Trentino, Prealpi trentine, Valle del Sarca, Arco (TN)
Relazione attinente alla scalata sulla via di roccia "Artemis" alla Parete di Padaro. Ascensione effettuata in data 1 novembre 2013 da Toso, Luca e Vekkia Zia + i Coniugi
[..]
ci provo fino in fondo
a stare come tutti
in pari con il mondo
[Ligabue, Vivere a orecchio,
Nome e cognome, 2005]
La parete di Padaro |
Itinerario automobilistico: Dal paese di Padaro (TN) (Vedi ubicazione alla fine di questo post), salire lungo la strada asfaltata per circa 500 m. fino a quando si raggiunge un tornante a dx, parcheggiare. Dal tornante si diparte il sentiero che conduce all'attacco della via. Numerose indicazioni;
Avvicinamento: Dal tornante si imbocca l'evidente sentiero e si seguono le indicazioni per la via Artemis. 20 minuti di camminata;
Dislivello di avvicinamento: 100 m. circa;
Lunghezze: 7;
Dislivello in arrampicata: 180 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 500 m.s.l.m. circa;
Quota di partenza (arrampicata): 600 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 800 m.s.l.m. circa;
Difficoltà:VI°;
Soste: alcune a spit, altre su clessidre, altre su alberi, portare tutto il necessario, quindi, per rinforzarle;
Esposizione: Sud;
Vie di fuga: Dopo il primo tiro nessuna;
Tipo di roccia: Calcare;
Materiale: Normale dotazione alpinistica più protezioni veloci;
Tempo di arrampicata: 5 ore (il nostro tempo);
Discesa: In corda doppia su una serie di calate appositamente attrezzate;
Relazione:
Primo Tiro (V°+, 50m.): Risalire l'accennato diedro-fessura fino al suo termine, poi proseguire per roccia più facile fino ad una cengia, camminare sulla cengia verso sinistra fino ad affrontare una lama staccata che oppone un'arrampicata divertente, al termine della lama si affronta una bella placca lavorata che conduce su una caratteristica cengia a ridosso di roccia calcarea molto lavorata. Sosta su cordoni e clessidre;
Laura affronta la parte immediatamente dopo il diedro iniziale |
Subito dopo la cengia si scala una facile lama staccata |
La Vekkia Zia in uscita dalla prima lunghezza |
Luca in uscita dal primo tiro |
Secondo Tiro (IV°, 30m.): Seguire la cengia in leggera discesa e traverso a sinistra (faccia a monte), superare con un passo delicato (IV°) un tratto esposto fino ad arrivare alla base di un muretto strapiombante alla cui base vi sono alcuni grossi massi;
Damiano sulla caratteristica seconda lunghezza |
Luca e la Vekkia Zia fermi alla prima sosta |
Si noti la curiosa linea in traverso della seconda lunghezza |
Terzo Tiro (VI°, 45m.): Risalire il diedro-camino strapiombante che oppone passi di VI° (noi li abbiamo trovati molto bagnati), vi sono chiodi e possibilità di usare protezioni veloci. Al termine del diedro ci si sposta a sinistra in discesa e dopo qualche metro facile si affronta una spettacolare lama (improteggibile) che oppone difficoltà di IV°. Al termine della lama ci si ritrova in cima, in bilico, al sottile avancorpo roccioso ove si sosta. Lunghezza bella e divertente;
Damiano ingaggia l'impegnativo e bagnato tratto iniziale della terza lunghezza |
Laura impegnata nella difficile (e bagnata) parte centrale del terzo tiro |
La facile ma improteggibile lama staccata della parte finale della terza lunghezza |
Damiano in sosta alla fine del terzo tiro |
La Vekkia Zia ingaggia la parte finale del terzo tiro. Si noti che anche per il secondo di cordata l'assenza di protezioni può comportare qualche problema |
Laura sulla quarta lunghezza |
La Vekkia Zia affronta il passo chiave della quarta lunghezza |
Luca e Vekkia Zia in uscita dal quarto tiro |
Quinto Tiro (VI°-, 40m.): Salire il muretto verticale ma facile posizionato immediatamente sopra la sosta, poi spostarsi in diagonale destra (seguendo i chiodi che s'incontrano) in direzione dello spigolo. Questo tratto presenta roccia articolata e delicata (può restare qualcosa in mano) e richiede un'arrampicata tecnica (V°+). Proseguire con arrampicata più facile fino a quando s'incontra una bella placa verticale su cui spiccano alcuni vecchi cordoni. Risalire la placca (VI°-) con movimenti precisi fino al suo termine. Poi sosta su clessidre.
