Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11:

Dislivellometro stagione Ski-alp 2014-15: 11.250 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2013-14: 28.750 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2012-13: 16.400 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2011-12: 5.600 m.

Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11: 20.890 m.


giovedì 7 giugno 2012

Via Frecce Perdute - Antimedale

Antimedale, Gruppo del Medale, Prealpi Lombarde, Lecco

Relazione relativa all'arrampicata sulla via di roccia "Frecce Perdute" in Antimedale. Ascensione aggiornata alla data del 4 novembre 2017

http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2018/03/Frecce-Perdute.pdf


Antimedale a sx e Corna del Medale a dx. 
Al centro il Pilastro Irene
Il tracciato della via Frecce Perdute
in Antimedale



Itinerario automobilistico: Da Via Quarto di Lecco (Rancio Superiore)(Vedi Ubicazione al termine di questo post) si può posteggiare la macchina nei relativi parcheggi vicino ai bidoni dell'immondizia, oppure imboccare via San Martino, una ripida salita asfaltata, all'imbocco della quale ci sono dei cartelli indicatori per Antimedale e Ferrata del Medale. Dopo circa 300 metri, la strada termina nei pressi di una sbarra gialla. Si parcheggia dove c'è posto;

Avvicinamento: Se si è lasciata la macchina nei pressi della sbarra gialla al termine di via San Martino, s'inizia a camminare sulla sterrata (seguendo sempre le indicazioni per Antimedale e Ferrata del Medale), dopo poche centinaia di metri si trova un cartello che indica la svolta a destra (siamo nei pressi del termine di un grosso paramassi posto a sinistra salendo). Imboccata la traccia di sentiero che s'intrufola nel bosco, si giunge in pochi minuti ad un primo parasassi, e una volta superatolo si mantiene la traccia di sentiero che sale a sinistra. Poco dopo s'incontra un secondo parasassi. Anche in questo caso lo si supera e si mantiene la traccia di sinistra. Immediatamente si incontra un altro cartello indicatore (sempre per Antimedale e Ferrata del Medale) che impone la svolta a destra. In pochi minuti si vedono, sulla sinistra, le tracce del sentiero che scende dal canale dell'Antimedale. Abbandonato il sentiero principale che si sta percorrendo, si risale per tracce in direzione della parete dell'Antimedale. La via Frecce Perdute è l'ultima che s'incontra (la prima è Istruttori, scritta blu sulla parete), dopo la falesia dell'Antimedale;


La prima lunghezza con l'attacco
Dislivello di avvicinamento: 200 m. circa; 
Tempistica di avvicinamento: 20 minuti circa;
Lunghezze: 4;
Dislivello in arrampicata: 150 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 400 m.s.l.m. circa;
Quota di partenza (arrampicata): 600 m.s.l.m. circa; 

Quota di arrivo: 750 m.s.l.m. circa;
Difficoltà: VI oppure A0 e V;
Soste: Resinati uniti da catena;
Esposizione: Sud; 
Vie di fuga: In doppia dalla via;
Tipo di roccia: Calcare;
Materiale: Normale dotazione alpinistica, consigliati Friends e nuts;
Tempo di arrampicata: 2 ore;
Punti di appoggio: Nessuno;
Discesa: Da un sentiero attrezzato che riporta alla base;
Attacco: Placca lavorata a gocce, ove si distingue un resinato nei pressi di un'accennata fessura/diedro a "S". Non ci sono scritte alla base, quindi possono tornare utili le foto;

L'attacco della via Frecce Perdute
in Antimedale
Relazione:
Primo Tiro (VI, 40 m.): Si risale la verticale placca a gocce puntando all'evidente resinato. Primi passi non banali (V+), possibilità di trovare la roccia bagnata. Poi, seguendo i resinati ed i chiodi, ci si sposta a destra seguendo un percorso piuttosto logico che tende a portarsi sotto ad un lungo ed evidente diedro (si passa sotto il tetto visibile già dalla sosta). Proprio all'inizio del diedro, nei pressi di una concrezione rocciosa che richiama formazioni speleologiche, si trova il passo di VI (buona protezione esistente). Entrati nel diedro si procede con arrampicata sempre sostenuta (V) fino a raggiungere due evidenti spaccatura che salgono parallele. Andare a destra o a sinistra oppone le medesime difficoltà, forse, andando a destra, si trova roccia più stabile. Protezioni piuttosto distanti, molto utile integrare, V. Uscire in sosta su stretta  e scomoda cengia. Lunghezza atletica, sempre sostenuta, su roccia leggermente strapiombante, molto lunga (richiede circa 14 rinvii). Fare attenzione, inoltre, alla base del diedro, se si decide di rinviare sul vecchio chiodo che si trova sulla destra, avere l'accortezza di allungare il rinvio.


