansia da prestazione. Solo la piacevolezza della montagna, della compagnia, dell'amicizia, della permanenza in un accogliente rifugio al cospetto di scenari selvaggi ed isolati
Ogni tanto ci vogliono giornate così.
Riferimenti Bibliografici:
Articoli: L’Aroletta superiore di Daniele Pieiller su La Rivista del Cai n. 4/2010 pp. 42, 43 – itinerari di arrampicata (Vedi articolo su Archivioteca della Montagna)
Articoli: L’Aroletta superiore di Daniele Pieiller su La Rivista del Cai n. 4/2010 pp. 42, 43 – itinerari di arrampicata (Vedi articolo su Archivioteca della Montagna)
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