Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11:

Dislivellometro stagione Ski-alp 2014-15: 11.250 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2013-14: 28.750 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2012-13: 16.400 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2011-12: 5.600 m.

Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11: 20.890 m.


venerdì 18 dicembre 2015

Via Quarzo allo Sperone di Ponte Brolla

Svizzera, Ponte Brolla, Centovalli, Locarno
Relazione attinente alla scalata sulla via di roccia "Quarzo" allo Sperone di Ponte Brolla. Ascensione effettuata in data 6 novembre 2015 da Toso e PMI + Ste e Gianlu.

http://www.archivioteca.it/wp-content/uploads/2015/12/Relazione-Quarzo.pdf


"Lo scopo non è raggiungere la vetta
e nemmeno affermare se stessi.
L'arrampicata è un mezzo per vivere 
sensazioni più fini e profonde."
[G.P.Motti, tratto da Alpinismo: 250 anni
di storia e di cronache, II° Vol.,CAI(2010), p. 101]
Itinerario automobilistico: Da Ponte Brolla (CH) (Vedi ubicazione al termine di questo post), nei pressi del passaggio a livello, proseguire dritti sulla strada in direzione di Avegno. Quindi, quando si è al passaggio a livello non andare a sinistra verso Tegna e l'Italia, ma andare dritti in modo da avere il torrente Maggia alla propria sinistra salendo. Dopo poche centinaia di metri dal passaggio a livello si incontra un ponte in ferro sulla sinistra che sovrasta il torrente. Immediatamente a destra si trova uno spiazzo che consente il parcheggio;
Avvicinamento: Dal parcheggio si imbocca la traccia di sentiero che s'intrufola nel bosco e che in pochi minuti conduce ad un poligono di tiro a segno. Qui l'accesso è interdetto, ma c'è una palina segnaletica che, indicando a sinistra, fa proseguire lungo l'evidente traccia di sentiero fino a che si arriva, dopo 20-30 minuti all'attacco della via Quarzo:
Dislivello di avvicinamento: 150 m. circa;
Lunghezze: 10;
Dislivello in arrampicata: 350 m. circa;
Quota di partenza (avvicinamento): 255 m.s.l.m. (Ponte Brolla);
Quota di partenza (arrampicata): 400 m.s.l.m. circa;
Quota di arrivo: 800 m.s.l.m. (Fine della via Quarzo);
Difficoltà: 6a(Max 5c);
Soste: La maggior parte su singolo fittone resinato. Altre su fittone resinato e spit da unire;
Esposizione: Ovest;

Vie di fuga: Dalla via Quarzo allo Sperone di Ponte Brolla è possibile calarsi in corda doppia in qualsiasi punto;
Tipo di roccia: Gneiss;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per un'arrampicata di tipo plasir. Non servono protezioni veloci perché ci sono scarse possibilità di integrare. Utili due mezze corde da 60 m. per le eventuali calate in doppia;
Tempo di arrampicata: Noi abbiamo iniziato ad arrampicare alle 10.30 e siamo arrivati in cima alle 17.00, quindi 6 ore e mezza, ma siamo stati rallentati da una cordata che avevamo davanti. Una delle problematiche dell'arrampicata allo Sperone di Ponte Brolla, infatti, è l'affollamento; 
Discesa: Se non si opta per la discesa in corda doppia(consigliabile solamente fino alla fine della sesta lunghezza), si scende a piedi seguendo le tracce di un labile, ripido e instabile sentiero che nel volgere di un'ora riporta alla macchina; 
Attacco: la prima via sulla destra guardando la placca. Gli spit che ci sono a sinistra sono quelli della via Zombi. 


L'attacco della via Quarzo
Cordate sul primo tiro della via Quarzo
Relazione:
Primo Tiro (5a, 30m.): Si affrontano le placche appoggiate seguendo la linea degli spit in direzione dell'evidente cambio di pendenza (25 m. più in alto) rappresentato da un salto roccioso più verticale. L'arrampicata si presenta subito d'aderenza su appigli labili o sfuggenti con difficoltà omogenea sul 5a. Il salto roccioso offre qualche appiglio in più. Poi si arriva in sosta su singolo fittone resinato;


Il Gianlu in partenza
Lo Ste assicura il Gianlu
La PMI sulla prima lunghezza

Il Gianlu al cambio di pendenza


Secondo Tiro (5a, 35m.): Dalla sosta, la linea di progressione è logica, si segue l'evidente scivolo che si sviluppa sulla destra della placca. Mano a mano che si sale, la pendenza aumenta. L'arrampicata richiesta è sempre di aderenza. Una volta superato il punto in cui ci si perde di vista con il compagno che fa sicura, la via prosegue ancora per qualche metro (più facile) fino alla sosta (fittone cementato e spit);


La PMI sulla seconda lunghezza
Lo Ste (nell'inedita veste di
capocordata)al primo cambio di pendenza
della seconda lunghezza


Toso & Ste


Terzo Tiro (5a, 35m.): La via prosegue sulla placca soprastante e richiede una bella arrampicata "ad arco" con direzione destrorsa. La tecnica richiesta è sempre quella dell'aderenza, con piedi spalmati e quasi senza mani. Le difficoltà sono complessivamente (forse) leggermente più basse dei primi due tiri, ma con qualche "assolo" di pari livello (5a), in particolare l'uscita in sosta (su fittone e spit).