Il primo tiro


Il primo tiro visto dall'alto


L'uscita in sosta


Secondo Tiro (IV+, 25 m.): Dalla sosta si sale l'evidente diedro ove troneggia un resinato. Vinto il diedro, si prosegue sulla destra per rocce più semplici in direzione di un resinato poco visibile e poi si risale una verticale fessura sprotetta, ma proteggibile. Poi, dopo qualche passo a destra, si giunge in sosta.


Il diedro iniziale della
seconda lunghezza
La PMI in azione sul secondo tiro

La fessura da proteggere 

Terzo Tiro (VI, 20m.): Dalla sosta si prosegue verso destra, con passo delicato verso il basso. Ci si alza e si rinvia all'evidente resinato. Poi l'arrampicata prosegue verticalmente sfruttando tacchette e lame verso i successivi due chiodi. All'altezza del secondo chiodo (terza protezione) si trova il passo di VI. Vintolo, si raggiunge il resinato (secondo resinato, quarta protezione), lo si supera e, immediatamente si giunge ad un'accennata cengia, ci si sposta in netto traverso a destra per due metri, fino alla sosta. Riassumendo, questo tiro può essere descritto in questo modo: partenza a destra della sosta stando bassi, poi resinato, chiodo, chiodo, passo chiave, resinato, cengia e breve traverso a destra. Dopo il secondo resinato, pertanto, NON proseguire verticalmente verso i chiodi che si vedono (fanno parte della variante "Lassa a cà il caschett"). Lunghezza bellissima, molto estetica, tecnica, ben protetta e di grande soddisfazione.


Il Toso sul terzo tiro
Il Toso dopo il secondo resinato
(quarta protezione), qui si va a destra

La terza lunghezza vista dall'alto
L'arrivo alla terza sosta 

Quarto Tiro (V, 20 m.): Dalla sosta si sale a destra, visibile un resinato , e si vince un diedro aggettante. Attenzione che qualche tacca è scivolosa. Vinto l'aggetto (V) si prosegue, inizialmente per placca e poi per fessura, con difficoltà più contenute (IV+) fino alla sosta al termine del tiro. 

La partenza dalla sosta
La PMI sul passo chiave del quarto tiro: il diedro
aggettante


La parte finale della terza lunghezza


Variante, al terzo tiro, "Lasa a cà il caschett" (VII, 40m.): Alla terza lunghezza, dopo il secondo resinato (quarta protezione), invece di andare a destra verso la sosta, si prosegue in verticale verso le visibili successive protezioni che sono: un chiodo e due resinati. L'arrampicata della variante s'attesta subito sul VI e richiede movimenti tecnici di dita e di equilibrio. Le protezioni sono buone e abbastanza vicine. Non credo che si riesca ad integrare molto. Dopo il quarto resinato (contando dall'inizio del tiro) si devono fare un paio di passi di VII, obbligatori, da compiersi con il rinvio all'altezza dei piedi. Arrampicata tecnica su microtacche. Dopo il passaggio duro si arriva agevolmente all'ultimo resinato, da qui, raggiungere la visibile sosta sulla destra richiede una delicatissima progressione su placca completamente liscia. Forse conviene stare alla sinistra dell'ultimo resinato e poi traversare a destra. A mio parere il VII è obbligatorio e l'uscita dalla via, su placca, è molto complessa. 

Uscita: Dalla sosta, si prosegue in conserva protetta per facili roccette mobili (fare attenzione) fino al sentiero di discesa (sosta su spuntone).



Discesa: Alla sinistra della sosta su spuntone (viso a monte), si dirama una traccia di sentiero attrezzato che in 15 minuti riporta alla base della parete. Fare attenzione allo spostamento involontario di pietre e sassi.


Considerazioni finali: Via breve, ma stupenda su roccia bellissima. Primo tiro lungo e faticoso, il secondo ti fa recuperare le forze per affrontare la meraviglia del tiro chiave. Il terzo tiro, infatti, al di là della difficoltà tecnica (che comunque non è eccessiva) è proprio di soddisfazione. L'ultima lunghezza, regala, comunque, belle emozioni. Nel complesso una via da fare e da ripetere. Forse la più bella dell'Antimedale. La prima lunghezza richiede oltre una decina di rinvii. Le altre sono chiodate in modo ragionevole. Integrare è sempre possibile ad ogni tiro. La variante "Lassa a cò il caschett" è molto tecnica e richiede padronanza del grado (VII). La chiodatura di questa variante è buona, ma utilizzerei con cautela le relazioni che propongo la possibilità di azzerare o staffare.

Riferimenti Bibliografici: 
Testi: Buzzoni P., Pesci E., Lario Rock Pareti,Versante Sud Ed. Milano (2011)


http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2018/03/Frecce-Perdute.pdf

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