Ascensione effettuata in data 15 maggio 2012 da Toso e B.C.
"Solo un figlio della roccia fa musica senza età"
Carnicats "Paisan"
Antimedale e Medale |
Itinerario automobilistico: Dalla strada statale 36 che da Milano conduce a Lecco, appena superata la galleria del Mote Barro, prendere la terza uscita con indicazioni per Valsassina e Lecco Centro. Seguire le indicazioni stradali per Valsassina. Appena usciti dalla strada statale 36 si percorre la via Belfiore in direzione dell'ospedale, fino ad una rotonda ove si prende a sinistra per Viale Redipuglia (sempre indicazioni per Valsassina). Si prosegue sempre dritti per la strada che dapprima diventa Viale Montegrappa e poi Viale Tonale. Arrivati al semaforo con Corso Matteotti si gira a destra (sempre indicazioni per Valsassina). Si procede sempre dritti per alcuni chilometri lungo la strada che ben presto diventa stretta ed in salita. La strada, che nel frattempo è diventata Corso San Michele del Carso, farà un tonante verso destra. In quel momento abbandonarla (proprio sul tornante) ed inoltrarsi in Via Quarto . Si prosegue per poche centinaia di metri e si arriva a Rancio Supeirore.
Avvicinamento: Abbiamo lasciato la macchina al parcheggio di Rancio Superiore, in Via Quarto ove c'è uno spiazzo con dei bidoni dell'immondizia. Abbiamo imboccato Via San Martino, una ripida salita asfaltata, all'imbocco della quale ci sono dei cartelli indicatori per Antimedale e Ferrata del Medale. Dopo circa 300-400 metri, la strada termina nei pressi di una sbarra gialla. L'abbiamo superata (volendo si può lasciare la macchina anche nei pressi di questa sbarra, ma di solito i posteggi sono già tutti pieni) e proseguendo su sterrata (seguendo sempre le indicazioni per Antimedale), dopo poche centinaia di metri abbiamo trovato un cartello che indica la svolta a destra. Abbiamo imboccato una traccia di sentiero che s'inoltra nel bosco. Si giunge in pochi minuti ad un primo parasassi, e una volta superato manteniamo la traccia di sentiero che sale a sinistra. Poco dopo arriviamo ad un secondo parasassi. Anche in questo caso lo superiamo e manteniamo la traccia di sinistra. Quasi subito si incontra un altro cartello indicatore (sempre per Antimedale e Ferrata del Medale) che impone la svolta a destra. In pochi minuti si incontrano, sulla sinistra, le tracce del sentiero che scende dal canale dell'Antimedale. Abbandoniamo il sentiero che stiamo percorrendo (segni rossi) e risaliamo lungo la traccia che ci porta a ridosso della parete. L'attacco della via è segnato con una scritta blu. E' la seconda via che si incontra.
La Corna di Medale |
Dislivello di avvicinamento: 150 m. circa dalla sbarra ove inizia il sentiero;
Lunghezze: 6 tiri;
Dislivello in arrampicata: 200 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 400 m.s.l.m. circa;
Quota di partenza (arrampicata): 650 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 800 m.s.l.m. circa;
Difficoltà: VII°;
Soste: Alcune attrezzate con spit e catena, altre solo con spit senza catena;
Esposizione: sud;
Vie di fuga: probabilmente in doppia dalla via;
Tipo di roccia: calcare;
Materiale: Normale dotazione alpinistica con il necessario per integrare (friends, nuts e cordini);
Tempo di arrampicata: abbiamo iniziato a scalare alle 10.15 e siamo arrivati in vetta alle 14.15. Un po' lenti, ma la via non è facile;
Discesa: Da un sentiero attrezzato che riporta alla base;
L'itinerario della via "L'altra Chiappa" |
Relazione:
Prima Lunghezza (IV°, 35m.): La partenza è in comune con la via Chiappa (Vedi Relazione). Risalita la facile rampa iniziale (III°+), l'arrampicata diventa una facile camminata su gradoni. Ci si dirige verso il salto roccioso che s'innalza proprio davanti e lo si affronta direttamente. E' proprio qui che si dividono le vie; per la via Chiappa, infatti, l'arrampicata procede sulla dx, incanalandosi su un facile diedro che aggira le difficoltà di questa placchetta. Noi invece affrontiamo il salto roccioso che presenta sempre buone prese, al termine del quale si arriva in sosta.
La B.C. sul primo tiro |
Il facile salto roccioso che caratterizza il Primo Tiro |
Seconda Lunghezza (V°, 20m.): Questo tiro è di competenza della B.C. Si vince lo sbalzo roccioso verticale, quasi strapiombante che si trova proprio sopra la sosta. Si riesce a rinviare e poi si prosegue per placca lavorata fino ad incontrare una sosta su due resinati (senza catena). Poco più a destra si può intravedere la sosta su catena della via Chiappa.