La bella linea della terza lunghezza
Il terzo tiro dall'alto
La PMI sulla terza lunghezza
Quarto Tiro (5b, 30m.): La lunghezza si sviluppa alla destra della sosta in direzione del grosso albero i cui rami sembrano sfiorare la placca. L'arrampicata, sempre d'aderenza, inizia a farsi mano a mano più impegnativa, fino al salto più ripido che precede la sosta. Il passo chiave di questa lunghezza è proprio qui, tacche labili ed inesistenti che richiedono movimenti delicati e spostamenti a destra e sinistra assecondando le pieghe della roccia. Sosta su due spit (uno attrezzato con anello di calata). 
La linea della quarta lunghezza


Lo Ste in partenza dal 4° tiro. Si noti
l'albero sulla destra della foto
A metà tiro circa

Anche la PMI ingaggia la quarta lunghezza
La PMI sul passo chiave del quarto tiro

Quinto Tiro (5b, 30m.): Ulteriore lunghezza in placca che si sviluppa con direzione diagonale destra. Da non confondersi con la linea degli spit che sale in verticale sopra la sosta che appartiene alla via Zombi. Lunghezza che oppone le medesime difficoltà del tiro precedente (5b), ma un po' più costanti. La verticalità e la necessità di muoversi con precisione, inizia già dopo il secondo spit e rimane su quelle difficoltà fino in sosta (su spit e anello cementato).


Il Toso in partenza al
quinto tiro
Si noti la quinta lunghezza
Il Toso in azione visto dall'alto

Sesto Tiro (5c, 40m.): Il tiro inizia con un delicato traverso a destra di un paio di metri circa. Se non si azzera (presenza di uno spit a portata di mano) il movimento richiesto è decisamente più impegnativo di qualsiasi passo fatto finora. A mio parere questo è il passo chiave di tutta la placca. Poi le difficoltà si attestano sul 5b e permangono tali fino alla fine della placca, ove avviene il cambio di pendenza. Qui non ci sarà più contatto visivo con il primo di cordata, il quale proseguirà fino a fare sosta su due spit uniti da catena posti proprio sulla successiva parete verticale.  


La difficile partenza del sesto tiro
Questo breve traverso è il tiro chiave
di tutta la placca. A mio parere 5c.
E' il momento del Gianlu...
... e quello della PMI
Si noti la conformazione
della sesta lunghezza
Il Toso alla fine della
placca
Le prime sei lunghezze si
snodano sulla placca che,
vista dall'alto, pare potercisi
camminare


Settimo Tiro (5b, 40m.): Da questa lunghezza in poi cambia lo stile di arrampicata. Si abbandona l'aderenza su placca liscia per affrontare la verticalità. La lunghezza si sviluppa su lame che offrono buoni appigli ed appoggi. Protezioni sempre molto buone. Attenzione solo al fatto che alcune lame si muovono... Come dice il mio amico Ste: "Qui, prima o poi, viene giù tutto!!" Per sostare conviene ignorare la prima sosta che s'incontra (spit e anello cementato) e andare avanti su terreno facile (camminata) fino a sostare su due spit (da unire) posti alla base del successivo diedro.


Il Toso in azione sulla
settima lunghezza.


Si noti la conformazione
del settimo tiro
La PMI sul settimo tiro



Lo Ste
Il Gianlu all'uscita del tiro


Ottavo Tiro (5b, 40m.): Dalla sosta si sale in verticale vincendo il diedro che oppone alcuni passi delicati (5b) ma ben protetti. Conviene ignorare la prima sosta e proseguire sostando alla seconda (due spit uniti da catena) situata su comodo terrazzino alla base della parete di quarzo che dà il nome alla via.
Il Gianlu in partenza all'ottava
lunghezza
In evidenza il diedro iniziale
dell'ottavo tiro


Nono Tiro (5c, 35m.): Vinta, facilmente, la distanza tra la sosta e la successiva paretina, ci si cimenta subito con il tiro chiave della via. I primi metri sono abbastanza evidenti ed oppongono un'arrampicata di 5b, poi le prese si rimpiccioliscono e la parete si verticalizza. Occorre un'attenta distribuzione dei pesi per non bruciare le braccia. Gli spit proteggono molto bene i passaggi ed, eventualmente, possono essere utilizzati per fare resting o azzerare. L'uscita si sviluppa alla sinistra del tettino fino ad arrivare in sosta (due spit e un chiodo a pressione uniti da cordini). Lunghezza di soddisfazione. Alcune relazioni la gradano 6a.


