Salita effettuata il 27-28 giugno 2011 da Gm e Luca - Toso e Clara
La via Fiorelli al Dente della Vecchia |
Dati tecnici salita:
Itinerario automobilistico: Dalla strada statale 38, che da Colico conduce a Sondrio, pochi chilometri dopo Talamona, dopo aver superato il ponte sul Masino nei pressi di Ardenno, svoltare a sinistra in direzione Valmasino. Risalire la strada fino ai Bagni del Masino (circa 18 km), ove termina la strada asfaltata. Solitamente si può parcheggiare nel posteggio dei Bagni pagando una cifra che dovrebbe essere di 5 euro al giorno. A noi è capitato che, a causa di un matrimonio che avrebbe occupato tutti i posteggi, l'accesso al parcheggio fosse interdetto. Così abbiamo dovuto lasciare la macchina lungo la strada asfaltata. Attenzione: La vettura deve essere lasciata interamente al di fuori della carreggiata; passano spesso gli agenti della Polizia Locale!
Avvicinamento: Tre ore fino al Rifugio Gianetti (2534 m.). Il sentiero che dai Bagni del Masino (1172 m.) conduce alla Gianetti è indicato con un'ottima cartellonistica; impossibile sbagliare! Dal Rifugio all'attacco della via Fiorelli al Dente della Vecchia ci si impiega circa 45 minuti. Inizialmente si segue il sentiero segnato che porta al Rifugio Omio, dopo pochi metri lo si abbandona dirigendosi a vista verso la rampa iniziale della via.
Dislivello di avvicinamento: 1362 m. circa (dai Bagni del Masino al Rifugio Gianetti)
Lunghezze: 4 tiri;
Dislivello in arrampicata: 150 m. circa;
Difficoltà: VI°;
Soste: Attrezzate a spit;
Esposizione: sud-ovest (primo tiro) e sud-est (il resto della via);
Tipo di roccia: Granito;
Materiale: Normale dotazione alpinistica per arrampicata in ambiente. Molto utile set completo di friends. Due mezze corde.
Tempo di arrampicata: 1 ora e mezza dalla base alla cima, poi 3 doppie.
Discesa: Dalla via di salita con tre doppie
Relazione: L'idea iniziale era quella di andare a fare la via Molteni al Badile, ma quando ci siamo svegliati, alle 6 del mattino, un vento freddo e delle nubi inquietanti che coprivano quasi interamente il Badile ci hanno indotto a restare in rifugio. Siamo stati gli unici alpinisti che quella mattina sono rimasti fermi, gli altri, più temerari, hanno comunque tentato di affrontare la via che si erano proposti. Effettivamente nel volgere di poche ore il vento si è un po' chetato e il sole ha avuto la meglio sulle nuvole, dando di fatto ragione a chi ha saputo osare. Quindi, dopo essere andati a vedere ove inizia la Molteni (il che ci potrà tornare utile in futuro), decidiamo di andare a farci il Dente della Vecchia salendo lungo la via Fiorelli. Ora la giornata è splendida. In poco più di mezz'ora di avvicinamento, dal rifugiuo, siamo alla base. Sono le 13.00.
La prima lunghezza della via. L'attacco può avvenire indifferentemente dalla fine della neve o dal primo salto roccioso. |
Prima Lunghezza (45 m. IV°): Si può decidere di salire direttamente dalla fine del nevaio (o sassaia se in stagione avanzata) oppure risalire i pochi metri del primo balzo roccioso, posizionarsi sulla comoda cengia e affrontare il diedro iniziale da qui. Noi abbiamo optato per questa opzione anche perchè avendo lasciato zaini e scarpe alla base della parete era preferibile che fossero in luogo asciutto e non su nevaio. Su questa prima lunghezza ci sono 2-3 spit. L'arrampicata è sostanzialmente una facile progressione su placca molto ben lavorata. Si riesce a proteggere molto bene utilizzando qualche friend e qualche nut. Il tiro è veramente bello! Si arriva su sosta attrezzata a spit che si trova proprio in cima al diedro.
Luca in arrampicata sta per arrivare al termine del primo tiro. |
Attenzione: Dalla prima sosta NON salire verticalmente lungo lo spigolo, anche se sono visibili degli spit, in quanto la via, come descritto sopra, si sposta una decina di metri a destra seguendo l'evidente cengia.
Gm risale lo spigolo sopra la prima sosta, ma non è la giusta direzione. La via, invece, prosegue a destra sulla cengia. |
Clara sugli ultimi metri del secondo tiro. |
Terza Lunghezza (40 m, VI°): E' il tiro chiave. Si sviluppa interamente lungo il diedro-camino. C'è qualche spit e qualche possibilità di proteggere con friends e cordini, ma il grado non si azzera praticamente mai e, data la conformazione del tiro e la distanza dalle protezioni, direi che cadere è decisamente una pessima idea... Quindi prestare attenzione! D'altro canto il tiro è splendido, e consente di progredire con un'arrampicata divertente su roccia ottima con spaccate, opposizioni e mani quasi sempre buone. In particolare ho trovato molto bella l'uscita del tiro in quanto, dopo 40 metri di diedro ci si sposta a sinistra e progredendo su un aereo spigolo ben appigliato si arriva alla sosta su spit.
Il Toso sul terzo tiro |
Clara in uscita sullo spigolo finale della terza lunghezza |
Quarta Lunghezza (V°, 20 metri): La via prosegue, logica, verticale fino in vetta. Anche se giunti alla fine del diedro le difficoltà paiono finite, quest'ultima lunghezza non è assolutamente da sottovalutare. La progressione è su placca ben lavorata che richiede un oculato e sapiente utilizzo di mani e piedi. Due, tre spit in tutta la lungezza sono le uniche protezioni. Si riesce ad integrare ma con parsimonia.... Il passo chiave, direi sul V°+ (azzerabile) è prorpio al cambio di pendenza tra la placca appoggiata iniziale e il muretto che porta in vetta. Se non si tira il rinvio inserito nel provvidenziale chiodo, il movimento da fare è molto bello...
Brava (senza B) Clara che, con un piccolo ed innocente inganno, si è fumata la lungezza da prima credendo fosse solo un III°.
Clara e Luca (entrambi da primi) sull'ultima lunghezza |
Foto di rito in vetta |
A sinistra il Dente della Vecchia, al centro Punta Torelli e a destra il Badile |
L'incanto della Val Masino. |
l'incanto della Valmasino...mai visto niente di piu bello vero????
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