La B.C. sul secondo tiro |
Il Toso impegnato sul Secondo Tiro |
Terza Lunghezza (VII°, 30m.): E' la lunghezza chiave della via. Il percorso è evidente e logico: si deve risalire interamente il diedro che s'innalza proprio davanti a noi. Per arrivare al diedro, però, si deve superare una placca lavorata che oppone un passaggio delicato proprio prima di uno spit. Si deve fare uno spostamento in leggero traverso a destra su appigli rovesci. Arrivo, in libera, fino all'inizio del diedro. Rinvio allo spit. Il diedro è fessurato per tutta la sua lunghezza. A metà e alla fine troneggiano due salvifici ancoraggi. Il primo è un chiodo, il secondo uno spit. La risalita del diedro è faticosa, i passaggi sono di VI°-VII°. Tiro tutti i rinvii e ad ogni chiodo faccio resting. Nonostante ciò il tiro è faticoso e non regala nulla. Superato il diedro mancano ancora una decina abbondante di metri. Si deve vincere un'altra paretina verticale, non molto protetta, sul V°. Bello. Si arriva in sosta su catena nei pressi della sosta della via Chiappa.
La B.C. all'uscita del passo chiave |
La parte iniziale del Terzo Tiro. Si noti il Toso impegnato sul duro diedro |
Quarta Lunghezza (VI°, 30m.): La via prosegue sulla bella placca di sinistra. Si vedono i due ancoraggi successivi. Il tiro, di competenza della B.C. è tutt'altro che facile. Vincere la placca si rivela particolarmente ostico. Si tratta di un'arrampicata molto delicata, sul VI°, con ancoraggi non vicini. Poi le difficoltà si abbattono, ma non si vedono più gli spit. Si deve tendere a sinistra, appena finita la placca, andando in direzione dello spigolo roccioso. Appena ci si avvicina allo spigolo si vedrà uno spit indicato da una freccia rossa sbiadita. Quella è la via. Purtroppo non so dire come sia la via dopo, in quanto la B.C. non ha visto questo spit ed è salita verticalmente facendo il traverso (e quindi superando lo spigolo) della via Chiappa. Sosta su catena proprio incrociando la via Chiappa.
Lo spit, sullo spigolo, che indica la direzione della via |
Il Toso sul Quinto Tiro |
Quinta Lunghezza (VII°, 35m.): E' un tiro che si compone di difficoltà sostenute sia da farsi in placca sia da affrontarsi con movimenti atletici e faticosi su belle lame. Si inizia con uno spostamento a destra verso un evidente spit. Si rinvia agevolmente e poi si affronta un difficile passaggio in placca liscia. Sopra il chiodo troneggia uno spavaldo ciuffo d'erba che riempie interamente una (forse) buona fessura. Ho provato a fare questo passaggio in libera... Senza successo. Alla fine ho dovuto tirare il rinvio... Superato questo primo muro liscio, l'arrampicata rimane sempre sostenuta con movimenti atletici su fessura fino ad un altro muretto liscio. Qui vi sono due chiodi ravvicinati. Questa placchetta riesco, finalmente, a superarla in libera. Il vuoto alle spalle inizia a diventare importante... Da qui la lunghezza piega decisamente a destra con passaggi su belle lame che però non consentono alle difficoltà di scendere mai sotto il V°+. Sosta su spit senza catena.
La spettacolare quinta lunghezza |
La B.C. in posa |
Sesta Lunghezza (VI°+, 30m.): Oramai si vede la fine della via, ma le difficoltà non sono ancora finite. Si deve vincere la bella placca tecnica che sta proprio sopra la sosta. E ancora prima il movimento per scavalcare il diedro su cui è ancorata la sosta e arrivare alla placca è un VI° bello e finito. Poi, come dicevo, c'è la placca tecnica che richiede movimenti precisi su microtacche (altro VI°). Superata la placca si arriva agevolmente alla base dell'unto diedro finale: VI°+, per non farsi mancare proprio nulla!
Questo diedro è lo stesso dell'ultimo tiro della via "Istruttori". Ad onor del vero tocca dire che effettivamente è un po' unto, ma offre delle ottime protezioni che consentono (quasi) di farlo in artificiale. Comunque, il tiro, nella sua interezza è faticoso. Brava la B.C. che se lo è fumata da prima!
La prima parte dell'ultimo tiro |
La parte intermedia del sesto tiro |
Il diedro finale |
Il Toso sull'ultimo Tiro |
Considerazioni finali: E' una delle vie più belle che ho fatto in Antimedale. Mai banale, offre una difficoltà pressoché continua. Arrampicata munifica di soddisfazione.
La B.C. in sosta al termine della via |
Il Toso in uscita |
Testi: P. Soregaroli, Grigne, guida escursionistica e alpinistica della Grigna Settentrionale, della Grigna Meridionale e del Coltignone, Nordpress Ed., Chiari (BS) (2006), pp. 205-216
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