Il Toso in azione
La PMI sull'ottava lunghezza
Un provato Toso all'uscita del
tiro chiave

Decimo Tiro (5c, 45 m.): Alzarsi sopra la sosta sfruttando le ottime maniglie è tutt'altro che facile, in quanto non si può contare sui piedi. Lo spuntone, infatti, è aggettante. Passare in libera questo primo metro richiede un faticoso movimento da boulder che non comprendo come possa essere gradato 5a (o 5b). Si tratta di un passo di 5c ad essere spilorci. Si consideri che alcuni hanno staffato... Comunque, vinto questo passo impegnativo, la via prosegue alla destra dello spigolo con arrampicata più facile e divertente, poi le difficoltà, mano a mano, si abbattono. Ignorare la prima sosta e proseguire, praticamente camminando, fino alla sosta finale al termine della via.


Il Gianlu affronta l'ultimo tiro
L'ultimo Tiro
(la parte iniziale)
La PMI sull'ultima lunghezza
Lo Ste al termine della via.
Soddisfazione evidente e meritata
L'uscita dalla via della PMI

Discesa: Faccia a monte, seguire sulla destra l'evidente traccia di sentiero. Dopo pochi minuti la traccia si intrufola in un bosco molto scosceso seguendo il corso di un rio, attraversandolo più volte con percorso mai obbligato. La traccia non è molto evidente e in alcuni punti si rischia di perderla. Serve un po' di intuito. Noi l'abbiamo percorsa di notte senza sbagliare praticamente mai. E' un percorso piuttosto ripido e disagevole, instabile ed è forse la cosa più pericolosa di tutta la via. Ad un certo punto, a circa 3/4 di percorso, si raggiungerà un traliccio dell'alta tensione che verrà superato alla destra (faccia a valle) e si seguirà la traccia che condurrà, dopo qualche minuto, davanti ad una casamatta (che si tratti di qualche postazione della Gladio Elvetica??). Infine si sbucherà sulla strada asfaltata a 200 m. dal parcheggio. Ci vuole circa un'ora dalla fine della via alla strada.


I quattro di... Quarzo

Considerazioni finali: Non è un mistero che il Toso non ami la placca d'aderenza, ma devo riconoscere che la via Quarzo allo Sperone di Ponte Brolla è proprio bella. E la bellezza non sta (solo) nel fatto che è una via completa in cui si trova un po' di tutto, dall'aderenza al "ciapa e tira" alle microtacche di dita. No, la bellezza di questa via sta proprio nei primi sei tiri. Si tratta di un'arrampicata su placca di aderenza pressoché totale (in diversi tratti per le dita c'è il nulla) che richiede una perfetta distribuzione dei pesi e una sapiente progressione con i piedi "in spalmo". 
Sulla guida "Plasir Sud" c'è scritto che questa è considerata la via più bella del Ticino. Forse si tratta di un giudizio eccessivamente entusiasta, ma certo è che alla prossima occasione tornerò senz'altro a ripetere questa bella via.


La Val Maggia
Considerazioni personali: La mia presenza su questa via allo Sperone di Ponte Brolla è stata a lungo un problema estremamente dibattuto. Esclusivamente con me stesso. Non ho mai fatto mistero che il tipo di arrampicata richiesta da queste rocce non mi sia mai piaciuto. Eppure, per una ragione o per l'altra, mi è capitato di andarci più spesso di quante effettivamente fossi costretto. Sempre, però, solo per seguire lo Ste. 
Qui venimmo, io Ste e Fabri, appena fummo nominati "aiuto-istruttori" alla Scuola di Alpinismo di Corsico, per testare le nostre capacità sulla via Nika. Fu una bella e divertente avventura, quella... Peccato che al tempo non avessi ancora partorito l'idea del blog... Però la potete leggere nel sito dello Ste qui. A proposito, quelli erano i tempi in cui lo chiamavamo ancora Fabrizio, il Fabri. Peccato che oggi non ci fosse, il Fabri, perché il proposito di fare la via Quarzo allo Sperone lo partorimmo tutti e tre insieme quella volta...
Sui miei soci di oggi che dire? Lo Ste si è sempre trovato un gran bene su queste placche, figurarsi ora con la versione "Ste2.0"... Gianlu e PMI, oramai, viaggiano in autonomia... Tra poco toccherà a loro portare qualche allievo da queste parti...

Autunno in Val Maggia

Riferimenti Bibliografici:
Testi: Jurg Von Kanel, Plasir Sud, Edition Filidor, Reichenbach (CH)(2003), p. 120 e ss.


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