Relazione attinente all'arrampicata sulla via Mitico Vento al Paretone di Arnad effettuata in data 6 aprile 2013 da Toso e Luca
Dov'è la Milano da bere?
Io conosco solo la Milano che ha sete
[Uno di noi, J-Ax, 2008]
Itinerario automobilistico: Autostrada TO-AO, uscita Pont-Saint-Martin, seguire la SS 26, superare il Forte di Bard, superare il posteggio sterrato sito proprio sotto l'evidente placconata del Paretone e un centinaio di metri dopo svoltare a destra in direzione dell'Osteria L'Arcaden. Si parcheggia nel posteggio riservato ai climbers.
Avvicinamento: 10 minuti. Guardando frontalmente l'Osteria L'Arcaden, si deve passare sul sentiero che costeggia la vigna (a dx) e l'Arcaden stesso (a sx). Al termine della vigna il sentiero s'intrufola in un bosco e subito inizia a risalire la china del monte. Nel volgere di pochi minuti si arriva nei pressi di una baita diroccata. La via Mitico Vento inizia qui. Cartello alla base;
Dislivello di avvicinamento: 50 m. circa;
Lunghezze: 9 tiri + 3 raccordi;
Dislivello in arrampicata: 300 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 400 m.s.l.m. circa;
Quota di partenza (arrampicata): 450 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 700 m.s.l.m. circa;
Difficoltà: 6b (5c obbligato);
Soste: Attrezzate con spit e catena;
Esposizione: Sud;
Vie di fuga: dopo i primi due tiri, la ritirata in corda doppia diventa complicata a causa dei numerosi raccordi;
Tipo di roccia: gneiss;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per arrampicata sportiva su via moderna di più tiri (plasir);
Tempo di arrampicata: Abbiamo iniziato alle 10.45 e siamo arrivati al termine della via alle 14.15;
Discesa: Dal sentiero attrezzato (e piuttosto ripido) che dallo Dzerby riporta al parcheggio;
Primo Tiro(5b, 25m.): Si sale sulla placca che oppone qualche passaggio delicato di aderenza. Il grado non è eccessivo, ma essendo un po' freddi può creare qualche problema. Vinto il primo muretto le difficoltà si abbassano. Si deve andare leggermente a sx, la sosta è attrezzata sulla parete rocciosa dietro un albero;
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La placca che caratterizza il primo tiro |
Secondo Tiro (4c, 20m.): Si sale alla sinistra della sosta affrontando la facile fessura. Poi si vince un facile muretto al termine del quale ci si dirige decisamente a destra ove si sosta;
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Luca sulla fessura della seconda lunghezza |
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La seconda parte del secondo tiro |
Primo raccordo (30m.): Si prosegue decisamente a destra scavalcando il cavo in acciaio della via ferrata e puntando ad evidenti alberelli, dietro ai quali si trova la sosta. Nessuna difficoltà.
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Luca in sosta tra il secondo tiro e il primo raccordo |
Terzo Tiro (4c, 45m.): Si vince i primi metri di muretto e si affronta il curioso diedro-canale a forma di scivolo. Praticamente nessun passo delicato da segnalare. Superato il diedro-canale l'arrampicata prosegue sempre opponendo lo stesso grado di difficoltà su percorso logico e comunque ben individuabile dalla linea degli spit. Si sosta proprio sotto un tettino leggermente aggettante che caratterizza la prima parte del quarto tiro.
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Il caratteristico diedro a forma di scivolo della prima parte del terzo tiro |
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Luca sulla seconda parte del terzo tiro |
Quarto Tiro (5c, 40 m.): Si affronta subito il tettino, molto lavorato, aggettante. Praticamente nessuna difficoltà. E' tutto moto ben protetto, abbondano appigli ed appoggi. Forse solo un po' faticoso il passaggio per ristabilizzarsi all'uscita del tetto. Poi il grado si abbatte, saremo sul 5a. Il successivo percorso è logico, oltre che ad avere la linea degli spit che indicano la via. Infine si deve affrontare un diedro non particolarmente complesso (5a-5b) caratterizzato dagli spit un po' lontani ed in particolare, al termine del diedro, ci si deve tenere a destra e si vedrà la sosta solo all'ultimo momento. C'è una freccia gialla sulla parete che indica ove andare, ma io non l'avevo notata. Attenzione: Dall'ultimo spit alla sosta (che non si vede se non quando si esce su una cengia) c'è qualche metro di arrampicata su roccia facile (4b) ma sprotetta... Fare attenzione!
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Il tettino aggettante del quarto tiro |
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Luca nella parte terminale della quarta lunghezza. Si noti l'uscita decisamente a destra rispetto alla progressione di arrampicata |
Secondo raccordo (IV°, 45m.): La via prosegue con un lungo traverso di raccordo a destra. Tra il primo di cordata ed il secondo, ad un certo punto, non ci si vedrà più. Ci sono alcune frecce gialle sulla roccia che indicano la via. Attenzione, però, questo traverso, apparentemente facile, è completamente sprottetto ed oppone due passaggi (il primo il superamento di uno sperone roccioso) che sono abbastanza delicati. Sarebbe consigliato utilizzare qualche protezione intermedia. Noi abbiamo messo dei cordini.
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La prima parte del lungo tiro di raccordo |
Quinto Tiro (5a, 50m.): Si sale sullo spigolo e poi si prosegue su placca lavorata ed appoggiata fino alla sosta. Percorso logico, con difficoltà costanti sul 5a, chiodatura abbastanza buona.