Damiano e Laura hanno spezzato questa lunghezza in due parti, improvvisando una sosta su clessidre proprio all'inizio della delicata placca;
Laura affronta l'inizio della quinta lunghezza |
Damiano sul quinto tiro. Si noti il tracciato, in diagonale destra, di questa lunghezza |
La bella placca tecnica della quinta lunghezza |
Laura impegnata sulla bella placca del quinto tiro |
Laura in uscita dalla quinta lunghezza |
Sesto Tiro (III°, 25m.): Si tratta fondamentalmente di una lunghezza di raccordo. Inizialmente per facili roccette e poi per terreno facile fino all'ampia cengia tra gli alberi posizionata sotto un tetto aggettante;
Settimo Tiro (VI°, 30m.): Questa lunghezza, nella parte iniziale, noi l'abbiamo trovata bagnata…. Si affronta il tetto strapiombante che oppone passi di VI°, un'arrampicata atletica e di forza. Molto divertente. Superati i primi 6-7 metri, le difficoltà si abbattono e si arriva agevolmente all'ultima sosta al termine della via. Arrampicata piuttosto logica. Quest'ultimo tiro può essere evitato seguendo il sentiero verso sinistra che conduce alle soste di calata;
Discesa: Dal termine della via si trova un anello di calata sulla sinistra (viso a monte):
Prima doppia: Ci si cala per circa 25 metri fino alla sottostante cengia. Da qui si percorre il sentiero verso sinistra (viso a monte) e in discesa per diversi metri, che richiede anche qualche passo di disarrampicata. Fare attenzione perché vi sono numerosi sassi mobili sul sentiero. Si raggiunge un anello si calata;
Seconda doppia: Ci si cala per 40 m. circa fino ad arrivare ad un terrazzino. Qui si trova l'ultimo anello di calata;
Terza doppia: 50 metri di calata quasi interamente nel vuoto. Spettacolare! Fare attenzione a fare i nodi alla fine della corda e a farsi pendolare per raggiungere l'avancorpo (staccato di un paio di metri dalla parete dalla quale ci si sta calando) per raggiungere il sentiero.
Raggiunta la base dell'avancorpo è consigliato spostarsi e andare subito nel boschetto, seguendo la traccia di sentiero, per evitare le sassaiole che cadono dall'alto.
Prima doppia: Ci si cala per circa 25 metri fino alla sottostante cengia. Da qui si percorre il sentiero verso sinistra (viso a monte) e in discesa per diversi metri, che richiede anche qualche passo di disarrampicata. Fare attenzione perché vi sono numerosi sassi mobili sul sentiero. Si raggiunge un anello si calata;
Seconda doppia: Ci si cala per 40 m. circa fino ad arrivare ad un terrazzino. Qui si trova l'ultimo anello di calata;
Terza doppia: 50 metri di calata quasi interamente nel vuoto. Spettacolare! Fare attenzione a fare i nodi alla fine della corda e a farsi pendolare per raggiungere l'avancorpo (staccato di un paio di metri dalla parete dalla quale ci si sta calando) per raggiungere il sentiero.
Raggiunta la base dell'avancorpo è consigliato spostarsi e andare subito nel boschetto, seguendo la traccia di sentiero, per evitare le sassaiole che cadono dall'alto.
La Vekkia Zia impegnata nella calata in doppia |
Considerazioni finali: La Via Artemis non è certo l' "Entry Level" della Parete di Padaro, ciononostante non oppone un'arrampicata particolarmente difficile. Un po' di allenamento, di esperienza e di confidenza con l'arrampicata consentono di fare questa via in totale sicurezza e divertendosi proprio tanto. Una via che rappresenta un interessante ripiego per una corta giornata autunnale o invernale.
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