Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11:

Dislivellometro stagione Ski-alp 2014-15: 11.250 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2013-14: 28.750 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2012-13: 16.400 m. (Reports)

Dislivellometro stagione Ski-alp 2011-12: 5.600 m.

Dislivellometro stagione Ski-alp 2010-11: 20.890 m.


lunedì 8 novembre 2010

PAKLENICA

Nella Croazia centro meridionale, pochi chilometri a Nord di Zara, si aprono le spettacolari gole di roccia calcarea che caratterizzano il Parco Nazionale di Paklenica. Due sono le forre peculiari del Parco, Velika (grande) Paklenica e Mala (piccola) Paklenica, ma solamente sulla prima è consentito arrampicare. A pochi passi dal villaggio affacciato sul mare di Starigrad, Velika Paklenica è un vero e proprio paradiso per i climbers ove si possono trovare vie di ogni difficoltà e grado, dal boulder alla falesia, dalla via moderna spittata di più tiri alla via classica che necessità d'integrazione.

La spettacolare gola rocciosa (Velika) del parco nazionale di Paklenica

Info utili: Da Milano, in macchina, sono circa 700 Km e, a parte il pezzo di strada (30 -40 km) in territorio sloveno, il percorso è tutto su autostrada. L'autostrada Croata è stata costruita da poco ed è molto comoda e anche abbastanza conveniente, basta seguire la direzione Zadar (Zara) - Split (Spalato) e l'uscita per Paklenica National Park è indicata molto bene dai cartelli segnalatori. Usciti dall'autostrada in circa 10 km si arriva a Starigrad, anche in questo caso la segnaletica è molto precisa.
Noi abbiamo spezzato il viaggio di andata in due giornate (anche perché eravamo partiti da Milano piuttosto tardi visto che il giorno prima avevamo scalato la Sertori) fermandoci a cercare le tracce dannunziane nella città di Fiume. Purtroppo, a Fiume, di D'Annunzio non abbiamo trovato alcunché, con grande rammarico del Toso, però qualcun altro ha trovato comunque cose molto interessanti....

Senza parole...

Arrampicare a Paklenica, stando alle guide, è consigliato tra i mesi di aprile ed ottobre. Inizialmente temevo che andando a fine agosto-primi di settembre potesse rivelarsi troppo caldo. Avevo infatti conosciuto una ragazza croata, sul primo sperone della Tofana di Rozes, la quale mi aveva detto che la zona di Paklenica è molto calda tant'è che la stessa toponomastica sembra derivi dal termine croato che significa inferno. Invece abbiamo trovato un clima gradevole e a volte anche un po' ventoso. Infatti può capitare che la zona sia schiaffeggiata dalla bora. In ogni caso, anche nelle giornate torride, c'è sempre la presenza di un settore in ombra. L'ingresso al parco è a pagamento e si può optare per l'ingresso singolo oppure per 3  o  5 entrate da usarsi in un periodo massimo di un mese. Noi abbiamo proteso per la soluzione che prevede 5 ingressi. Eravamo alloggiati in un appartamento situato proprio sulla stradina di accesso al Parco: Appartamenti Lucja e siamo stati i più affezionati clienti del ristorante Dinko, luogo di ritrovo dei climbers ove si fanno pantagrueliche mangiate e bevute a prezzi decisamente accessibili. Unica nota stonata, se vogliamo, è che il mare non è un granché, ma per noi alpinisti questo è un dettaglio che si può serenamente trascurare. E in ogni caso qualche tramonto degno di nota ci è comunque stato regalato.

Tramonto sul golfo di Paklenica

Da Dinko, la birra post arrampicata, come da prassi consolidata...

Ma veniamo alle vie... Di seguito descriverò due vie moderne di più tiri che abbiamo fatto nel periodo della vacanza. Si tratta di Nosorog (settore Kukovi ispod Vlake) e di Kamasutra (settore Anica Kuk). Per il resto ci siamo cimentati con i monotiri e la falesia è falesia ovunque. Unica avvertenza da tenere in considerazione: alcune vie (soprattutto quelle dal grado più accessibile) sono piuttosto unte ed, inoltre, per quanto ho potuto constatare, tendenzialmente il grado indicato è costante per tutta la lunghezza del tiro.

NOSOROG  - (Settore Kukovi ispod Vlake)
Salita effettuata il 01.09.2010 da Toso e Clara
Caratteristiche generali: Via moderna composta da 5 tiri + 1 (per arrivare in cima), lunga 150 m circa che si sviluppa quasi interamente sullo spigolo. Via esteticamente molto bella ed elegante anche se il grado non eccede mai il 4c.

Nosorog segue l'elegante linea di spigolo.