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Toso alla partenza della quinta lunghezza |
Sesto Tiro (5a, 50m.): Si sale dapprima lo spigolo che oppone difficoltà sul 5a. Poi l'arrampicata diviene più facile e si consta di un muretto verticale molto lavorato.
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La prima parte del sesto tiro. Molto estetica |
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La seconda parte del sesto tiro |
Settimo Tiro (6b, 45m.): Ci si dirige con arrampicata facile verso l'evidente fessura su cui sono incastonati numerosi spit. Questo deve già far pensare che sta lì il passaggio chiave della lunghezza. Si affronta la fessura riuscendo a rinviare agevolmente, poi mano a mano che si sale, il discorso inizia a farsi interessante. L'arrampicata è sul 6b. In realtà si tratta di due movimenti delicati che però sono molto ben protetti e che, nell'eventualità di non riuscire a farli, si può "tirare" il rinvio. Personalmente ho incastrato prima il piede sinistro dentro la fessura e al movimento successivo, quando dovevo rinviare, ho incastrato la spalla sinistra. Poi, la ripartenza è ancora delicata ma credo che siamo sul 6a+ che diventa 6a alla fine della fessura. Terminata la fessura l'arrampicata si svolge su placca lavorata tipica del paretone fino alla sosta. Le difficoltà, dalla fine della fessura alla sosta, sono sul 5a. Attenzione: su questo tiro è meglio avere qualche rinvio in più...
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Luca affronta il passo chiave della via |
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Luca fuori dalle difficoltà |
Ottavo Tiro (5a, 55m.): Luca parte e concatena i due tiri successivi. All'inizio la via si sposta leggermente a destra passando in mezzo a due cespugli erbosi ed oppone delle placche gradonate non particolarmente difficili. Si supera ancora a destra un grosso masso sporgente e poi ci si riporta a sinistra. S'incontra la sosta, la si ignora e si prosegue sempre su facili gradoni, in diagonale destra, fino ad un ultimo muretto che precede la sosta.
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La corda traccia il percorso dell'ottavo tiro |
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Luca in sosta dopo aver concatenato i due tiri |
Terzo Raccordo (15 m.): Dalla sosta ci si dirige, praticamente camminando, fino al muretto successivo ove si trova la sosta.
Nono Tiro (6a, 40m.): Si distingue chiaramente quelle che sono le peculiarità della prossima lunghezza (lmeno della prima parte). Inizialmente una facile placca lavorata condurrà sotto un tetto aggettante. Lo si vincerà sulla destra sfruttando anche il comodo diedro che si trova a dx. La salita sulla pancia che sovrasta il tetto è ben protetta e direi che è sul 5c/6a, una volta saliti sopra il tetto ci si deve spostare a sx, verso lo spit, con movimento delicato d'aderenza. Si prosegue qualche metro fino a quando la bombatura della roccia si attenua e il grado, da 6a si abbassa intorno al 5a. Ora rimane da affrontare la seconda parte della lunghezza che oppone un'altra difficoltà, a mio parere sul 6a, ove s'incontra una fessura verticale. Occorre rilevare che forse ho interpretato male l'arrampicata su questa fessura, trovandola più difficile di quello che effettivamente è. Infatti, Luca se l'è bevuta in scioltezza e, a suo parere, era più facile di 6a. Superati i due metri della fessura, la via prosegue con grado più tranquillo fino alla sosta. Dicono che questo tiro abbia gli spit piuttosto lunghi...
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In evidenza il tetto, da vincersi a destra, che caratterizza la nona lunghezza |
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Luca affronta (e supera senza difficoltà) la seconda parte del tiro |
Decimo Tiro (5a, 45m.): L'ultimo tiro è evidente e si articola su roccia appoggiata e lavorata. Nessuna difficoltà. Mi sono tenuto largo nel gradarlo.
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Luca al termine della via |
Discesa: Arrivati in cima, si segue, verso dx, la traccia di sentiero che in 10 minuti conduce all'abitato di Machaby. Arrivati nei pressi del forte (completamente ristrutturato che merita una visita) si segue il sentiero di dx, in discesa, che, in 25 minuti, a tratti disagevole e parzialmente attrezzato, conduce alla base del paretone di Arnad. La traccia da seguire è abbastanza evidente, io addirittura l'avevo già fatta almeno 3 volte, eppure siamo riusciti a sbagliare e a ritrovarci sopra la falesia del paretone con conseguente calata in doppia.... Da qui, per strada asfaltata in 5 minuti al parcheggio dell'Osteria L'Arcaden.
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Foto di rito alla fine della via |
Considerazioni finali: E' una via piuttosto lunga, che richiede un certo affiatamento tra la cordata. Tra i dieci tiri (che potrebbero essere 11) e i 3 raccordi, ci vuole un po' di velocità e un po' di esperienza. Salvo due tiri, comunque azzerabili, le difficoltà non sono mai eccessive, ciononostante direi che non è una via da sottovalutare. Essendo stata fatta nell'ambito del corso ombra, mi sento di consigliare questa via, in un ambito corsuale, solo con allievi svegli e bravi. Per il resto è stato un vero piacere mordere la roccia con un amico con il quale, durante questo nevoso inverno, abbiamo fatto migliaia di metri con le pelli. Rimane il dispiacere di non aver condiviso la via con la B.C., ancora fuori gioco da una distorsione alla caviglia.
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Boscaiolo mancato |
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