Escursione con gli sci d'alpinismo effettuata in data 15 dicembre 2012 da Toso;
La cima come
risultato è nulla, come obiettivo è tutto.
[Eleonora Zeper, su In Alto 2008 p. 13]
Località di Partenza: Località Parco Monte San Primo (1100 m.s.l.m.);
Località di Arrivo: Vetta Monte San Primo (2686 m.s.l.m.);
Dislivello: 600 m. circa;
Tempistica: 1 ore e 15 minuti (il mio tempo);
Difficoltà: MS;
Esposizione: Nord-Est;
Punti di Appoggio: Nessuno;
Percorso Automobilistico: Dal paese di Magreglio (vedi Ubicazione alla fine di questo post) seguire le indicazioni per Monte San Primo che in pochi chilometri conducono, alla fine della strada, al posteggio degli impianti sciistici, ove si lascia la macchina;
Discesa: Lungo l'itinerario di salita Variante A, oppure nei pressi della dorsale dell'impianto di risalita Variante B;
In rosso evidenziato il percorso di salita, in blu la Variante A e in viola la Variante B, entrambe per la discesa |
Premessa: Era da un po' che volevo fare il Monte San Primo con gli sci d'alpinismo. Essendo, però, una cima di modeste dimensioni delle prealpi lombarde, per poter accedervi con gli sci era necessario aspettare un'abbondante nevicata che consentisse la presenza di un manto nevoso accettabile sia per la salita e soprattutto per la discesa. Così, il 15 dicembre 2012, dopo quasi 24 ore di nevicata, decido di tentare la salita alla cima. Parto da Milano piuttosto tardi, non guardo neppure il bollettino valanghe, tanto so trattarsi di una gita piuttosto sicura. Arrivo al parcheggio degli impianti sciistici del Parco del Monte San Primo che sono le 2 del pomeriggio. L'orario giusto per una gita scialpinistica come questa....
Relazione: Parto alle 14.00 risalendo le piste. La nebbia è bassa, ma confido sul fatto che le previsioni danno miglioramento in serata. Si punta verso la baita soprastante e, una volta raggiunta, il percorso prosegue alle sue spalle lungo un'evidente traccia.
In rosso evidenziato il percorso di salita |
Alle spalle della baita la traccia da seguire è evidente |
Poi si entra in un bosco di faggi e si segue una traccia segnalata da alcuni bastoncini verticali.
La traccia s'intrufola in un bosco di faggi |
Nel volgere di pochi minuti si risale la spalla Nord Orientale del Monte Ponciv caratterizzata da un percorso logico ed evidente che in una decina di minuti abbondante porta sulla cresta.
La spalla Nord Orientale del Monte Ponciv |
Qui, alla sinistra abbiamo la vetta del Ponciv, caratterizzata da una antenna ed una casetta. Sulla destra, invece, si vedono i tralicci dell'arrivo di un impianto di risalita. A questo punto abbiamo due possibilità, o andare in direzione dei tralicci affrontando l'evidente salita oppure fare la sacca sulla sinistra percorrendo una traccia a mezza costa che porta comunque in vetta al San Primo. Io ho optato per la prima possibilità. Credo di poter consigliare questa soluzione in salita e l'altra, l'attraversamento a mezza costa, percorrerla in discesa.
La salita prosegue sempre in cresta. Prima si doppia il Monte Costone e poi si arriva sul Monte San Primo |
Arrivato al traliccio, con mia grande sorpresa la nebbia si è abbassata, è sbucato il sole e ho assistito ad un incatevole spettacolo di inversione termica. Mi sono fermato a fare una barca di fotografie.
Il sole cancella la nebbia. Le Grigne fanno capolino |
Con il sole a Sud-ovest che rifletteva la mia ombra sulla fitta bruma del versante Nord, sono stato accompagnato dal fantasma di Broken praticamente fino in vetta al Monte San Primo.
Il fantasma di Broken |
Ancora il fantasma |
Il Fantasma di Broken 3 |
Dai tralicci di risalita, il percorso da farsi è loico. Basta seguire la cresta che, dopo aver sormontato la Cima del Costone, porta in vetta.
L'evidente cresta da percorrere verso la vetta |
La vetta del Ponciv |
Discesa: Consiglio di seguire il tracciato di mezzacosta in quanto ripercorrere la traccia di salita richiede portare gli sci a mano per doppiare la vetta del Costone e poi le pendenze sono così blande che tocca spingere. Prendendo, invece, il tracciato di mezzacosta, si scia in diagonale fin sotto al Monte Ponciv e solo qui si risale (Pellando o con gli sci a mano) per una cinquantina di metri. A questo punto ci sono due possibilità:
La vetta del Resegone oltre le nubi |
Variante A: Si scende per lo stesso identico percorso che si è fatto in salita. Questa opzione l'ho fatta la prima volta che sono sceso dal San Primo ed offre una sciata discreta.
La discesa avviene lungo lo stesso percorso della salita |
La bella e lunga cresta che conduce in vetta al San Primo. Si noti la lingua di neve che si deve percorrere in discesa se si opta per la variante B |
Tramonto sui monti lariani |
La discesa per la Variante B vista dall'alto |
Considerazioni finali: Si tratta di una salita che certamente non oppone alcun tipo di difficoltà, ma che è munifica di panorami eccezionali. E' anche, una gita molto sicura che si può fare, credo, con bollettini valanghe piuttosto alti. Per contro si deve aver l'accortezza di verificare la presenza di neve al suolo perché, data la bassa quota e la sua posizione prealpina, non è raro trovare innevamento scarso ed insufficiente.
Erano anni che aspettavo una nevicata a Milano che mi permettesse di salire sul San Primo con gli sci d'alpinismo e finalmente l'occasione è arrivata. Devo dire che il mio amico Luca mi aveva sconsigliato di fare questa gita dicendomi che non era un granché: poco dislivello, neve scarsa, poco interessante da un punto di vista alpinistico ecc. Seguendo invece il mio istinto, ho deciso di andarci comunque. Si consideri che sono partito da Milano a mezzogiorno. E devo dire che è stato un magnifico regalo lo spettacolo che mi si è schiuso sulla cresta sommitale.
Se si considera che è una gita sicura, vicina a Milano, che può essere fatta anche in un pomeriggio, quando ha appena nevicato, che è munifica di panorami spettacolari, che può essere fatta ad inizio stagione per allenamento, direi che la consiglio assolutamente. Per quanto attiene il dislivello scarso, nulla vieta di fare la salita due o tre volte.
Infatti, dato che alle 16.00 ero al parcheggio, sono risalito fino all'ultimo impianto e sono sceso per la Variante B arrivando alla macchina giusto poco prima delle tenebre.
Piccola nota autocelebrativa: Quando sono partito dal parcheggio, avevo davanti a me tre sciaplinisti che erano partiti alcuni minuti prima. In vetta, sono arrivato per primo!
La croce di vetta |
Tramonto sulle Grigne |
Riferimenti Bibliografici:
Pubblicazioni: Lucio Benedetti, Chiara Carissoni, Gite sciescursionistiche nelle alpi centrali, Junior Edizioni, Bergamo, 2000, pp. 18-20;
Cartografia: Lago di Como Lago di Lugano - carta escursionistica, cicloturistica, scialpinistica 1:50.000, Innsbruck, Kompass 91;
Brianza, Triangolo Lariano, carta dei sentieri e Rifugi, 1:25.000, Edizioni Multigraphic (FI), 2002;
Il Legnone emerge dal mare di nubi |
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