Spittatura: La distanza tra gli spit non è proprio da falesia, ma dove servono non mancano e soprattutto ci sono abbondanti possibilità d'integrazione. Le soste sono tutte attrezzate con due spit. Complessivamente direi che è una via molto ben attrezzata.

Relazione: Quando, la sera del nostro arrivo a Paklenica, abbiamo visto l'elegante spigolo di roccia calcarea della via Nosorog profilarsi contro il cielo, non abbiamo avuto il minimo dubbio: il giorno dopo l'avremmo affrontata! 
Primo Tiro (4a):
L'attacco è abbastanza intuitivo. I primi passi sono molto facili, con passaggi di II° su grossi massi (spit completamente assenti, ma molto proteggibile), poi la via s'impenna su roccia ben appigliata. Prima di arrivare alla sosta, su due spit posti dietro un evidente spuntone roccioso proprio sullo spigolo, si riesce a rinviare su almeno altri due ancoraggi. Nel pezzo facile iniziale, avevo inserito un nut (più per ragioni didattiche che per reale necessità) e sembra che lo abbia anche inserito particolarmente bene, tant'è che Clara, risalendo, non riusciva a toglierlo. Perdiamo un po' di tempo anche perché il "cavanuts" l'avevo con me (errore da dilettante) e ho dovuto calarlo a Clara.


Clara in sosta dopo il primo tiro

Secondo Tiro (4a):
Si sale sullo spigolo. I passaggi sono piuttosto facili, il panorama merita. Sosta su due spit. Clara, da seconda, sale senza difficoltà.


Clara in opera sui facili passaggi del secondo tiro.

Terzo Tiro (4c): La via, finalmente, diventa verticale. Gli spit sono più vicini e più frequenti, la difficoltà non è mai eccessiva, anche se l'ultimo tratto è caratterizzato da un piccolo traverso con un breve sbalzo finale in esposizione. La sosta, come sempre comoda su due spit, si vede solo dopo aver rinviato all'ultimo ancoraggio e superato l'evidente muretto. Da rilevare che ho trovato il tiro piuttosto contorto e pertanto la corda, a causa delle angolazioni, era diventata molto pesante. Non so se ho sbagliato qualcosa o se semplicemente avrei dovuto allungare i rinvii, sta di fatto che arrivato all'ultimo spit ho deciso di fare ivi sosta, utilizzando anche uno spuntone lì vicino (sosta a prova di bomba!). La decisione è stata proprio obbligata dal motivo che la progressione stava diventando un vero e proprio tiro alla fune. Tiro alla fune che comunque ho dovuto fare per recuperarla... Ho fatto sicura a Clara la quale ha riscontrato non poche difficoltà a raggiungermi e, in particolare nel piccolo traverso, è andata proprio in crisi. Nulla di grave, semplicemente disabitudine a progredire da capocordata e si sa che sui traversi, seppur piccoli, siamo tutti da primi...
Comunque, in un modo o nell'altro, Clara è arrivata, sana e salva, in sosta. Ho superato lo sbalzo finale, ho trovato la vera sosta e ho nuovamente recuperato Clara.

Il traverso che caratterizza il terzo tiro

Clara all'inizio delle difficoltà...

Quarto Tiro (3a): E' sostanzialmente un traverso molto facile. Gli ultimi 20 metri si fanno in discesa. Per sostare si trovano diversi ancoraggi. Nulla di particolarmente difficile. Ottime possibilità d'integrazione.

Quinto Tiro (4c): Pur non opponendo particolari problematiche, è il tiro chiave della via. I passaggi duri sono tre in tutto. Il primo, proprio sopra la sosta, è caratterizzato da un muretto liscio e verticale comunque ben protetto. Gli altri due hanno le stesse peculiarità. Clara, rientrata dalla crisi, sale senza alcun problema, anche se il suo morale è sceso alle suole delle scarpette. Le docce fredde in arrampicata, purtroppo, sono all'ordine del giorno, dopo un po' ci si fa il callo.

La sequenza delle due foto evidenzia bene quella che è la linea della quinta lunghezza.

Posa plastica...

Ultimo Tiro: Dalla sosta si prosegue su roccia facile ed in conserva fino ad arrivare alla traccia di sentiero che scende al parcheggio. Nessuno spit, ma abbondanti possibilità d'integrare (per chi ne avesse bisogno...)


Il primo sbalzo del 5° Tiro

Il Toso in sosta al termine di Nosorog. Si nota la lunghezza e il tracciato dell'ultimo tiro.

La gola di Paklenica dalla cima del settore Kukovi ispod Vlake

Considerazioni finali: La via ha rispettato e soddisfatto le aspettative: bella, panoramica, elegante e sostanzialmente priva di difficoltà. Puro divertimento! Dopo un'estate passata ad arrampicare in pile e giacche antivento, con avvicinamenti da minimo 1000 metri di dislivello, dopo un ferragosto trascorso interamente in rifugio a 3000 metri sotto una bufera di neve, Nosorog era proprio quello che ci voleva. Attacco della via dal bagagliaio della macchina, arrampicata al caldo senza maglia, soste ultrasicure, tiri evidenti e divertenti, insomma è o non è una vacanza???

Kamasutra - (Settore Anica kuk)
Salita effettuata il 05.09.2010 da Toso e Clara
Caratteristiche generali: Via moderna di 4 tiri, lunga 150 m, molto bella e gratificante e perciò anche abbastanza conosciuta e frequentata. Il grado massimo che oppone, stando alle relazioni, è 5b. Una vecchia guida che ho visto riportava 5b+,  che sappiamo non esistere, ma dieri che, soprattutto il primo tiro, è più vicino al 5c che al 5b. Per arrivarci ci vuole un avvicinamento di 1 ora, e la via non è indicata da segnaletica, perciò trovarla non è proprio banale. Noi abbiamo dovuto chiedere. (Anzi ad essere proprio sinceri, noi eravamo partiti per fare la via di fianco, Figurae Veneris, ma proprio perchè ci siamo trovati troppo in alto e quindi fuori strada abbiamo optato per Kamasutra. Comunque non ci ha deluso,anzi...)
Seguendo le indicazioni per Anica kuk, si segue il sentiero che termina a ridosso di una cavità naturale, una specie di grotta poco profonda, la via Kamasutra parte proprio sulla destra della grotta, seguendo l'evidente fessura. Gli spit sono abbastanza vicni, soprattutto nei tratti di grado più elevato. Le soste sono attrezzate con doppio spit.

Primo Tiro (5c): Si sale lungo l'evidente fessura e la si segue fino in sosta. Gli spit sono abbondanti e molto vicini. Il tiro è piuttosto lungo, dieri 30-35 m. Tecnicamente l'arrampicata è una semi-dülfer. Come dicevo sopra, la guida riporta il grado 5b, ma secondo me è un po' sottogradata, meglio prestare tutte le attenzioni del caso. La lunghezza mi ha gratificato molto, a mio parere, è la più interessante di tutta la via. Clara da seconda è salita senza grossi problemi, considerando anche che non è proprio l'arrampicata a lei più confacente.

Il primo tiro della via segue interamente l'evidente fessura.

Clara ingaggia la fessura della prima lunghezza.

Secondo tiro (4b): Si abbandona la fessura e si segue la via che tende leggermente a destra verso un alberello nei pressi del quale si sosta. Appigli ed appoggi non mancano, gli spit diventano un po' più radi ma direi che la difficoltà è piuttosto modesta, come la stessa lunghezza che credo sia sui 10-15 metri. Mentre eravamo in sosta sentiamo delle voci (italiane) chiamarci dalla base. Erano i due ragazzi bergamaschi, che avevamo conosciuto il giorno prima, che erano appena scesi porpio dalla nostra via. 


Il secondo tiro. Si noti, in alto a sx (della foto), la cavità naturale
ove conduce il sentiero di avvicinamento. 


Una bella alpinista in azione.

Terzo tiro (4b): Dalla sosta la via non è proprio evidente. Si deve affrontare il muretto ottimamente appigliato che s'erge sulla sinistra e proprio sopra si trova il primo spit. Poi la via è logica e priva di difficoltà fino alla sosta. Anche questo tiro è piuttosto corto, direi 10-15 metri. Sia io che Clara lo abbiamo fatto senza problemi di sorta.

Quarto tiro (5b): L'ultimo tiro, anche questo, come il primo, piuttosto lungo (30 metri) e non banale, oppone subito una bella placca d'aderenza. Poi si segue per qualche metro una spaccatura, ancora una volta in semi-dülfer, e, negli ultimi metri, ci si porta nel mezzo della parete ove grandi appigli e appoggi offrono quella piacevole sicurezza che pare venir meno dalla relativa scarsità degli spit. Per i nostri amici bergamaschi e per la stessa Clara, questo pare essere il tiro più bello della via. Io, come già detto, ho preferito il primo, ma devo ammettere che anche questo ha il suo fascino. Arrivati in cima ci si gode il panorama sull'intera gola di Paklenica e si riesce a vedere anche qualche scorcio di mare. La discesa si sviluppa dapprima per tracce e poi per comodo sentiero.


Il Toso sull'ultimo tiro. Si nota la conformazione della lunghezza.


Qualcuno è visibilmente (e a ragione) soddisfatto...


Foto di rito al termine di Kamasutra.
Considerazioni finali: Kamasutra è una bella via moderna, gratificante e di soddisfazione. Non oppone particolari difficoltà, è protetta a sufficienza e direi che merita di essere salita. Il primo e l'ultimo tiro richiedono un po' di attenzione.

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